La Russia ha già presentato una propria bozza di risoluzione sul
Venezuela al Consiglio di sicurezza dell'Onu: "La crisi in Venezuela deve essere risolta dai venezuelani stessi, mentre i tentativi di intervenire esternamente negli affari di questo Paese e le minacce di usare la forza contro di esso sono inaccettabili", si dice nel documento, che sottolinea anche la necessità di una soluzione politica. Per quanto riguarda il trasferimento di aiuti umanitari, la risoluzione afferma che tali misure dovrebbero essere prese in coordinamento con Caracas. Mosca è fra i sostenitori del governo di
Nicolás Maduro in contrapposizione con il leader dell'opposizione
Juan Guaidó, presidente ad interim dal 23 gennaio. La vice presidente del Venezuela,
Delcy Rodriguez, è attesa venerdì a Mosca per incontrare il ministro degli Esteri russo
Sergey Lavrov.
Sconvolto da una crisi economica, il Venezuela è caduto nell'instabilità politica con la dichiarazione del leader dell'Assemblea nazionale Guaidó, che ha delegittimato il presidente. Maduro e i suoi alleati, Russia compresa, hanno accusato Washington di tentare un colpo di stato contro il suo governo. Infatti gli Stati Uniti hanno riconosciuto il capo dell'opposizione e guidato una campagna diplomatica a sostegno della sua leadership.
Di diverso avviso l'idea degli americani nella risoluzione che porteranno sul tavolo del Consiglio: nuove elezioni presidenziali e la libera consegna degli aiuti umanitari al Paese. Mosca non la sosterrà. Lo ha detto la portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova. "Non contiene nulla di nuovo - ha affermato - Si tratta della stessa miscela di demagogia, cliché di accuse e richieste tipo ultimatum. Naturalmente - ha concluso - la Russia non può sostenere tale proposta"
Intanto Guaidó, riconosciuto da una cinquantina di Paesi, esclusa l'Italia, è arrivato a Brasilia, dove sarà ricevuto da
Jair Bolsonaro prima di rientrare a Caracas, dove potrebbe essere arrestato.
(repubblica.it 28/2/2019)