TUTTI SONO CAPACI DI ASCOLTARTI, MA "SENTIRTI" E' UN'ALTRA COSA.

Social......che bello evitarli.
Non leggo mai le recensioni.

Essere presenti su web e social media significa avere una propria reputazione on line:
al giorno d’oggi conta davvero molto e, per questo, dev’essere monitorata.

È questo il motivo che ha spinto Confcommercio a organizzare un corso sull’argomento,
aperto ai suoi associati di tutte le strutture ricettive, in cui si spiega cos’è la reputazione on line,
come gestirla e, al contempo, mettersi al riparo da pratiche scorrette.

«Sempre più spesso – spiega il presidente degli Albergatori Roberto Cassani - ci troviamo di fronte a minacce di perdita di posizioni
o rifiuto di inviare i dati dei clienti e la corrispondenza degli stessi.
Anche la minaccia da parte della clientela di cattive recensioni è sempre più frequente:
è necessario trovare delle soluzioni per tutelare le attività ricettive.
È inammissibile che un cliente minacci il direttore dell’albergo perché, per esempio, il cuscino non era di suo gradimento».

L’argomento è di stretta attualità e, domani, saranno presenti un buon numero di imprese.

«Premetto, la nostra clientela non utilizza le piattaforme online, non siamo su Booking e, per noi,
funziona il passaparola però dobbiamo difenderci, alcuni ospiti minacciano di scrivere cose negative.
È davvero un problema: abbiamo cercato senza successo, anni fa, di togliere alcune recensioni, anche attraverso il supporto di un legale».

«A me non è mai successo ma il problema della minaccia, da parte degli ospiti, di commenti negativi è una preoccupazione diffusa.
È brutto dirlo così, ma è come se avessero il coltello dalla parte del manico.
Peraltro, mi è arrivata una mail da una piattaforma in cui mi chiedevano di pagare per avere recensioni positive.
Ho rifiutato».
 
06346c2f6dd013ca7c1b66d73738b1c0.jpg
 
Queste sono le risorse che secondo grasso boldrini bergoglio etc....dovremmo accogliere.
Magari dargli anche la cittadinanza.

TREVISO. Trenitalia sporgerà denuncia contro la gang di giovani nordafricani che, sabato sera,
sul Regionale 5740 Venezia-Bassano del Grappa, hanno costretto il treno a rimanere bloccato
alla stazione di Castello di Godego per quasi un’ora insultando e sputando contro i passeggeri,
svuotando un estintore e minacciando il capotreno.

Danneggiamento e interruzione di pubblico servizio sono i reati su cui si baserà la querela di Trenitalia.

Nel frattempo gli agenti della polizia ferroviaria hanno già acquisito, ieri mattina, da Trenitalia
le immagini del treno tenuto in ostaggio dalla gang.
Gli agenti della Polfer vogliono infatti identificare gli autori, in particolare quattro giovani,
che si sono dimostrati più esagitati rispetti al resto della compagnia, salita alla stazione di Castelfranco poco dopo le 21.30.

Il treno era partito dalla stazione di Mestre alle 21.08 e sarebbe dovuto arrivare a Bassano alle 22.07.
In realtà nella città del Grappa il convoglio è arrivato alle 22.45, grazie alla bravata della gang di nordafricani.
I passeggeri sono rimasti in balia della gang, salita alla stazione di Castelfranco con urla e strepiti.

«Questo treno è nostro», hanno urlato davanti a mamme e bambini spaventati.
Guai a chi tentava, seppur con le migliori intenzioni, di riportarli alla ragione.
Chi si avvicinava a loro veniva preso per la nuca o per il collo e minacciato.

«Una situazione surreale», dice un testimone.
«Ad un certo punto ho iniziato a fotografare - spiega - e qualcuno di loro mi ha visto e mi ha minacciato
“Ti spacco la faccia”, ha detto.
Il treno a Castello di Godego è rimasto fermo per quasi un’ora, finché poi sono intervenuti i carabinieri».

I viaggiatori hanno più volte premuto il tasto di Sos all’interno del convoglio.
L’allarme, contrariamente a quanto sostenuto da alcuni viaggiatori ha funzionato perfettamente
perché ha permesso al capotreno, avvertito dal macchinista, di prendere la decisione
di fermare il convoglio alla stazione di Godego e richiedere l’intervento dei carabinieri visto che la situazione stava ormai degenerando.
 
Dagli il tuo stipendio, ma - soprattutto - la tua pensione.
Eh certo, il portafoglio non si tocca.

Pietro Grasso vola a Lampedusa.
E da lì chiede all'Italia e all'Europa di aprire le porte a tutti gli immigrati che sbarcano sulle nostre coste.
Un vero e proprio messaggio politico che, in vista delle politiche dell'anno prossimo, vuole lanciare alla sinistra.

La seconda carica dello Stato si è sempre definito "ragazzo di sinistra"
e non ha mai nascosto l'idea di diventare il leader di qualcosa.
Ai vertici di Mdp non dispiacerebbe.
E lui preme l'acceleratore su quei temi che, soprattutto dopo lo stop dello ius soli in parlamento, possono solleticare l'elettorato di sinistra.

...............commento :
Messaggio lanciato in tandem con quello di Bergoglio che chiede corridoi umanitari
cioè il prelievo dei migranti dai luoghi di partenza.
Entrambi, Grasso e Bergoglio, in ottemperanza forse di direttive impartite dal Sinedrio mondialista,
commettono un'invasione di campo e una violazione dell'etica deontologica,
attentando all'integrità della civiltà e dei popoli europei.
 
Questa è fantastica. Scusatemi la franchezza, ma abbiamo a che fare
con grandissimi idioti. Quando poi il 15 avevi già richiamato un altro lotto ?

Il 29 settembre il Ministero emette un avviso di richiamo di un lotto di formaggio
venduto nei supermercati dal 7 settembre al 28 settembre.

Ma se io compro un formaggio il 7 settembre, pensate che il 29 ce l'abbia
ancora lì ? .........a far cagnotti ?

l lotto interessato dal ritiro è stato venduto in tutti i supemercati tra il 7 e il 28 settembre
in forma intera sfusa con incarto protettivo e numero identificativo 4973.

Il 21 settembre era stato il Ministero della Salute a richiedere il richiamo del lotto 4827.

Il formaggio si trovava nei self service o al banco gastronomia.
Esselunga raccomanda agli acquirenti di non consumare il prodotto e di riportarlo al punto vendita.
 
Qualcuno ha il coraggio di dire pane al pane e vino al vino...sarà un caso raro
ma sui casi rari si costruiscono le teorie. E a chi gli capita...è suo.

Purtroppo mi e' capitato, per caso, di assistere allo sproloquio di Signorini,
il quale se si voleva squalificare del tutto, non ha buttato via l'occasione.

Con fare arrogante e saccente ha avuto il coraggio di trasmettere il messaggio
ai cittadini che un bacio non trasmette l'HIV.

Le sue informazioni da perfetto non conoscente, vanno rettificate.
L'Aids si prende per contatto con il liquido seminale, con il sangue,
o con le lacerazioni delle mucose che trasmettono fluidi contaminati.

Mettiamo un bacio intenso, con gengive e denti con perdite di sangue nel cavo orale.

E' stato disgustoso sentirlo e vederlo in faccia mentre proclamava ai telespettatori
le sue false ed immaginarie verita' da non conoscente.
 
Leggere. Divulgare. Sottoscrivere.

1.La partita che si sta giocando sulla legge elettorale è una partita sulla Costituzione perché il modello di democrazia consegnatoci dai Costituenti e convalidato dal referendum del 4 dicembre, è fondato sulla centralità di un Parlamento rappresentativo attraverso il quale trova espressione il principio supremo che la sovranità appartiene al popolo, per cui “tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale” (art. 49 Costituzione).

2. Malgrado due pronunce della Corte Costituzionale, che hanno pesantemente censurato il Porcellum e l’Italicum facendo sorgere la necessità che il Parlamento intervenga per far sì che sia restaurato un sistema elettorale omogeneo per le due Camere e coerente con la Costituzione, il disegno di riforma elettorale oggi in discussione, ripropone di nuovo il carattere oligarchico e manipolativo della volontà popolare che viziava i precedenti sistemi.

3. Ancora una volta una ristretta oligarchia, composta dal capo o dai capi dei principali partiti, potrà determinare la composizione delle Assemblee parlamentari, assegnando il seggio ai propri fedelissimi ed espropriando gli elettori della possibilità di scegliersi i propri rappresentanti. Inoltre si potranno tenere fuori dal Parlamento le minoranze sgradite impedendo di fatto la nascita di nuove formazioni politiche. Col nuovo sistema quasi due terzi dei seggi verranno attribuiti sulla base di liste bloccate, mentre per la quota eletta con il maggioritario, la minima possibilità di scelta insita nel collegio uninominale verrà annullata mediante il meccanismo del voto unico. La volontà degli elettori, inoltre, viene ulteriormente manipolata attraverso una formula che favorisce coalizioni di facciata destinate a sciogliersi dopo il voto, a scapito delle formazioni non coalizzate e della pari dignità dei cittadini elettori.

4. Chiediamo che siano ricostruite le condizioni di legittimità democratica del Parlamento: che il prossimo Parlamento non sia eletto un’altra volta con una legge elettorale incostituzionale, che sia consentito a tutti i cittadini elettori di scegliersi liberamente i propri rappresentanti, che sia eliminato ogni meccanismo che manipoli la volontà degli elettori (come il voto unico per la lista e il collegio) o che possa adulterare la volontà espressa dal voto popolare.

5. Facciamo appello alle elettrici e agli elettori a mobilitarsi per informare i cittadini, per organizzare confronti e discussioni sulla legge elettorale e la Costituzione, per fare arrivare ai partiti e ai loro rappresentanti nel territorio una disapprovazione forte e netta rispetto alle scelte che stanno discutendo in Parlamento.
 
La commissione Affari costituzionali della Camera ha respinto l’introduzione delle preferenze.

Resteranno, cioè, le liste bloccate, sia pure molto brevi, cioè composte tra 2 e 4 nomi.

Detto ancora più facilmente: resteranno i parlamentari “nominati“, nel senso che il posizionamento dei loro nomi in lista sarà deciso dai vertici dei partiti.

Il Rosatellum prevede che il Parlamento venga composto per i due terzi circa (64 per cento) con il sistema proporzionale con mini-liste bloccate.

Il resto dei seggi viene assegnato invece con il maggioritario uninominale, cioè con il confronto tra candidati di coalizione.
 
Una volta esisteva l'IRI. Concordo. Un gran magna magna.
Ma invece che avviare politiche di "sostentamento" che non portano da nessuno parte.
Diciamo tipo "reddito inclusivo", che portano solo deficit.
Non sarebbe meglio destinare le risorse - quelle vere di risorse -

(non quelle che dovrebbero essere rimandate nei paesi di origine, dove in loco,
comincino loro a fare "reddito inclusivo" a favore dei loro cittadini,
oppure l'Onu e le altre organizzazioni ad organizzare là - nei paesi di origine - il lavoro,)

a sostegno delle aziende in difficoltà ?
Perchè l'azienda chiusa non la riapre più nessuno.
Ma un'azienda aperta, che lavora, porta reddito alle persone, ai lavoratori in generale,
all'indotto e soprattutto allo STATO.

VERONA Sciopero in tutti i turni di lavoro e manifestazione sotto il municipio di San Giovanni Lupatoto,
il Comune che ospita uno dei due impianti produttivi.
Martedì lavoratori della storica azienda dolciaria veronese Melegatti hanno detto basta.
Dopo il nuovo rinvio dell’incontro decisivo per il futuro della notissima azienda,
dipendenti e sindacati non ce l’hanno più fatta e hanno deciso di manifestare pubblicamente il loro malcontento.

Il noto marchio del pandoro si trova, infatti, in gravi difficoltà finanziarie che la dirigenza, nonostante l’impegno, sembra non essere riuscita a fronteggiare.
A lungo si è parlato del possibile ingresso di un nuovo partner - non è chiaro se nelle vesti di nuovo socio o di alleato industriale -
ma la trattativa sembra non deve essere andata a buon fine.

La situazione finanziaria e produttiva della Melegatti si è fatta così molto complessa, tanto che per la prima volta in 123 anni
il pandoro Melegatti potrebbe non essere presente il prossimo Natale sulle tavole.

I problemi erano diventati evidenti già a metà settembre. Poi la direzione aveva chiesto a lavoratori e organizzazioni sindacali pazienza
per non compromettere la delicata trattativa in corso con un importante partner strategico:
si è sempre ipotizzato l’accordo con Ferrero, ma le indiscrezioni non sono mai state confermate.

Alla fine, martedì, l’epilogo più duro.

70 dipendenti a tempo indeterminato, cui si affiancano circa 200 stagionali.
 
Ed ora un po' di politica..........beh, chiamarla politica è un azzardo.
Questo è un bellissimo inciucio che non ha confronto con quelli del passato

Una consigliera regionale è stata eletta con Saverio Romano, prima di convertirsi (insieme alla sua corrente) al verbo di Renzi.
Un altro era il tesoriere del Pdl all’Assemblea regionale siciliana.
Un altro ancora, invece, è stato addirittura il capogruppo del Movimento per l’Autonomia, l’indimenticabile partito di Raffaele Lombardo, ex governatore condannato a 2 anni per voto di scambio.

Eccola qui la discontinuità tanto auspicata da Fabrizio Micari, il sedicente “candidato civico” alla presidenza della Sicilia
 
Ultima modifica:

Users who are viewing this thread

Back
Alto