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Unicredit in utile grazie all'estero, tempi rapidi per successore Ermotti
Di Francesca Gerosa
La trimestrale di Unicredit centrerà le attese. Parola dell'Ad, Federico Ghizzoni, secondo cui il terzo trimestre di piazza Cordusio sarà in linea con le aspettative della banca. T
uttavia il top manager ha messo un po' le mani avanti: "in questo periodo i trimestri sono meno buoni rispetto al passato".
Negli ultimi anni l'utile registrato dall'istituto deriva soprattutto dall'estero. "
Unicredit fa un po' di utili grazie alle attività estere, in Italia così così", ha sottolineato l'Ad pur ribadendo che
Unicredit resta una banca italiana, in quanto il 50% dei ricavi è realizzato nel nostro Paese. Certo, ci sono stati momenti in cui l'Italia ha contribuito più di altri Paesi. Ma negli ultimi due anni circa ci sono stati Paesi che sono andati meglio dell'Italia.
E' anche vero, però, che le banche italiane, ha continuato Ghizzoni, hanno fatto meglio rispetto a quelle di altri Paesi come la Germania e l'Inghilterra, dove hanno avuto bisogno di interventi massicci da parte dello Stato. In Gran Bretagna tutte sono finite sotto il controllo pubblico, con la sola eccezione di Barclays, e in Germania Commerzbank ha avuto iniezioni di denaro pubblico per 25-30 miliardi.
Le banche italiane non hanno attinto alle risorse dello Stato e questo è un fattore importante per Ghizzoni. "
Questa è la nostra forza, il ciclo tornerà e prima o poi l'Italita tornerà a quello che ci auguriamo". A proposito poi della proposta presentata ieri dal ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, sulla doppia aliquota di tassazione per le banche, una più elevata per il reddito da attività finanziarie e una più bassa per quello dalle attività di banca commerciale "può essere una proposta sui cui discutere con attenzione e interesse", ha detto l'Ad di
Unicredit, dicendo no alle interferenze della politica nell'attività quotidiana della banca che è cosa "non accettabile", ma sì al dialogo e al colloquio tra pubblico e privato.
Unicredit, e qui Ghizzoni si è messo sulla difensiva, è sempre stata una banca indipendente da questo punto di vista, "almeno dal 30 settembre, da quando sono io Ad, non c'è stata nessuna interferenza di nessun tipo". "L'uscita di dell'ex Ad, Alessandro Profumo, ha ribadito il top manager, non è assolutamente legata alle Fondazioni. Anzi, il rapporto con le Fondazioni "è stato ed è buono".
E anche per le recenti nomine "non ho ricevuto nessuna telefonata". Si è trattato "di una scelta interna del management, speriamo che sia la scelta giusta come pensiamo che sia". E una scelta interna del management sarà anche la nomina del successore di Sergio Ermotti, vice-ceo responsabile del corporate e investment banking, in uscita a seguito del recente riassetto al vertice della banca.
E' difficile dire se ci vorrà un giorno, dieci giorni o due mesi per trovare un sostituto, ma Ghizzoni ha assicurato che si tratterà di "tempi rapidi". Il management è aperto a diverse soluzioni, anche a un manager estero. E in effetti in queste ultime giornate il dito è stato puntato su Theodor Weimer, ora a capo del credit investment banking in Germania. Al momento sul listino milanese il titolo
Unicredit cede l'1,37% a 1,872 euro.
Oggi Andrea Comba, presidente della Fondazione Crt (ha il 3,3% di
Unicredit), ha voluto gettare acqua sul fuoco in merito alle ipotesi di dimissioni del presidente Dieter Rampl dalla banca: "non ho mai sentito nulla al riguardo, non c'è alcun ribaltone in vista".
Le ipotesi di un'uscita di Rampl sono state imputate alla presunta insoddisfazione per la nuova governance che ha determinato il ridimensionamento dell'investment banking e le dimissioni di Ermotti, che Rampl aveva fortemente appoggiato.