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niniofin

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Ecco il grafico aggiornato
 

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btp37

Forumer storico
HABEMUS MINISTER
Governo,Romani ha giurato come ministro dello Sviluppo Economico
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Reuters - 04/10/2010 19:09:42
 

btp37

Forumer storico
Banche, la ripresa non è scontata
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Morningstar - 04/10/2010 15:46:00
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Lo scenario congiunturale dà segnali deboli di crescita e rende complicato il risveglio del comparto finanziario. La strada del comparto finanziario continua ad essere accidentata. L’indice Msci del settore a livello mondiale nell’ultimo mese (fino all’1 ottobre e calcolato in euro) ha perso il 2,7%, portando a +1,9% la performance da inizio anno. “Più di tre anni dopo l’inizio della crisi finanziaria scatenata dai subprime il sistema bancario sembra aver preso un corso più prevedibile”, spiega uno studio firmato da Jim Sinegal, analista di Morningstar. “Tuttavia, con l’economia che dà deboli segnali le banche dovranno percorrere ancora un lungo cammino prima di riconquistare buoni livelli di profittabilità”.
Le due facce degli Usa
La fotografia del settore negli Stati Uniti è in chiaroscuro. “Sorprendentemente, alcune banche sono più in salute oggi che in passato”, dice il report. “I capitali sono quasi raddoppiati rispetto ai minimi e le riserve per proteggersi dalle perdite sono ai massimi degli ultimi 50 anni. I prestiti difficili da recuperare sono già stati trasformati in perdite ed assorbiti e quindi i bilanci si presentano in buona forma”, in generale, quindi, le istituzioni finanziarie hanno i muscoli sufficientemente forti per far fronte a una nuova recessione o per finanziarie operazioni come acquisizioni o buy back se le cose dovessero migliorare velocemente. “Dall’altra parte, tuttavia, devono fare i conti con una riforma finanziaria che, in buona parte, deve ancora essere tradotta in legge e, quindi, lascia ampi spazi all’imprevedibilità”, continua Sinegal. “I provvedimenti che sono già stati adottati, intanto, stanno cambiando il modo di lavorare delle banche. Ad esempio, costringendole a separare l’attività di investimento da quella tradizionale o con il divieto di fare trading con i soldi in deposito. Limitazioni che, alla lunga, finiranno con l’incidere sui conti”.
Paure eccessive in Europa
Complicata anche la situazione nel Vecchio continente dove il futuro delle banche, negli ultimi mesi, è stato legato a quello di alcuni Paesi con una situazione debitoria zoppicante. “Gli investitori si stanno rendendo conto che, forse, le loro preoccupazioni erano esagerate”, dice lo studio di Morningstar. “Il punto è che non si possono avere economie nazionali e sovranazionali senza banche. Alcuni istituti, inoltre, hanno una rete molto forte e possono migliorare la propria posizione quando le cose ricominceranno a marciare per il verso giusto”. A questo va aggiunto che sono pochi gli istituti che hanno fallito gli stress test preparati dalla Ue per verificarne la solidità. “Se fossero introdotti regolamenti più stringenti per quanto riguarda la trasparenza, allora ci sarebbe una maggior fiducia da parte degli investitori”.
Cautela in Asia
Lo scenario sembra non presentare punti deboli solo per l’Asia (in particolare quella emergente). “In questa regione gli istituti di credito hanno dei portafogli-prestiti e dei bilanci migliori rispetto a quelli dei loro concorrenti dei Paesi più maturi”, dice Sinegal. “La scarsa penetrazione di mercato, inoltre, gli concede ancora ampi spazi per crescere. L’analista, tuttavia, consiglia di pensarci due volte prima di correre a riempirsi il portafoglio di banche di aree in via di sviluppo. “Le valutazioni sono molto alte rispetto, ad esempio, a gennaio di quest’anno. Molti fondi, inoltre, hanno già una buona esposizione sui Paesi emergenti e sui finanziari, per cui si rischierebbe un pericoloso sbilanciamento”.
 

btp37

Forumer storico
Il mondo va a traino degli emergenti
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Morningstar - 04/10/2010 15:21:00
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In pochi anni i Paesi in via di sviluppo contribuiranno a più della metà del Pil globale. Ma i rischi non mancano. I mercati emergenti sono tornati ad essere la vera locomotiva della finanza mondiale. E, dicono gli analisti, la loro performance migliorerà con il passare del tempo. Da inizio anno (fino all’1 ottobre e calcolato in euro) l’indice Msci Asia ha guadagnato più del 15,6%, quello Latin America il 12,6 e quello dell’Europa dell’est circa l’8%. Nello stesso periodo il paniere World è cresciuto del 5% mentre quelli del Vecchio continente e degli Stati Uniti hanno fatto segnare rispettivamente +1,7% e +7% (quest’ultimo, peraltro, in mezzo a una fortissima volatilità). “L’economia mondiale nelle ultime settimane soprattutto, sta mostrando segnali di recupero”, spiega una nota firmata da Phillip Gray, analista di Morningstar. “La crescita maggiore la stiamo registrando nei Paesi in via di sviluppo”.
Banche migliori, Pil più alto
Secondo uno studio del Fondo monetario internazionale, nel 2014, le aree emergenti produrranno oltre il 50% del prodotto interno lordo mondiale. Una delle ragioni legate a questo risultato è lo stato del comparto bancario. “Il miglioramento del sistema finanziario è stata la strategia scelta dai Paesi emergenti per far fronte alla loro vulnerabilità”, spiega uno studio dio Oxford Analytica (OA). “Prima potevano contare solo sul flusso dei capitali stranieri che, per loro natura, erano molto volatili e legati agli umori degli altri mercati mondiali”. Questo ha portato a un miglioramento anche del comparto azionario e di quello obbligazionario. “In America latina e in Asia, le emissioni di bond (sia governativi che corporate) hanno ormai superato quelle degli altri mercati internazionali”, continua lo studio di OA. “In Africa l’adozione di standard più evoluti per i mercati azionari negli ultimi cinque anni ha subito una forte accelerata. Va più a rilento l’Europa dell’est, ma solo perché è sempre stata aiutata da quella dell’ovest e, quindi, se l’è presa un po’ più comoda”.
Le sfide che queste aree incontrano sono essenzialmente due: il controllo dell’inflazione e il quadro normativo. “Nel primo caso, la stabilità dei prezzi riduce i rischi che privati e banche possono incontrare quando acquistano un asset finanziario”, dice Gray di Morningstar. “Negli ultimi 10-15 anni, l’inflazione è finita sotto controllo in molti Paesi, anche se ci sono delle eccezioni”. Per quanto riguarda il quadro normativo la situazione è più complessa e gli studi al riguardo non danno un quadro chiaro. “La protezione dei diritti degli azionisti e degli obbligazionisti è importante, perché dà agli investitori la sicurezza che i contratti saranno rispettati”, spiega l’analista.
Le scelte operative
Dal punto di vista operativo, due mercati considerati estremamente promettenti continuano ad essere India e Cina. “Alcuni operatori dicono che questi due Paesi sono già troppo cari”, afferma Richard Chow, responsabile del mercato azionario Asia (Giappone escluso) di Alliance Bernstein. “In realtà si tratta di storie di lungo periodo, quindi le valutazioni aumenteranno ancora”. Per quanto riguarda l’India, i fattori di miglioramento sono legati alla crescita domestica che non ha bisogno della domanda estera e l’affermarsi di una sempre più numerosa classe media alla quale si stanno affiancando i ricchi. Più o meno la stessa situazione che si sta realizzando in Cina. L’unica differenza riguarda i tassi di crescita: nel primo caso saranno superiori all’8% nel secondo supereranno il 10%.
A chi non vuole avere limiti regionali Matthew Vaight e Michael Godfrey, gestori del fondo Global Emerging Market di M&G, consigliano un attento stock picking (in pratica si tratta di scegliere le aziende migliori indipendentemente dal settore e dai Paesi in cui operano). “Le società in queste aree spesso crescono senza creare alcun valore per gli azionisti”, spiegano in un report. “Gli stessi investitori, poi, ne acquistano i titoli senza considerare se li stanno pagando troppo rispetto alle potenzialità, ma solo perché lavorano in Paesi emergenti. La chiave per un investimento proficuo in queste regioni è la selezione di ogni singolo titolo, basata sulla comprensione dei modelli di business e sull’analisi dei prezzi azionari alla luce delle attese sui guadagni futuri”.
 

Gennarook

Cantami o Diva
Banche, la ripresa non è scontata
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Morningstar - 04/10/2010 15:46:00
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Lo scenario congiunturale dà segnali deboli di crescita e rende complicato il risveglio del comparto finanziario. La strada del comparto finanziario continua ad essere accidentata. L’indice Msci del settore a livello mondiale nell’ultimo mese (fino all’1 ottobre e calcolato in euro) ha perso il 2,7%, portando a +1,9% la performance da inizio anno. “Più di tre anni dopo l’inizio della crisi finanziaria scatenata dai subprime il sistema bancario sembra aver preso un corso più prevedibile”, spiega uno studio firmato da Jim Sinegal, analista di Morningstar. “Tuttavia, con l’economia che dà deboli segnali le banche dovranno percorrere ancora un lungo cammino prima di riconquistare buoni livelli di profittabilità”.
Le due facce degli Usa
La fotografia del settore negli Stati Uniti è in chiaroscuro. “Sorprendentemente, alcune banche sono più in salute oggi che in passato”, dice il report. “I capitali sono quasi raddoppiati rispetto ai minimi e le riserve per proteggersi dalle perdite sono ai massimi degli ultimi 50 anni. I prestiti difficili da recuperare sono già stati trasformati in perdite ed assorbiti e quindi i bilanci si presentano in buona forma”, in generale, quindi, le istituzioni finanziarie hanno i muscoli sufficientemente forti per far fronte a una nuova recessione o per finanziarie operazioni come acquisizioni o buy back se le cose dovessero migliorare velocemente. “Dall’altra parte, tuttavia, devono fare i conti con una riforma finanziaria che, in buona parte, deve ancora essere tradotta in legge e, quindi, lascia ampi spazi all’imprevedibilità”, continua Sinegal. “I provvedimenti che sono già stati adottati, intanto, stanno cambiando il modo di lavorare delle banche. Ad esempio, costringendole a separare l’attività di investimento da quella tradizionale o con il divieto di fare trading con i soldi in deposito. Limitazioni che, alla lunga, finiranno con l’incidere sui conti”.
Paure eccessive in Europa
Complicata anche la situazione nel Vecchio continente dove il futuro delle banche, negli ultimi mesi, è stato legato a quello di alcuni Paesi con una situazione debitoria zoppicante. “Gli investitori si stanno rendendo conto che, forse, le loro preoccupazioni erano esagerate”, dice lo studio di Morningstar. “Il punto è che non si possono avere economie nazionali e sovranazionali senza banche. Alcuni istituti, inoltre, hanno una rete molto forte e possono migliorare la propria posizione quando le cose ricominceranno a marciare per il verso giusto”. A questo va aggiunto che sono pochi gli istituti che hanno fallito gli stress test preparati dalla Ue per verificarne la solidità. “Se fossero introdotti regolamenti più stringenti per quanto riguarda la trasparenza, allora ci sarebbe una maggior fiducia da parte degli investitori”.
Cautela in Asia
Lo scenario sembra non presentare punti deboli solo per l’Asia (in particolare quella emergente). “In questa regione gli istituti di credito hanno dei portafogli-prestiti e dei bilanci migliori rispetto a quelli dei loro concorrenti dei Paesi più maturi”, dice Sinegal. “La scarsa penetrazione di mercato, inoltre, gli concede ancora ampi spazi per crescere. L’analista, tuttavia, consiglia di pensarci due volte prima di correre a riempirsi il portafoglio di banche di aree in via di sviluppo. “Le valutazioni sono molto alte rispetto, ad esempio, a gennaio di quest’anno. Molti fondi, inoltre, hanno già una buona esposizione sui Paesi emergenti e sui finanziari, per cui si rischierebbe un pericoloso sbilanciamento”.
Tutta sta roba e' divertente da leggere, pero' ha valore prossimo allo "0", prima devono spiegare agli investitori perche' borse tipo l'hangseng e' ritornata quasi a 25000 punti livello massimo del 2007 dopo essere scesa a 10000 punti in 11 mesi nel crollo mondiale dalla fine del 2007 eppure mentre crollavano le borse la cina continuava a crescere del 14% all'anno, il pericolo non viene dalle banche europee, ma dalla crescita enorme di questi indici rispetto a quelli occidentali, non oso nemmeno immaginare cosa possa succedere se questi dopo essersi gonfiati a dismisura decidessero di realizzare, provocando uno storno su vasta scala delle borse mondiali.....:wall:
 

sciacallo

Forumer storico
Tutta sta roba e' divertente da leggere, pero' ha valore prossimo allo "0", prima devono spiegare agli investitori perche' borse tipo l'hangseng e' ritornata quasi a 25000 punti livello massimo del 2007 dopo essere scesa a 10000 punti in 11 mesi nel crollo mondiale dalla fine del 2007 eppure mentre crollavano le borse la cina continuava a crescere del 14% all'anno, il pericolo non viene dalle banche europee, ma dalla crescita enorme di questi indici rispetto a quelli occidentali, non oso nemmeno immaginare cosa possa succedere se questi dopo essersi gonfiati a dismisura decidessero di realizzare, provocando uno storno su vasta scala delle borse mondiali.....:wall:

non sono gonfiati a dismisura.
quanto a crescita manco ci pensano.
oggi e per i prossimi 150/200 anni.

hanno da colmare un gap consumistico mostruoso...

o pensi che l'operaio cinese guadagnerà sempre 150 euro al mese?
 

Gennarook

Cantami o Diva
non sono gonfiati a dismisura.
quanto a crescita manco ci pensano.
oggi e per i prossimi 150/200 anni.

hanno da colmare un gap consumistico mostruoso...

o pensi che l'operaio cinese guadagnerà sempre 150 euro al mese?
Non mi riferivo alla crescita economica dell'asia ma a quella virtuale degli indici delle borse che sono ormai arrivati ai valori pre-crisi mentre noi stiamo qui' ancora a cincischiare tra i 19000 e i 20000, penso che se non riusciamo a colmare parte del gap del nostro indice con queste aree, tra non molto questi potrebbero cominciare a stornare pesantemente, portandoci veramente all'inferno......e senza alcun peccato !...:X
 
Ultima modifica:

Kit Carson

Forumer storico
Buongiorno a tutti.
Gli USA chiudono male (dell'Europa neanche a parlarne), L'Asia chiude bene ... e oggi ? Se non fosse che non mi fido sarebbe un ottimo scenario per prendere posizione ... ovviamente sapendo quale é quella giusta :):up::)
 

sciacallo

Forumer storico
Non mi riferivo alla crescita economica dell'asia ma a quella virtuale degli indici delle borse che sono ormai arrivati ai valori pre-crisi mentre noi stiamo qui' ancora a cincischiare tra i 19000 e i 20000, penso che se non riusciamo a colmare parte del gap del nostro indice con queste aree, tra non molto questi potrebbero cominciare a stornare pesantemente, portandoci veramente all'inferno......e senza alcun peccato !...:X


sempre cazz.ata resta...

l'hang seng index ai max del 2007 era a 30468... ieri intorno a 22600
il nikkei225 nel 2007 era a 18238... ieri intorno a 9550



il dax nel 2007 era a 8100... ieri intorno a 6200
in italia il ftsemib nel 2007 era a 44300... ieri intorno ai 20000


ti pare che l'italia sia la germania??
 

sciacallo

Forumer storico
Buongiorno a tutti.
Gli USA chiudono male (dell'Europa neanche a parlarne), L'Asia chiude bene ... e oggi ? Se non fosse che non mi fido sarebbe un ottimo scenario per prendere posizione ... ovviamente sapendo quale é quella giusta :):up::)


provo a disegnare la giornata...


parte bene, sale ancora fino a 1,833... dalle 12 si iniziano ad affievolire le quotazioni... alle 17:30 chiudiamo a 1,782:eek::eek::D
 

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