MF
I distressed fund sul bond Roncadin
L'interesse degli avvoltoi inglesi sul prestito da 135 milioni di euro in scadenza a giugno.
Intanto continua la ricerca degli advisor per l'aumento di capitale da 134 milioni che porterà anche all'ingresso di partner industriali o finanziari nell'azionariato Per Gatteo c'è l'accordo con i sindacati. Il mercato punta ad altre dismissioni
A Londra sarebbero almeno cinque, ma c'è già chi parla di sette, i distressed fund che guardano con interesse sempre maggiore al bond Arena da 135 milioni di euro in scadenza a giugno.
E tra i nomi dei cosiddetti fondi avvoltoio che iniziano a circolare sul mercato spiccherebbero quelli di Trafalgar e Cognis capital partner. Del resto il valore del prestito obbligazionario è sceso, in borsa, sino ai 50 centesimi. E gli speculatori attivi nella City avrebbero anche fatto la loro offerta: sarebbero disposti ad acquisire tra il 30 e il 40% del bond in contanti e a riscadenziare la restante parte. I primi contatti con il presidente e a.d. Dante Di Dario ci sarebbero già stati: ma, interpellato, il gruppo Roncadin non conferma l'ipotesi.
I tempi, però, stringono. Perché, per un eventuale riscadenziamento del bond, l'azienda dovrebbe consegnare entro la fine di marzo tutta la documentazione alla Consob. Ma prima dovrebbe trovare almeno 40 milioni di euro dal sistema bancario. Al contempo, il numero uno del gruppo alimentare sta cercando gli advisor per l'aumento di capitale da 134 milioni: 80 milioni assicurati dalla holding di controllo, il restante da cercare sul mercato, magari attraverso accordi con partner industriali o finanziari (vedi MF del 1° marzo). Le prime indiscrezioni riferiscono di un istituto straniero al quale ne verrà affiancato un altro italiano.
Il gruppo attende il contributo di stato.
Un altro fronte battuto da Di Dario è quello dei contributi pubblici al settore avicolo. Ma per ottenere parte dei 100 milioni promessi dal ministro dell'agricoltura Gianni Alemanno bisognerà attendere ancora. Visto che il presidente della repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, ha rinviato alle camere il testo del decreto legge che oggi sarà dibattuto al Senato. Lo stanziamento di questa ingente somma non sarebbe messo in discussione sul piano formale, visto che la copertura nei conti di stato è stata prevista. Certo che il ritardo nella promulgazione del dl non aiuta il comparto.
Ipotesi di altre dismissioni. E per trovare una parte di quella liquidità necessaria al pagamento del bond, l'azienda, secondo rumors di mercato, potrebbe procedere a un'ulteriore dismissione. Dopo la vendita della divisione gelati, potrebbe finire sul mercato il Salumificio Marsili: un asse, e un marchio, che avrebbe una valutazione di almeno 20 milioni di euro.
Infine, per quel che riguarda lo stato dell'arte dello stabilimento produttivo di Sant'Angelo di Gatteo, l'azienda e i sindacati nell'ultimo incontro del 23 febbraio hanno trovato un'intesa. L'impianto ´non è stato ceduto, né vi sono trattative in corso per la cessione', si legge nel verbale dell'incontro. ´Le parti concordano di indicare l'opportunità del mantenimento dell'attività produttiva dello stabilimento'.
Il titolo, ieri, a piazza Affari, non ha risentito di questa situazione incerta: ha chiuso a 0,33 euro (-0,59%), scambiando l'1,1% del capitale. (riproduzione riservata)