un bambino di 17 mesi...

superbubola

Forumer storico
....solo questo:faccio un invito a tutti perche ' mandino un pensiero verso questo bambino, che possa arrivare come aiuto, e che possa tornare a casa dai suoi genitori. lasciamo stare la rabbia,non servirebbe.
 
leggo che è ankora nebulosa la cosa da parte degli inquirenti, " speriamo" solo che non sia l' ennesima tragedia nata tra le mura di casa.....anke se l' alternativa sarebbe tragica lo stesso cioè un sequestro da parte di esterni....................... un pensiero al piccolo ......
 
Strano sequestro questo del bimbo di Parma.
Se fossero stati slavi o albanesi avrebbero fatto una rapina vera,
se si trattasse di "criminalità organizzata" non sarebbero stati così stupidi da portarsi via un bambino piccolo, difficile da gestire, per di più malato (e se erano "organizzati" non potevano non saperlo) - e poi per cosa, per un'estorsione a un piccolo benestante non certo miliardario?
se fosse criminaltà "disorganizzata", cioè barboni, li avrebbero presi subito.
Vendetta? per un prestito rifiutato? ma chi è che chiede un prestito alle poste e non alla banca?

Intanto i media pestano l'acqua nel mortaio con la massima faccia tosta.
Il Tempo "Confermato che i due banditi erano italiani e parlavano con inflessione meridionale". Banditi meridionali, anche il TG2 delle 13.
Come falsificare le notizie, il padre ha detto in tv "il primo aveva un passamontagna e ha detto solo: dateci i soldi, mi è sembrato che avesse un accento meridionale. Il secondo aveva il casco e non ha parlato, per quello che ne so poteva essere norvegese o senegalese.
 
Prego per il piccolo affinchè finisca questa orribile storia.

Che tristezza.....che gente..... :sad: :(

Forza piccolo....resisti.
 
BIMBO RAPITO
Versioni diverse del papà e del fratello
Il piccolo è stato ascoltato per sette ore, intanto gli investigatori scandagliano a fondo vita e lavoro dei genitori. Esame Dna sul nastro che li ha legati

Parma, 9 Marzo 2006 - Alla ricerca della radice di un sequestro che forse nasconde spiegazioni inconfessabili.
A scavare fino in fondo nell'intimità delle persone e di un capofamiglia. Per una giornata ancora. Nella casa di Casalbaroncolo non sono state trovate impronte estranee. Sullo sterrato non sono rimasti impressi segni di pneumatici. Non solo.
La versione che Sebastiano, il figlio maggiore degli Onofri, ha offerto della sera del rapimento del fratellino Tommaso non sarebbe sovrapponile in ogni particolare al racconto dei genitori, soprattutto a quello del padre.
In più stranezze, contraddizioni. Come quella che i due banditi non si sono preoccupati di legare Sebastiano e di neutralizzare il cellulare in bella vista sul tavolo.
E’ il punto per l'ennesima ripartenza di un viaggio tuttora al buio ma che segue due direttrici.
Gli inquirenti sono in possesso dei profili genetici di tutti i protagonisti, da confrontare col nastro usato dai banditi per legare i coniugi Onofri.

Il casale rivoltato
Si affonda lo scandaglio nella famiglia del piccolo ostaggio. I carabinieri in tuta bianca del Ris diventano gli unici inquilini del casale di Casalbaroncolo da cui Tommaso è stato strappato una settimana fa, lo setacciano fino alla legnaia, non trascurano il pollaio e la fossa biologica.
Una giornata di freddo siberiano riserva l'immagine tenera e inusuale del colonnello Luciano Garofano, comandante del Ris, che cammina sull'acciottolato di vicolo San Marcellino con un sacchetto di plastica. Contiene gli indumenti di un bambino. Sono quelli che Sebastiano portava a sera del rapimento di Tommy.
E' Sebastiano, 8 anni, la presenza fissa della giornata. Rimane per 7 ore in procura. Attorno a lui ruotano in tanti. La mamma Paola. La prima moglie del padre Francesca Traina. Carlo Alberto, il ragazzo (16 anni) adottato dalla coppia.
La sorella del papà arrivata da Verona col marito per raccontare una storia di eredità.
Tutti. Tranne uno: Paolo Onofri, il padre di Tommaso. L'uomo più interrogato, almeno 70 ore trascorse con gli inquirenti, ieri è stato lasciato tranquillo fino a quando non è comparso in procura quando era ormai sera. Intanto gli investigatori frugano non solo nel suo lavoro ma anche nelle pieghe della sua vita. Gli atti usciti dall'ufficio postale che dirige a Parma. Le autorizzazioni per i finanziamenti. I libretti dei detenuti del carcere di via Burla. Il computer d'ufficio e quello personale. Le letture. In serata una impiegata delle poste consegna un plico dove sono racchiusi incartamenti e un libro del direttore con parecchie pagine evidenziate da una piegatura: è «La fisica dell'anima» dell'ingegnere umanista Fabio Marchesi.
Alle 11.30 Sebastiano è in procura con la mamma Paola. La donna esce quando è la una passata in compagnia di Garofano, vanno a Casalbaroncolo. Le due. Carlo Alberto, il figlio adottivo di Paolo Onofri, arriva accompagnato da due agenti della squadra mobile. Trascorre un'ora prima che si materializzi anche la mamma Francesca.

Le parole di Franca Ciampi
Alle 15.30 Carlo Alberto esce solo. Poco prima delle quattro un cugino porta il sacchetto coi vestiti di Sebastiano. Garofano riparte per Casalbaroncolo e questa volta ha accanto Paolo Onofri. E' quasi sera. Per la prima volta il padre di Tommy è in procura. Le 18.30: Sebastiano e la mamma di allontanano. Un'ora ancora perché gli inquirenti tirino le somme e le luci si spengano.Il padre di Tommaso ha ricevuto due regali. Un video di solidariètà gli è stato recapitato in ufficio e per un momento si è sperato che fosse un messaggio dei rapitori. Le parole di Franca Ciampi alla cerimoniadell'8 marzo al Quirinale: «Tutti stiamo trepidando per la sorte del piccolo Tommaso.Sto trepidando come mio marito, come il Papa, come tutti».

dall'inviato Gabriele Moroni
http://ilrestodelcarlino.quotidiano.net/art/2006/03/09/5406647


Intanto in queste ultime ore (mentre i Ris stanno analizzando una serie di reperti trovati all'interno della casa degli Onofri) è spuntata una nuova pista che porta direttamente a San Marino. È una storia di qualche tempo fa: un'inchiesta per riciclaggio di denaro, persone che mandavano soldi nella Repubblica del Titano. Gli inquirenti rievocano questa vecchia faccenda perché temono che all'epoca, magari inconsapevolmente, Paolo Onofri (che in quell'inchiesta non fu mai coinvolto) possa essersi trovato in situazioni più grandi di lui e ora ne paghi le conseguenze. Ipotesi, solo ipotesi e nient'altro.
Ieri in Procura (scrive il quotidiano "La Repubblica") sono stati ascoltati anche sindacalisti delle Poste, forse per farsi raccontare i giorni in cui il padre di Tommaso era dirigente della Cisl. Sotto attenzione sono i poteri di un dirigente di un grande ufficio postale, con più di trenta dipendenti.
 
Nei suoi computer centinaia di immagini e filmini con atti
sessuali su minorenni. La sua difesa: "Volevo fare una denuncia"
Parma, il padre di Tommaso indagato per pedopornografia

PARMA - Paolo Onofri - il padre del piccolo Tommaso, rapito otto giorni fa nella sua abitazione di Casalbaroncolo - è indagato per possesso di materiale pedopornografico.
Materiale scoperto quasi subito dagli agenti della polizia postale, che avevano esaminato il computer di casa e il pc portatile trovato nell'auto di Onofri. Durante i primi giorni di indagine sono stati scoperti 391 documenti informatici contenenti soprattutto brevi filmini, come dei trailer, di fattura amatoriale, scaricati dalla rete. Per questo i magistrati - che hanno ascoltato più volte, e per diverse ore, Onofri - hanno iscritto il suo nome nel registro degli indagati.
Un atto obbligato che però potrebbe "non essere collegato con la vicenda del rapimento" del piccolo Tommaso, come aveva sottolineato un investigatore, quando la notizia era trapelata. Anche perché la pista privilegiata, per adesso, resta quella del riciclaggio.
Il conto delle immagini vietate potrebbe però essere parziale, perché un pc è stato trovato anche ieri a Parma in una cantina di via Iacchia, perquisita dal Ris dei carabinieri e affittata dal papà di Tommaso. E che anche questo computer contenga immagini vietate è già più di un'ipotesi.
Anche ieri Paolo Onofri, insieme all'avvocato Claudia Pezzoni, amica di famiglia, era stato ascoltato per sette ore e mezza in Procura a Parma dal procuratore aggiunto di Bologna e coordinatore della Dda Silverio Piro. Alle 20.30 Onofri era uscito dalla Procura, evitando l'obiettivo delle telecamere e le domande dei numerosi giornalisti appostati fuori.
Con gli inquirenti, comunque, l'uomo si sarebbe difeso dicendo che stava "raccogliendo quel materiale per fare una denuncia".

(10 marzo 2006)
 

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