UN DOLORE DIVISO E' DIMEZZATO, MA LA FELICITA' DIVISA E' RADDOPPIATa...

Unicredit affossata alla vigilia dell'aumento
I sospetti della Consob, aperta un indagine


Titolo giù del 30% in due sedute. Capitalizzazione a 10 mld:
più di un «saldo», quasi un regalo per eventuali predatori


IL TRACOLLO IN BORSA DELLA SECONDA BANCA ITALIANA
Unicredit affossata alla vigilia dell'aumento
I sospetti della Consob, aperta un indagine
Titolo giù del 30% in due sedute. Capitalizzazione a 10 mld:
più di un «saldo», quasi un regalo per eventuali predatori
MILANO - La pressione delle vendite non dà tregua a Unicredit: la seconda banca italiana alle spalle di Intesa Sanpaolo, la prima e unica davvero paneuropea, affossata in Piazza Affari alla vigilia del maxi aumento di capitale da 7,5 miliardi al quale, a questo punto, è in gran parte affidata la stabilità del gruppo creato da Alessandro Profumo, oggi guidato da Federico Ghizzoni e dal presidente Dieter Rampl, l'ex capo operativo della tedesca Hvb fusa nella stessa Unicredit sei anni fa. Sulla dinamica del ribasso che nelle sole ultime due sedute ha sfiorato il 30% - portando al 70% circa la perdita negli ultimi due mesi - ci vuole vedere chiaro la Consob.

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La sede di Unicredit a Milano (Fotogramma)
L'INDAGINE
- La Commissione di vigilanza sulle società e la Borsa (Consob) ha aperto l'indagine dopo aver rilevato una domanda febbrile sul cosiddetto mercato del prestito titoli, dove gli interessi sono schizzati verso l'alto. Un'attività intensa che può essere fisiologica e giustificata dall'arbitraggio tra i diritti e le azioni in vista dall'aumento di capitale che parte lunedì. Ma che potrebbe segnalare anche la presenza di anomalie. Il sospetto, in particolare, è che qualcuno abbia violato o stia violando le restrizioni imposte dalla stessa Commissione sulle vendite allo scoperto. Una disciplina introdotta con l'asprirsi della crisi finanziaria e tuttora in vigore.
PREZZO DI SALDO, QUASI UN REGALO - Il titolo è sceso giovedì a 4,48 euro toccando i livelli di quasi vent'anni fa, settembre 1992. Nelle ultime due sedute sono «evaporati» oltre 3,5 miliardi di euro in termini di capitalizzazione. La capitalizzazione di Unicredit scende così sulla soglia dei 10 miliardi, un numero paradossale per una banca ricca di tesori d'arte, presente con un proprio istituto in 22 Paesi e attiva in circa 50 mercati nel mondo. Una banca che solo cinque anni esprimeva in Piazza Affari un valore di 70 miliardi. Agli occhi di eventuali predatori, i 10 miliardi di raggiunti in queste drammatiche ore a colpi di vendite non si sa quanto organizzati, sicuramente bene assestati, rappresentano più che un'offerta a prezzi di saldo di un grande gruppo del credito che custodisce il risparmio degli italiani e di tanti europei. Sono un regalo.
Paola Pica
 
venerdì 6 gennaio 2012

ADC UNICREDIT: UN PO' DI CHIAREZZA.





Inizio questo post scusandomi per una informazione sbagliata che vi ho dato in merito all'ADC (aumento di capitale) di Unicredit.


Innanzitutto è bene spiegare cos'è il TERP.
Il TERP (Theoretical Ex Right Price) è il prezzo teorico dopo l'attribuzione del diritto d'opzione.
E' bene precisare che il TERP è calcolato considerando il Prezzo Ufficiale e non quello di Riferimento che abitualmente noi consideriamo come prezzo di chiusura.
Ad ogni modo, la differenza tra prezzo ufficiale e prezzo di riferimento è solitamente minima.
Ciò premesso, il Prezzo Ufficiale di Unicredit alla chiusura del 3 gennaio (giorno prima del cda) era di 6,40 euro.
Per ogni azione viene consegnato un diritto (negoziabile).
In questo caso, ogni diritto consente l'acquisto di 2 azioni al prezzo di 1,943 euro ciascuna.
Chi aderisce quindi paga 3,886 per avere due nuove azioni.

A tale importo sommiamo il Prezzo ufficiale del 3 gennaio (6,40) ed otteniamo il valore teorico complessivo delle due nuove azioni più quella vecchia:
3,886 (1,943x2) + 6,40 = 10,286​

A questo punto si calcola la media:
10,286 : 3 = 3,4287 (TERP)​

Mercoledì il cda di Unicredit ha comunicato che “il prezzo di sottoscrizione delle nuove azioni incorpora uno sconto del 43% circa rispetto al prezzo teorico ex diritto (TERP) delle azioni ordinarie Unicredit sulla base del prezzo ufficiale di borsa del 3 gennaio 2012”.



Spiegazione: applicando uno sconto del 43% al TERP (3,4287) otteniamo proprio il prezzo di ogni singola nuova azione (1,943).


Il motivo del recente tracollo sta proprio nelle eccessive dimensioni di sconto del prezzo di una nuova azione rispetto al TERP.

Il TERP finora indicato è quello calcolato sulla chiusura del 3 gennaio.
Il TERP, però, cambia valore giornalmente in funzione della variabile 'Prezzo ufficiale del titolo'.​


Il prezzo 3,886 non aiuta a capire se l'aumento di capitale è o non è conveniente.
E se oggi c'è stata una reazione proprio vicino a quel livello, probabilmente è solo perchè qualcuno ha inserito acquisti poco sopra area 3,886 facendo gli stessi calcoli (sbagliati) che io avevo fatto ieri.

A questo punto, per quanto ovvio, è corretto affermare che più cala il titolo e meno diventa conveniente il suo acquisto, e viceversa.
Ma, ripeto, 3,886 non fa da spartiacque tra i valori in cui è conveniente aderire e quelli in cui non lo è.
La convenienza dell'adesione dipende dalle prospettive che ognuno di noi ha sull'azienda in questione.
Nel caso in cui sono positive è giusto aderire, in caso contrario è bene vendere i diritti.

L'unico limite sotto il quale in queste tre settimane è quasi impossibile che Unicredit finisca è 1,943 euro.
Nell'improbabile discesa sotto tale valore, un diritto non varrebbe nulla ed un investitore non avrebbe più alcun motivo per aderire, in quanto potrebbe comprare a sconto direttamente sul mercato.

1,943, a differenza di 3,886, è un valore troppo distante da quello attuale di Unicredit per renderci sereni.
Per quanto non si possano escludere ipotesi di rimbalzo, viene meno forse l'elemento più significativo sul quale poggiava l'ipotesi di un rimbalzo.
Insomma, pur continuando a non escludere recuperi anche vistosi, ora diventa ben più fragile lo scenario rialzista.
Il mio timore è che nel momento in cui altri investitori si accorgessero che 3,886 non è un livello che deve essere difeso, si precipitino a vendere.




Finisco col riportarvi la formula canonica del Terp:

  • P(teor) ex = prezzo teorico ex diritto = [(P uff.* V)+(P sott.* N)] /(V+N)
Dove:
  • P uff = prezzo ufficiale cum diritto (nel caso specifico 6,40)
  • P sott = prezzo di sottoscrizione di 1 nuova azione (nel caso specifico 1,943)
  • V = numero di vecchie azioni (nel caso specifico 1)
  • N = numero di azioni di nuova emissione (nel caso specifico 2)
Quindi:


TERP su Prezzo ufficiale del 3 gennaio = [(6,4x1)+(1,943x2)] /(1+2) = 3,4287 euro





Riccardo Fracasso


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letto nel 3d di Solointraday ........interessante.......
 
Olly....non tornare con voli del caxxo low cost.....


mi raccomando....




[ame=http://www.youtube.com/watch?v=2r5HLULNfCw&feature=related]Fantozzi il ritorno - YouTube[/ame]
 

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