"E’ doveroso occuparsi oggi di Unicredit, fino a ieri la seconda banca italiana e che fra pochi mesi diventerà la nona banca europea per capitalizzazione (la prima nei mercati emergenti dell’Europa orientale).
E’ stata infatti annunciata ufficialmente la fusione tra Unicredit e HypoVereinsBank (HVB), il secondo gruppo bancario tedesco, con una presenza massiccia in Austria e Polonia (dove controlla le due maggiori banche) e in altri paesi dell’est. Nei fatti è Unicredit ad acquisire il controllo del nuovo istituto, anche se le decisioni più importanti non potranno essere prese senza il parere dei consiglieri nominati da HVB.
Da tempo Unicredit ha attuato, unica fra le grandi banche italiane, una strategia d’espansione internazionale degna dei grandi colossi finanziari e l’operazione HVB rappresenta, per molti versi, il coronamento di questa politica. Unicredit da tempo presenta i migliori margini reddituali in Italia e, se è vero che i clienti non sempre sono felici di “contribuire” al successo della banca, va dato atto al management di aver precorso spesso i tempi, offrendo servizi innovativi per il mercato italiano.
Oggi il coro di elogi per l’operazione HVB è assordante. Alessandro Profumo, l’amministratore delegato che da 10 anni guida Unicredit (altro record), forse dovrebbe preoccuparsi. In effetti, ai politici provinciali di casa nostra non pare vero che una banca italiana, in un contesto economico per certi versi disastroso, possa operare un’operazione finanziaria di questa portata.
Tralasciando i dettagli dell’operazione, che verrà perfezionata entro ottobre, ci permettiamo soltanto due osservazioni:
1. nessuno in Germania, né il governo né la Bundesbank, ha avuto obiezioni tali da ostacolare una fusione che vede passare il controllo della seconda banca del paese al di fuori dei confini tedeschi… e in Italia? I nomi Antonveneta e BNL vi dicono niente?
2. HypoVereinsBank non è una banca sanissima, ha avuto in passato e si porta dietro parecchi problemi sul portafoglio crediti, ma non è stata certo acquistata a prezzi folli: Unicredit ritiene di poterne migliorare in pochi anni i margini reddituali, sfruttando il know-how acquisito prima nella creazione di Unicredit a partire dalle Casse di Risparmio e poi nel rendere più efficienti le banche dell’Est europeo.
Operativamente, il titolo da tempo sta scontando questa acquisizione e non si è comportato particolarmente bene negli ultimi mesi. A nostro avviso si può acquistare Unicredit già ai prezzi attuali o magari in caso di un passaggio sotto i 4 euro. Tuttavia, visto che gli eventuali vantaggi della fusione si manifesteranno nel medio-lungo periodo, è il caso di avere un’ottica d’investimento più lunga del solito, di almeno uno o due anni.
Milano, 14 giugno 2005"
da
http://www.corrieredeititoli.com/index.php?page=UNICREDIT
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