Però intanto....
Putin firma decreto arruolamento 147mila militari
Il presidente russo, Vladimir Putin, ha firmato un decreto per l'arruolamento obbligatorio nelle forze armate per il periodo da aprile a luglio. Il provvedimento, scrive l'agenzia Tass, riguarda tutti i cittadini della Federazione russa fra i 18 e i 30 anni che non sono nella riserva e che sono soggetti alla leva militare. Si tratta, scrive Tass, di 147.000 coscritti, che entro l'estate saranno arruolati e inviati presumibilmente a combattere in Ucraina. Si prevede anche il congedo per i militari che abbiano completato il servizio militare. Secondo dati ufficiali, in autunno erano stati arruolati per un anno in 130.000.
Zelensky torna a chiedere missili a lungo raggio agli Usa per contenere l'avanzata russa, avvertendo che altrimenti le forze di Kiev saranno costrette a «ritirarsi passo dopo passo»....
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Come dice la Fog dillà....."I coscritti, per legge, non possono operare fuori dal territorio russo ma, essendo state annesse e dichiarate territorio russo in Costituzione tutte le regioni di Zaporizhzhia, Kherson, Donetsk e Luhansk, incluse le porzioni non ancora occupate dai Russi,..."
Ah si beh...puo anche dichiarare che il Veneto é territorio russo. Ma questo non gli faciliterà la conquista effettiva sul campo.
Il Piave mormorava
Calmo e placido, al passaggio
Dei primi fanti, il ventiquattro maggio
L'esercito marciava
Per raggiunger la frontiera
Per far contro il nemico una barriera
Muti passaron quella notte i fanti
Tacere bisognava, e andare avanti
S'udiva intanto dalle amate sponde
Sommesso e lieve il tripudiar dell'onde
Era un presagio dolce e lusinghiero
Il Piave mormorò: "Non passa lo straniero"
Ma in una notte trista
Si parlò di un fosco evento
E il Piave udiva l'ira e lo sgomento
Ahi, quanta gente ha vista
Venir giù, lasciare il tetto
Poiché il nemico irruppe a Caporetto
Profughi ovunque, dai lontani monti
Venivan a gremir tutti i suoi ponti
S'udiva allor, dalle violate sponde
Sommesso e triste il mormorio de l'onde
Come un singhiozzo, in quell'autunno nero
Il Piave mormorò: "Ritorna lo straniero"
E ritornò il nemico
Per l'orgoglio, per la fame
Volea sfogare tutte le sue brame
Vedeva il piano aprico
Di lassù, voleva ancora
Sfamarsi e tripudiare come allora
"No" disse il Piave, "No" dissero i fanti
Mai più il nemico faccia un passo avanti
E si vide il Piave rigonfiar le sponde
E come i fanti combattevan le onde
Rosso del sangue del nemico altero
Il Piave comandò: "Indietro va', straniero"
Indietreggiò il nemico
Fino a Trieste, fino a Trento
E la vittoria sciolse le ali al vento
Fu sacro il patto antico
Tra le schiere, furon visti
Risorgere Oberdan, Sauro, Battisti
Infranse, alfin, l'italico valore
Le forche e l'armi dell'impiccatore
Sicure l'Alpi, libere le sponde
E tacque il Piave: "Si placaron le onde"
Sul patrio suolo, vinti i torvi Imperi
La Pace non trovò né oppressi, né stranieri
Fonte:
Musixmatch
Compositori: E. A. Mario