UN GIORNO Ti SVEGLIERAI E NON CI SARA' PIU' IL TEMPO DI FARE LE COSE CHE HAI SEMPRE

Quello che ha fatto gridare allo scandalo, infatti è proprio il fatto che numerosi giovani trentini sono disoccupati e costretti ad emigrare all'estero, oppure a fare qualche "lavoretto saltuario in Provincia".

"Se questa non è discriminazione, allora non sappiamo come altro possa chiamarsi!

Cos’altro dovremo ancora vedere?
Verranno tolti tutti gli aiuti per sfamare gli ultimi arrivati?
Siamo proprio arrivati alla follia pura: in un Paese e in una Provincia civile e normale le Istituzioni pensano prima al bene dei propri cittadini!

La solidarietà - conlude - va bene ma facciamola prima ai trentini".
 
“Leggo con dispiacere che anche la nostra città andrà ad ospitare solamente in una struttura più di 30 richiedenti asilo politico.

Trovo ingiusto che una struttura che era adibita a comunità alloggio per anziani, la quale svolgeva un servizio utile alla nostra città tanto che aveva avviato le pratiche per diventare una residenza protetta ospitando più di 20 anziani in futuro, debba trasformarsi in centro di accoglienza per rifugiati politici. La domanda li sorge spontanea. Ma chi si fa carico degli anziani che sono all'interno di quella struttura che dalla mattina alla sera vengono mandati a casa?”.

Con questa domanda Giorgio Famiglini della lista civica l'Alternativa di Porto Sant'Elpidio lancia la sua protesta contro il piano di accoglienza dei profughi.
 
I titolari delle strutture di fatto non ritengono più redditizia l'attività che assicura ospitalità agli anziani, preferendo di fatto il business dei migranti.
La struttura Santa Marta aveva chiesto qualche anno fa l'autorizzazione per accogliere gli anziani e diventare una sorta di casa di cura.

Come racconta uno dei membri della comunità Santa Marta, Giorgio Ercoli sul Resto del Carlino, "l'iter burocratico lungo tre anni ha di fatto impedito che la struttura entrasse completamente in funzione".
Ma a quanto pare come sottolinea Famiglini, gli anziani nella srtuttura "c'era e ci sono ancora".
Poi improvvisamente il cambio di rotta e la richiesta per destinare la struttura all'accoglienza dei profughi.

“Porto Sant'Elpidio ha bisogno di strutture che ospitano anziani autosufficienti e non, che sono soli o coloro i quali i propri familiari non riescono a tenere in casa. Trovo ingiusto che la politica - sottolinea Famiglini - non da delle risposte a questo tema e quando ci sono strutture che fanno un servizio utile per la nostra città c'è sempre chi pensa al business degli extracomunitari invece di trovare soluzioni per gli anziani della nostra città che sempre di più hanno bisogno di assistenza e che spesso i familiari devono sistemare in strutture lontane da Porto Sant'Elpidio. Si capisce bene da queste situazioni che il tema dei richiedenti asilo politico è diventato un vero e proprio business e chi amministra questa città non deve assolutamente permettere. Chiedo al sindaco di intervenire perché abbiamo tanti problemi e sono certo che con l'arrivo di queste persone ne avremo altri”.
 
Buongiorno. Il termine"zingaro" non è dispregiativo . Lo diceva anche il "re".

Breve ritratto di Vittorio Casamonica, il “Re di Roma” che gestiva l’eroina della Capitale. Un’ampia zona della città era sottoposta al suo controllo militare.
Collezionava Ferrari e opere d’arte.
«Sono solo uno zingaro», diceva di sé

Il Messaggero, venerdì 21 agosto 2015

Su Youtube il più cliccato è un video in cui canta My Way: interno giorno, in una casa piena di quadri e di uomini con gli occhiali da sole e i capelli lunghi.
Ed è vero, Vittorio Casamonica «did it» a modo suo, come urlava Frank Sinatra.

Negli anni ’70 è tra i capifamiglia del clan sinti che, da secoli radicato in Abruzzo, decide di spostarsi a Roma in cerca di fortuna.
Il commercio di eroina è ancora un affare emergente e per la famiglia è facile inserirsi, anche grazie ai rapporti di parentela con i nomadi Di Silvio.
Come racconta l’ordinanza di custodia cautelare che nel 2012 porta dentro 39 affiliati ipotizzando per la prima volta che i Casamonica siano un’associazione per delinquere (l’accusa è stata recentemente smontata in appello), la famiglia è «del tutto autosufficiente nelle modalità di approvvigionamento della sostanza stupefacente, nelle condotte di cessione, nell’organizzazione dell’acquisizione dei proventi e del loro reinvestimento».
Dunque, può battere la concorrenza anche sui prezzi.
Vittorio è considerato un capo, o almeno uno dei capi.
Nel 2004, quando una maxi retata colpisce il clan ma lui subisce solo un sequestro ed una interdittiva antimafia, tutti sanno che in famiglia lo chiamano «Il Re» come ricordavano ieri i manifesti appesi in chiesa.
Ai giornalisti che lo vanno a cercare, risponde sorridente: «Sono uno zingaro e vendo macchine, non so niente di mafia e usura. La mia famiglia ha sempre commerciato cavalli».
 
Ma va. Guarda un po' te cosa fanno quelli del PD che "si indignano". BUFFONI

«Particolarità del gruppo criminale è quella di attuare un controllo sistematico di varie strade, trasformate in una sorta di enclave all’interno della quale la polizia giudiziaria non riesce a svolgere i suoi compiti istituzionali sia per il rischio di ritorsioni anche violente, sia per la sussistenza di una rete di sorveglianza efficacissima composta da punti di avvistamento controllati dalle cd. sentinelle».

La forza e il controllo territoriale, consentono ai Casamonica di stringere accordi anche con le ’ndrine dei Piromalli e dei Molè oltre che con la criminalità romana (la collaborazione è stata stretta anche con la Mafia capitale di Carminati).
 
Vittorio fin dall’inizio ci mette del suo.

A metà anni ’80 è accanto all’ex cassiere della Banda della Magliana Enrico Nicoletti nell’attività di recupero crediti o di estorsione contro i negozianti che si rifiutano di obbedire ai voleri dell’usuraio.
Sarebbe stato lui il garante del patto che permette al cassiere di chiamare «gli zingari» quando un venditore di auto di lusso rifiuta di restituirgli l’anticipo già versato, o quando un altro concessionario non vuol cedere l’attività al cassiere che si è invaghito del suo redditizio autosalone.
Tutto quello che guadagna, «il Re» lo investe. Soprattutto in opere d’arte.
Nel corso della retata del 2004, quando 400 agenti della Dia si presentano nel fortino dai rubinetti d’oro della Romanina, restano sorpresi dalla quantità di beni preziosi accumulati dal capo clan che ha in casa persino dei vasi archeologici.

L’ultima Ferrari, invece, Vittorio Casamonica l’ha comprata un anno fa, con una truffa che gli è costata una condanna di un anno e pochi mesi.
 
Banda della Magliana - Casamonica - Carminati - Buzzi - PD

Il cerchio è bello che chiuso........ma, che strano, sono ancora lì ?

Se fosse capitato al Berlusca ? Ahahahahahah
50 procure avrebbero già avviato 300 indagini.......

mentre la rossa - che avrebbe pane per i suoi denti, perché dovrebbe lavorare all'antimafia - sarebbe partita all'attacco.
 
Ultima modifica:
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se li conosci......li eviti.....:D:rolleyes::rolleyes::wall:
 
a proposito di consulenti

io avevo un fondo obbligazionario europeo ed a dicembre mi chiama il promotore che segue la mia posizione e mi dice : bisogna chiuderlo perche' ci sara' il rialzo dei tassi...cosi' feci.

geniale..infatti i tassi europei hanno cominciato a scendere..ed il fondo che aveva in pancia rendimenti a yield molto piu' alti e' schizzato

ma si puo' scrivere la banca?

fi..fi..fide...

non ricordo :-o:-o..poi qui ne girano alcuni di questa banca :-o

Proprio li lavorava. Poi ha cambiato diventando capo area del nord est:eek:
e' molto bravo per la banca per cui lavora...


non sono tutti uguali ;)...

e cmq un margine di errore va lasciato... a tutti, e non solo alle proprie cose... :up:
 

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