La violenza sessuale è stata derubricata dal giudice in un incidente sul lavoro. Il dolore della vittima: "Io stuprata anche dalle istituzioni"
"La solidarietà espressa dai colleghi è la più sincera che ci possa essere, perchè siete consapevoli che tutti sareste potuti essere al mio posto.
Nessuno sconto, invece per le istituzioni, alle quali solo una cosa posso dire: io sono stata violentata anche da voi"
La
dottoressa ha parlato di fronte ai suoi colleghi: 106 presidenti degli Ordini dei medici, riuniti nel Consiglio della loro Federazione nazionale (Fnomceo)
e 106 presidenti delle Commissioni albo odontoiatri, insieme in assemblea plenaria nella sua Sicilia, a Giardini Naxos (Messina).
"Quella della sicurezza è solo la punta dell'iceberg - ha spiegato - noi medici abbiamo perso la dignità.
La nostra professione si è snaturata, è diventata una cosa che non è più essere medico,
è soffocata dall'affanno di evitare le denunce, di seguire pedissequamente i protocolli.
Sfugge un concetto fondamentale: noi dobbiamo curare le persone".
"Ho intrapreso questa strada per passione - ha raccontato - anche la scelta di fare la
guardia medica non è stata un ripiego,
è stata una decisione consapevole proprio perché volevo essere in prima linea, vicina alle persone che soffrono".
Come denunciato nei giorni scorsi dal
Tempo, la violenza sessuale è stata derubricata dal giudice in un
incidente sul lavoro.
E per la dottoressa è stata una nuova violenza. Le istituzioni, ha accusato,
"non hanno semplicemente lasciato sola me, mettendomi in pericolo e poi umiliandomi quando la mia aggressione è stata derubricata a infortunio sul lavoro.
Il sistema rischia di travolgere la nostra intera professione. Siamo tutti vittime: a questo gli Ordini devono opporsi".
Gli Ordini "devono essere la casa, ma anche la famiglia di noi
medici.
E come in una famiglia i genitori non devono essere troppo permissivi con i figli,
così è un errore assumere un atteggiamento paternalistico verso quei colleghi che sbagliano".