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w_fib

Forumer storico
Perché non entri a 8,5 è lì che dovrebbe andare al termine della correzione, probabilmente il minirialzo precedente è una C di una onda 4 di correzione del donwtrend.
 

tontolina

Forumer storico
e poi scusa... con un proprietario così
non può che salire


Berlusconi, io Gesu' della politica
http://it.news.yahoo.com/12022006/2/berlusconi-gesu-politica.html

(ANSA)-ANCONA, 12 FEB- 'Su Napoleone scherzavo: io sono il Gesu' Cristo della politica, una vittima . Sopporto tutto, mi sacrifico per tutti'. Lo ha detto Berlusconi.
Durante una cena elettorale ad Ancona, il premier ha anche aggiunto che 'al di la' dei sondaggi sono sicuro che potremo vincere'. Poi sulle donne: 'Quando mi chiedono se sono fedele me ne cavo sempre con la battuta 'frequentemente', ma non mi piacciono quelli che non apprezzano l'altra meta' del cielo'. Infine: 'non credo che Prodi si confrontera' con me'.
 

tontolina

Forumer storico
1140097425silvio-berlusconi-gesu.jpg

http://213.215.144.81/public_html/articolo_index_22514.html
 

tontolina

Forumer storico
MEDIASET: ROVINAFAMIGLIE INGLESI
http://canali.libero.it/affaritaliani/politica/tessajowellseparazione.html

Mediaset/ Separazione per l'avvocato David Mills e il ministro della Cultura Gb Tessa Jowell. L'inchiesta sulle finanze della coppia la causa
Sabato 04.03.2006 12:37


Tessa Jowell

Il ministro britannico della Cultura, Tessa Jowell, si sta per separare dal marito David Mills, dopo le tensioni che hanno accompagnato l'inchiesta sulle finanze della coppia. Lo ha detto l'avvocato di Mills. Jowell, una fedele sostenitrice del premier Tony Blair, è uscita indenne da un'inchiesta sull'eventuale infrazione del codice ministeriale relativa a una vicenda finanziaria.

Ma la donna è rimasta comunque al centro dei riflettori, mentre continuano a persistere dubbi sulle relazioni di affari intrattenute in Italia da Mills, avvocato fiscalista, accusato di corruzione dalla Procura di Milano in concorso con Silvio Berlusconi, nello stralcio di un'inchiesta sui diritti tv Mediaset che è stato chiuso la settimana scorsa dai magistrati.

"Tutta questa vicenda ha esercitato una pressione terribile sul mia cliente e il suo matrimonio", ha detto l'avvocato di Mills. "(I due) sperano che col tempo la loro relazione possa riprendere ma, date le attuali circostanze, si sono accordati per un periodo di separazione".

L'inchiesta governativa su Jowell riguardava il pagamento del mutuo su una casa di Londra da parte del marito, con un misterioso versamento da 600.000 dollari proveniente dall'estero. I pm italiani stanno indagando sull'ipotesi che il denaro provenisse dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.

Jowell ha detto che suo marito ricevette un pagamento, inizialmente definito come "regalo", ma ha aggiunto che all'epoca non le era stato detto nulla in proposito e che se lo avesse saputo lo avrebbe dichiarato. "Accetto pienamente che mio marito avrebbe dovuto informarmi e, se lo avesse fatto, lo avrei naturalmente reso noto", ha fatto sapere poi Jowell in un comunicato, nel giorno in chi l'inchiesta ministeriale l'ha assolta.

Secondo il loro codice di condotta, i ministri britannici e i membri delle loro famiglie non devono accettare regali che possano metterli nella condizione di dover restituire un favore. Jowell, Mills e il premier Berlusconi hanno sempre negato ogni addebito.

I pubblici ministeri milanesi Fabio De Pasquale e Alfredo Robledo ipotizzano che Berlusconi abbia versato 600.000 dollari all'avvocato Mills, descritto come l'ideatore del complesso di società del comparto estero del gruppo Fininvest, come ricompensa per non aver rivelato in due processi informazioni in suo possesso sulle società estere, che la procura ritiene la "tesoreria occulta" del gruppo.


CHE BELLO AVERE UN PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COSì!
UN VERO SANT UOMO
 

tontolina

Forumer storico
5 – I CONTI DEL CAV
E' davvero povero Silvio Berlusconi che nel 2005 ha dichiarato al Fisco 3,550 milioni di euro contro i 12,762 del 2004? La domanda è angosciosa e solo la malizia può far pensare a ragioni pre-elettorali.
In realtà la spiegazione è un'altra e va ricondotta alle nuove regole del Fisco secondo le quali non si è più obbligati a dichiarare sul modello Unico alcuni dividendi azionari ora tassati alla fonte.
Nel 2006 il fenomeno probabilmente si accentuerà perchè le imprese del suo Gruppo stanno spingendo ancora di più sulla distribuzione di dividendi relativi all'anno appena concluso.

Mediaset ha già annunciato che chiuderà il bilancio con un utile netto superiore ai 600 milioni di euro e fonti interne dicono che quasi l'80% dei profitti (465 milioni), sarà destinata a dividendi e quindi distribuita agli azionisti. Anche Telecinco, la tv spagnola, ha raggiunto nell'ultimo anno un nuovo primato con 890 milioni di fatturato e 290,3 di utile netto dedicato completamente a remunerare i soci, ossia Mediaset stessa.

Il Gruppo Mondadori, da parte sua, migliorerà il fatturato 2004 toccando quota 1,7 miliardi di euro, aumenterà il risultato netto del 20% (quasi 130 milioni di euro) e distribuirà 165 milioni di dividendi.

Se poi si considera che a sua volta Mediolanum supererà se stessa prevedendo di distribuire in cedole almeno 132 milioni, si intravede una strategia della galassia del Cavaliere tesa soprattutto a fare cassa. Il risultato finale è un flusso di milioni di euro che va a rafforzare una cassaforte peraltro già munitissima. Collocando in Borsa poco più del 16% di Mediaset, Fininvest ha incassato l'anno scorso oltre 2,1 miliardi, metà dei quali risultano investiti in titoli di Stato (la più recente cessione della partecipazione nella finanziaria Hopa ha fruttato invece solo 42 milioni).

Un'altra parte del tesoro è custodita poi in Lussemburgo nella Abs Sicav, una specie di fondo comune con cui Fininvest gestisce (attraverso la consulenza operativa di Morgan Stanley, Lazard, Bnp Paribas, HSBS e West Am) la liquidità delle tre sub-holding che si chiamano Mondadori, Mediaset e Trefinance. Secondo le ultime valutazioni la disponibilità collocata nel Granducato dovrebbe aggirarsi al momento tra 600-700 milioni.

Insomma, fatte le debite ripartizioni in base alle partecipazioni in portafoglio, il capitale cash al quale il Cavaliere potrebbe fare ricorso in qualsiasi momento attraverso la sua rete finanziaria partirebbe da almeno 2-2,5 miliardi di euro.
Quanto basta per non piangere sulla classifica che lo ha visto improvvisamente povero.


Dagospia 06 Marzo 2006
http://213.215.144.81/public_html/esclusivo.html
 

tontolina

Forumer storico
mentre lui guadagna.... gli azionisti di minoranza debbono sorbirsi le multe perchè taluni giornalisti fanno solo gli interessi politici del cavaliere nano

Par Condicio: da Authority tlc multa 250.000 euro al Tg4

ROMA (MF-DJ)--L'Autorita' per le Garanzie nelle Comunicazioni ha deciso di comminare una multa da 250.000 euro al Tg4 per violazione della par condicio. La Commissione Servizi e Prodotti dell'Authority guidata da Corrado Calabro' ha deciso di multare la testata del gruppo Mediaset, diretta da Emilio Fede, gia' diffidata in passato, per non aver rispettato la par condicio e non aver riequilibrato la presenza delle diverse formazioni politiche. L'entita' della multa e' quella massima prevista dalla normativa vigente. ren (END) Dow Jones Newswires Copyright (c) 2006 MF-Dow Jones News Srl. April 03, 2006 06:56 ET (10:56 GMT)



e pure canale5 si era già beccato un'altra multa... se continua così tutti gli utili se ne vanno
 

tontolina

Forumer storico
tontolina ha scritto:
mentre lui guadagna.... gli azionisti di minoranza debbono sorbirsi le multe perchè taluni giornalisti fanno solo gli interessi politici del cavaliere nano

Par Condicio: da Authority tlc multa 250.000 euro al Tg4

ROMA (MF-DJ)--L'Autorita' per le Garanzie nelle Comunicazioni ha deciso di comminare una multa da 250.000 euro al Tg4 per violazione della par condicio. La Commissione Servizi e Prodotti dell'Authority guidata da Corrado Calabro' ha deciso di multare la testata del gruppo Mediaset, diretta da Emilio Fede, gia' diffidata in passato, per non aver rispettato la par condicio e non aver riequilibrato la presenza delle diverse formazioni politiche. L'entita' della multa e' quella massima prevista dalla normativa vigente. ren (END) Dow Jones Newswires Copyright (c) 2006 MF-Dow Jones News Srl. April 03, 2006 06:56 ET (10:56 GMT)



e pure canale5 si era già beccato un'altra multa... se continua così tutti gli utili se ne vanno
E FEDELE FERMO' IL CAVALIERE
http://www.wallstreetitalia.com/articolo.asp?ART_ID=368002

di Claudio Tito

"Così metti l´azienda in pericolo". Anche Letta consiglia prudenza dopo aver sentito il Colle. Nel gruppo Mediaset si temono ritorsioni dell´Unione in caso di sconfitta elettorale. Il premier e i suoi montano la protesta contro la par condicio.


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6 Aprile 2006 8:46 ROMA

(WSI) – «No, a questo punto non possiamo forzare di più. Dobbiamo pensare anche al futuro». Prodi? No. I vertici dell´Unione? Neppure. L´authority per le telecomunicazioni? Neanche. Lo stop a Silvio Berlusconi e alla improvvisata puntata di "Terra" è stato decretato dall´amico di sempre. Dal fedelissimo della prima ora. Ossia dal presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri.

Tutto era pronto. La presenza del Cavaliere su Canale 5 era cosa fatta. Le polemiche del centrosinistra non avevano sortito alcun effetto sulle intenzioni del premier; e tanto meno le proteste del cdr del Tg5. I suggerimenti di Confalonieri, invece, sono risuonati nello studio di Berlusconi a Via del Plebiscito con tutta un´altra potenza. Le telefonate tra il Cavaliere e "Fedele" sono state una costante nella giornata di ieri. In un primo momento, infatti, il via libera era stato concordato.

Studiato da almeno una decina di giorni. Il leader di Forza Italia era deciso a forzare la mano per poter irrompere sul piccolo schermo almeno un´altra volta prima del silenzio elettorale. Basti pensare che già la scorsa settimana i curatori del palinsesto di Canale 5 erano stati preavvertiti sul probabile cambiamento: la "Fattoria" era stata sostituita con il film "Ghost", programma più facilmente cestinabile. La normativa sulla par condicio, insomma, non aveva mai persuaso il presidente del consiglio e nella convinzione che quella con l´Unione sia una corsa testa a testa, ha provato a far pesare il fatto che i due duelli con Prodi erano stati ospitati sulla Rai e non sulle reti del Biscione.

Il fuoco di sbarramento del centrosinistra, però, è stato altissimo. L´inquilino di Palazzo Chigi ha provato ad aggirarlo. Ma alla fine, è stato proprio il presidente di Mediaset a dire «basta». Uno «stop» giustificato da una preoccupazione ben precisa: «Se forziamo adesso e poi le elezioni le vincono loro, esponiamo l´azienda alla ritorsione. E secondo me non è il caso». Confalonieri ha articolato il suo allarme ripetutamente e le parole di fuoco lanciate in pubblico contro l´opposizione sono state solo un gioco delle parti. «In questa fase - è stato il ragionamento del plenipotenziario di Cologno monzese - non possiamo rischiare di ritrovarci tutti contro. Se facciamo questa operazione adesso, non potremo difenderci. Non potremo ricordare che le nostre tv sono un patrimonio di tutto il paese ....... Per loro sarà troppo facile usare questo caso». Anche perché, ormai da tempo sul tavolo dei vertici del gruppo berlusconiano c´è anche l´opzione della vendita, parziale o totale.

L´idea che la vittoria dell´Unione imponga di dirottare una quota di risorse su altri settori strategici (basti pensare all´interessamento verso le banche confermato di recente anche da Ennio Doris, il numero uno di Mediolanum) è stata valutata anche da Berlusconi. E al di là delle necessità "ereditarie", il riordino delle holding di famiglia di poche settimane fa è stato studiato anche in questa prospettiva. Esattamente come appena 20 giorni fa, il 14 marzo scorso, il cda di Mediaset ha deciso l´acquisto di azione proprie fino al 10% del capitale. Un intervento rapido del futuro governo sulle legge Gasparri, ad esempio, renderebbe il tutto meno appetibile. Sebbene il bilancio 2005 di Mediaset si chiuderà con una crescita dell´utile netto del 9,8% rispetto all´anno precedente.

Tutti argomenti che hanno fatto breccia a Via del Plebiscito. La frenata del premier a quel punto è stata obbligata. Anche perché su un altro versante, più "istituzionale", un altro fedelissimo del premier invitava alla prudenza: Gianni Letta. Il sottosegretario alla presidenza del consiglio, quasi in contemporanea, riferiva infatti i dubbi, o meglio i mal di pancia con cui il Quirinale stava seguendo la vicenda. Una situazione che avrebbe costretto il capo dello Stato ad intervenire e a far intervenire in tempi serratissimi anche il Garante per le Tlc. A quel punto l´obiettivo del presidente del consiglio non poteva che essere quello di tentare di girare a proprio favore lo stop.

Crearne, insomma, un caso politico accusando l´Unione di «mettere il bavaglio» alle tv e precostituire le condizioni per assestare un colpo all´emittenza berlusconiana. «Vogliono tenermi sotto silenzio. Si preparano a vendicarsi». E così tornare ai registri tradizionali cercando di oscurare la polemica su quel «coglioni» lanciato contro gli elettori del centrosinistra.




domanda:"ma il Grassone di LA7 con chi sta? perchè non torna a mediaset?!"
 

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