Val
Torniamo alla LIRA
l re dell’Arabia Saudita, Salman bin Abdulaziz Al Saud, si recherà a Mosca giovedì (oggi) e vi resterà fino al 7 ottobre.
Una visita più che significativa, dal momento che è la prima volta che un re saudita visita la Russia.
La visita servirà a trovare accordi sulle fonti energetiche,
dato che i due Paesi sono i più importanti esportatori del mondo nel settore.
E a siglare accordi riguardanti infrastrutture e altro. Questa la parte commerciale, che ha la sua importanza.
Ma il re saudita non si recherà a Mosca solo per siglare accordi di natura energetica e commerciale.
Ben altre sono le questioni che sottendono la visita.
Anzitutto il nodo Siria: la guerra ha visto l’Arabia Saudita sostenere in maniera massiccia le milizie jihadiste anti-Assad,
a sua volta sostenuto dalla Russia.
La visita di Putin ad Ankara, avvenuta il 28 settembre scorso,
ha segnato la conclusione di un lungo processo negoziale che ha visto impegnate Russia, Turchia e Iran per mettere ordine nel conflitto siriano.
Una serie di negoziati avvenuti ad Astana, capitale del Kazakistan,
hanno definito delle zone di de-escalation che hanno congelato il conflitto in vaste aree della Siria.
Un passo decisivo verso il termine delle ostilità, dal momento che ora Damasco ha solo un nemico da combattere: l’Isis.
E la battaglia che si sta sviluppando nella zona di Deir Ezzor potrebbe segnare la fine del conflitto.
La visita del re saudita a Mosca potrebbe chiudere definitivamente questa tragica pagina di storia,
con Ryad che riconosce e accetta quanto concordato ad Astana sotto la tutela russa.
Una visita più che significativa, dal momento che è la prima volta che un re saudita visita la Russia.
La visita servirà a trovare accordi sulle fonti energetiche,
dato che i due Paesi sono i più importanti esportatori del mondo nel settore.
E a siglare accordi riguardanti infrastrutture e altro. Questa la parte commerciale, che ha la sua importanza.
Ma il re saudita non si recherà a Mosca solo per siglare accordi di natura energetica e commerciale.
Ben altre sono le questioni che sottendono la visita.
Anzitutto il nodo Siria: la guerra ha visto l’Arabia Saudita sostenere in maniera massiccia le milizie jihadiste anti-Assad,
a sua volta sostenuto dalla Russia.
La visita di Putin ad Ankara, avvenuta il 28 settembre scorso,
ha segnato la conclusione di un lungo processo negoziale che ha visto impegnate Russia, Turchia e Iran per mettere ordine nel conflitto siriano.
Una serie di negoziati avvenuti ad Astana, capitale del Kazakistan,
hanno definito delle zone di de-escalation che hanno congelato il conflitto in vaste aree della Siria.
Un passo decisivo verso il termine delle ostilità, dal momento che ora Damasco ha solo un nemico da combattere: l’Isis.
E la battaglia che si sta sviluppando nella zona di Deir Ezzor potrebbe segnare la fine del conflitto.
La visita del re saudita a Mosca potrebbe chiudere definitivamente questa tragica pagina di storia,
con Ryad che riconosce e accetta quanto concordato ad Astana sotto la tutela russa.