Magari Strip non ha letto molto del forum, visto che proprio qui abbiamo difeso la grafica come forma d'arte molto più che forse chiunque altro operi nel settore. D'altra parte, il corpus del forum qui è già enorme, e non si può imputare nulla a chi non se lo sia scorso tutto sotto gli occhi.
Però il problema sta nel passaggio da grafica realizzata, buona, mediocre o come altro possa essere, a quella che sarà la sua commercializzazione. Ho saputo recentemente da un amico che noi qui non siamo affatto i cani da caccia che si dan da fare correndo davanti alle masse
, come forse immaginavamo, ma che l'atteggiamento comune è oramai proprio questo: comperare capolavori, o quasi, e pagarli un pezzo di pane - o quasi.
Magari qui si è convinti che serva anche una certa competenza, ma oggi forse la competenza si è stabilita nel riparare telefonini o far funzionare programmi di computer, e non c'è da rimpiangere nulla, eh, solo prendere atto.
Ovvio che questo abbassi i prezzi e renda difficile la vita a chi propone nuove grafiche. L'editore, o gallerista, si trova in una difficile situazione di mezzo. Metti che magari sia più sbilanciato verso l'entusiasmo nei riguardi dell'arte; o metti invece che intenda guadagnarsi il pane con l'aiuto delle passioni altrui, purtroppo tutte queste cose, pur lecite, non tengono presente un tema che qui abbiamo toccato.
Il tema è: l'arte è un prodotto da "consumare" (=il valore venale decresce, come per un'automobile) oppure tende a mantenere il suo valore economico nel tempo, e quindi può essere utilizzata anche per questo scopo? Ecco, nel secondo caso si pone allora il problema dell'"usato". Se il valore c'è = qualcuno compra. Chi? Come? E questo è un problema che non sfiora nemmeno il mondo dei creatori, degli editori e dei ... galleristi.
Perché l'arte può anche essere un consumo, però in quanto oggetto il suo consumo è molto basso, e gran parte di quanto fu creato nei secoli permane a disposizione. Così, ai sensi della legge domanda vs offerta, fin che i possibili compratori aumentano (cause demografiche, o di sviluppo economico, o di miglioramento culturale) i prezzi aumentano, ma soprattutto si affacciano sul mercato orde di produttori (artisti, editori ecc) pronti a smerciare prodotto fresco. Mai a riciclare quello vecchio. Pur di non rischiare su questo punto, a livello di comunicazione di massa si sono viste strategie incredibili, in pratica volte ad assimilare l'arte in vendita al mito della gioventù: oltre i 30 (anni) hic sunt leones.
Scrivo troppo. E' che mi è venuta un'idea. O una ideona
Una nuova figura di mercante d'arte (oddio, non nuova del tutto, comunque riciclabile). Colui a cui rivolgersi per trovare quanto ci interessa a prezzo interessante.
- Vorrei una acquaforte di Music, ma pagarla meno di 400 €
- Una lito di Paladino, a qualunque prezzo, ma di primissima qualità, cercamela, ti do 2 anni.
- La serie completa di ecc. ecc. a € tot + o -
Il nostro mercante raccoglie i desiderata, poi gira il mondo reale e virtuale, con in tasca - nel telefonino - questa lista da vari clienti, e quando trova ... - qui sta la novità, prima c'era solo il telefono, e caro - ... può mandare una mail o un Whatsapp, e combinare subito prima ancora di comprare il pezzo trovato.
In attesa dei 24 post che spiegheranno come la cosa esista già, osservo comunque che la vastità degli oggetti a disposizione apre uno spazio per chi sappia e intenda selezionare conto terzi, cosa che dovrebbe essere economicamente vantaggiosa per il compratore.
Oggi la galleria, reale o virtuale, è un deposito di scelte già fatte, come una agenzia immobiliare. Ma anche per gli immobili esiste chi cerca a seconda delle richieste.
Poi, il difetto maggiore della modalità sta nel fatto che il cliente dovrebbe avere già idee abbastanza chiare, cosa invero piuttosto rara. Perché tu non potresti proporgli quasi nulla, o magari sì, ma tediandolo in tempi brevi.