Famosa fu l'intervista rilasciata dall'amministratore di Unicredit, Ghizzoni nell'aprile 2011 al Sole24Ore:
Dottor Ghizzoni, il Paese è diviso e l'economia cresce poco. Ma aggiungiamo anche che la reputazione delle banche è ai minimi livelli. Insomma, è anche colpa vostra?
La reputazione delle banche è bassa ovunque. Eppure io sono convinto di riuscire a far capire che UniCredit è un asset decisivo per il Paese. Serve da parte nostra un'assunzione di responsabilità e anche di leadership che, se ben esercitata, incide anche sulla reputazione. Dobbiamo essere uno dei motori del rilancio dell'economia e dell'industria italiana, aiutando le imprese a diventare grandi. In Germania ci sono tantissime imprese, non quotate e a proprietà familiare, che vanno dai 100-200 milioni fino ai 6 miliardi di fatturato. Da noi si continua con la leggenda che "piccolo è bello". Intanto la Germania cresce il doppio dell'Italia.
Si iscrive anche lei al partito del declino?
Al contrario. Io resto ottimista, perchè so che questo Paese ha grandi eccellenze e grandi potenzialità. Ma bisogna che chi ha posizioni di leadership, come noi in campo bancario, si assuma le proprie responsabilità per il Paese. E bisogna anche farlo in fretta, perché i Paesi emergenti corrono creando un gap di competitività sempre più ampio. È una partita in cui chi resta indietro, rischia molto. Uno dei temi da affrontare è quello del lavoro giovanile. Non voglio invadere altri campi, parlo di banche e faccio un esempio: da noi l'età media dei dipendenti bancari è di 45 anni, in Turchia dove abbiamo 17 mila dipendenti è di 29 anni.
È ottimista anche sulle prospettive della banca? Il 2010 è stato ancora un anno difficile. In Italia, che tuttora pesa per il 50% dei ricavi, avete addiritttura chiuso in perdita. Che previsioni fate per il 2011?
È vero, ma le azioni che abbiamo intrapreso stanno già dando risultati soddisfacenti e
sono certo che il 2011 sarà l'anno della svolta per UniCredit.
Il peggio della crisi è alle spalle e credo che noi siamo il gruppo bancario europeo con il maggior potenziale inespresso. Lo dimostrano i dati del primo trimestre, che presenteremo tra poche settimane, e che evidenziano un buon andamento dell'area investment banking e una ripresa sensibile dell'attività commerciale anche in Italia, dove tra l'altro si conferma la discesa del costo del credito.