A rischio una nuova recessione, e non solo in Europa
Alberto Susic - martedì, 25 ottobre 2011 - 17:29
Mentre l’Europa attende di conoscere le decisioni che saranno prese oggi dal vertice Ue, che fa seguito all’incontro di domenica scorsa, l’America si trova a dover fare i conti con alcuni dati macro decisamente pesanti. Quest’oggi è stato diffuso l’indice S&P Case-Shiller, relativo all’andamento dei prezzi delle case nelle 20 maggiori città degli Stati Unità. L’aggiornamento ha evidenziato una nuova flessione, per il decimo mese consecutivo, e ancor più deludente è stata la fiducia dei consumatori, scesa ai 39,8 punti dai 46,4 di settembre, sui livelli del 2008-2009. Numeri da recessione che di fatto riportano in primo piano i timori di un double-dip che sembravano essere stati allontanati nel corso delle ultime settimane. Proprio quest’oggi alcune agenzie di stampa riportano le dichiarazioni dell’economista Nouriel Roubini, secondo cui il rischio di una nuova fase recessiva nelle economie avanzate è superiore al 50% nei prossimi 12 mesi. Roubini non ha escluso che la recessione in Europa sia già iniziata, segnalando che il rischio più grande per l’area euro è il contagio, unitamente alla minaccia di un default sovrano che potrebbe oscurare il crollo di Lehman Brothers. L’economista ritiene che l’Europa abbia bisogno di una maggiore integrazione fiscale per scongiurare le future crisi. E la previsione di una recessione nel Vecchio Continente non appartiene solo a Roubini, visto che anche Goldman Sachs (NYSE:
GS -
notizie) nei giorni scorsi ha parlato di probabilità in aumento per una fase recessiva tra la fine di quest’anno e gli inizi del prossimo, nell’ordine del 40%/50%. Non dimentichiamo che nei giorni scorsi Michael Schroeder, economista dell’istituto Zew in Germania, ha dichiarato che il Paese tedesco potrebbe essere già in recessione, con il rischio di una crescita negativa nel quarto trimestre di quest’anno e nei primi tre mesi del prossimo.
, Anche per questo motivo Goldman Sachs prevede una stagnazione per l’Europa nel 2012, con un PIL in rialzo dello 0,1% rispetto alla stima precedente dell‘1,2%, in conseguenza di una fase recessiva che sarebbe già iniziata e che dovrebbe durare fino alla fine del primo trimestre del 2012. La banca americana ha così rivisitato verso il basso le previsioni sulla crescita globale del prossimo anno dal 4,2% al 3,5%. L’idea di Goldman Sachs è che in Europa la recessione possa colpire in maniera più sensibile i Paesi periferici. Se da una parte la Francia e la Germania dovrebbero evitare un simile scenario, dall’altra lo stesso appare inevitabile per l’Italia e la Spagna. Questi due Paesi dovrebbero pagare pegno non solo per la crescita negativa, ma anche per le politiche di austerità fiscale che di fatto contribuiranno a ridurre ulteriormente le capacità di spesa, rendendo più asfittiche le prospettive di crescita. A lanciare un allarme nei giorni scorsi è stata anche Standard & Poor’s, secondo cui l’Europa rischia una nuova recessione. Gli analisti dell’agenzia di rating hanno così messo mano nuovamente alle stime sulla crescita dopo il taglio deciso ad agosto scorso. Nel 2012 si prevede ora un rialzo del PIL nell’area euro pari all‘1,2% rispetto all‘1,5% precedente. In particolare in Germania si passa dal 2% all‘1,5%, in Francia dall‘1,7% all‘1,3%, mentre per l’Italia le nuove previsioni parlano di un incremento del Prodotto Interno Lordo dello 0,5%, rispetto allo 0,8% indicato in precedenza. Non fanno sconti le stime Ref, elaborate ciè dalla società indipendente “ricerche per l’economia e la finanza”, secondo cui l’Italia rischia di cadere in una fase recessiva lunga due anni che potrebbe rivelarsi anche piuttosto pesante. Ref prevede che il PIL del Belpaese cali dello 0,4% nel 2012 e dello 0,2% l’anno successivo, a fronte di un’economia europea che dovrebbe salire dell’1% l’anno prossimo e dell‘1,6% nel 2013.
, Le cattive notizie però non riguardano solo l’Italia o l’Europa, visto che anche gli Stati Uniti non se la passano tanto meglio. Secondo Moody’s infatti restano invariate al 40% le probabilità che l’America ricada in recessione nei prossimi sei mesi. Tra le principali minacce per l’economia stelle e strisce sono indicate la crisi del debito in Europa, il pedurare dei problemi del settore immobiliare e il braccio di ferro a Washington sui conti pubblici