Banche, la ripresa non è scontata
Morningstar - 04/10/2010 15:46:00
Lo scenario congiunturale dà segnali deboli di crescita e rende complicato il risveglio del comparto finanziario. La strada del comparto finanziario continua ad essere accidentata. L’indice Msci del settore a livello mondiale nell’ultimo mese (fino all’1 ottobre e calcolato in euro) ha perso il 2,7%, portando a +1,9% la performance da inizio anno. “Più di tre anni dopo l’inizio della crisi finanziaria scatenata dai subprime il sistema bancario sembra aver preso un corso più prevedibile”, spiega uno studio firmato da Jim Sinegal, analista di Morningstar. “Tuttavia, con l’economia che dà deboli segnali le banche dovranno percorrere ancora un lungo cammino prima di riconquistare buoni livelli di profittabilità”.
Le due facce degli Usa
La fotografia del settore negli Stati Uniti è in chiaroscuro. “Sorprendentemente, alcune banche sono più in salute oggi che in passato”, dice il report. “I capitali sono quasi raddoppiati rispetto ai minimi e le riserve per proteggersi dalle perdite sono ai massimi degli ultimi 50 anni. I prestiti difficili da recuperare sono già stati trasformati in perdite ed assorbiti e quindi i bilanci si presentano in buona forma”, in generale, quindi, le istituzioni finanziarie hanno i muscoli sufficientemente forti per far fronte a una nuova recessione o per finanziarie operazioni come acquisizioni o buy back se le cose dovessero migliorare velocemente. “Dall’altra parte, tuttavia, devono fare i conti con una riforma finanziaria che, in buona parte, deve ancora essere tradotta in legge e, quindi, lascia ampi spazi all’imprevedibilità”, continua Sinegal. “I provvedimenti che sono già stati adottati, intanto, stanno cambiando il modo di lavorare delle banche. Ad esempio, costringendole a separare l’attività di investimento da quella tradizionale o con il divieto di fare trading con i soldi in deposito. Limitazioni che, alla lunga, finiranno con l’incidere sui conti”.
Paure eccessive in Europa
Complicata anche la situazione nel Vecchio continente dove il futuro delle banche, negli ultimi mesi, è stato legato a quello di alcuni Paesi con una situazione debitoria zoppicante. “Gli investitori si stanno rendendo conto che, forse, le loro preoccupazioni erano esagerate”, dice lo studio di Morningstar. “Il punto è che non si possono avere economie nazionali e sovranazionali senza banche. Alcuni istituti, inoltre, hanno una rete molto forte e possono migliorare la propria posizione quando le cose ricominceranno a marciare per il verso giusto”. A questo va aggiunto che sono pochi gli istituti che hanno fallito gli stress test preparati dalla Ue per verificarne la solidità. “Se fossero introdotti regolamenti più stringenti per quanto riguarda la trasparenza, allora ci sarebbe una maggior fiducia da parte degli investitori”.
Cautela in Asia
Lo scenario sembra non presentare punti deboli solo per l’Asia (in particolare quella emergente). “In questa regione gli istituti di credito hanno dei portafogli-prestiti e dei bilanci migliori rispetto a quelli dei loro concorrenti dei Paesi più maturi”, dice Sinegal. “La scarsa penetrazione di mercato, inoltre, gli concede ancora ampi spazi per crescere. L’analista, tuttavia, consiglia di pensarci due volte prima di correre a riempirsi il portafoglio di banche di aree in via di sviluppo. “Le valutazioni sono molto alte rispetto, ad esempio, a gennaio di quest’anno. Molti fondi, inoltre, hanno già una buona esposizione sui Paesi emergenti e sui finanziari, per cui si rischierebbe un pericoloso sbilanciamento”.