di Askanews
Roma, 1 apr. (askanews) - Nessun margine di accordo. Chiusura totale. Il governo del Venezuela "non accetta e non accetterà mai" imposizioni di governi stranieri. E men che meno dagli Stati Uniti, che con "minacce" e tentativi di "estorsione", in piena pandemia di coronavirus, hanno confermato il loro atteggiamento "miserabile". E' una chiusura netta, senza equivoci, quella che arriva da Caracas alla proposta degli Stati Uniti per una soluzione della crisi politica e sociale nel Paese. Una proposta che prevede un periodo di transizione in vista di nuove elezioni, e una premessa ineludibile: non c'è posto per i due principali protagonisti della crisi. "Né Maduro né Guaido", è il piano Usa, ma un Consiglio di Stato eletto dall'Assemblea parlamentare, con funzioni di governo, finché non si andrà alle urne. In cambio, gli Stati Uniti sarebbero pronti ad alleggerire le sanzioni imposte al Venezuela.Di tutto questo il segretario di Stato Usa, Mike Pompeo, ha già discusso con il leader dell'opposizione, Juan Guaido, manifestando la speranza di ritrovarlo a capo dello Stato dopo regolari elezioni. Se per Pompeo, "un quadro di transizione democratica" offrirà al Venezuela, per la prima volta, "una via d'uscita conseguente" dalle sanzioni americane, per Guaido un governo di transizione nel Paese è oggi più che mai necessario. Il Fondo monetario internazionale, ha evidenziato il leader dell'opposizione e autoproclamato presidente, ha infatti rifiutato una richiesta di prestito di 5 miliardi di dollari, appena due settimane fa. E "la pressione economica", ha sottolineato da parte sua il capo della diplomazia Usa, "continuerà finché Maduro non accetterà una vera transizione politica", sul modello di quella proposta da Washington: "un percorso chiaro, equo e di buon senso per porre fine alla crisi nel Paese".Una "pseudo proposta", l'ha definita però il ministero degli Esteri di Caracas. Il Venezuela "è un paese libero, sovrano, indipendente e democratico, che non accetta, né accetterà mai alcuna tutela, di nessun governo straniero", si legge in una nota. Tanto più che Washington "non ha la minima conoscenza dell'ordinamento giuridico venezuelano e del funzionamento delle sue istituzioni".Caracas, d'altra parte, considera "curiosa" la decisione degli Stati Uniti di "sfilare la sedia" a Guaido, che era stato "scelto a inizio 2019 come punta di lancia della strategia golpista" americana. Con questa nuova offerta, è il ragionamento delle autorità venezuelane, l'amministrazione di Donald Trump dimostra di avere "completamente perso la sua rotta". Gli Stati Uniti hanno abbandonato "estorsioni e minacce ai funzionari" del governo di Nicolas Maduro, "comprese le taglie imposte sulla loro cattura" per passare "all'offerta di un obbrobrio di accordo". Il tutto "in una settimana", si sottolinea. Roma, 1 apr. (askanews) - Dunque, le iniziative di Trump - che nell'ottica di Caracas hanno l'esclusivo fine di 'commissariare' il paese - non possono che considerarsi "miserabili". Il presidente americano, si sottolinea, sta cercando di "trarre vantaggi geopolitici nel pieno della più spaventosa pandemia mondiale", un tentativo che può essere condotto solo dalla "miseria di persone senza la minima sensibilità e preoccupazione sociale". E' per questo che, per Caracas, "a farsi da parte" dovrebbe essere proprio l'amministrazione Trump, la cui gestione della crisi sanitaria è stata "ambivalente, improvvisata e inumana". Gli Usa dovrebbero inoltre "rimuovere le misure coercitive unilaterali" che stanno impedendo al Venezuela di "acquistare aiuti sanitari per combattere il coronavirus" e - conclude la nota - non saranno certamente "minacce e strategie di estorsione" o "la pretesa di imporre falsi accordi" a "distrarre l'attenzione e le energie" del governo di Caracas dalla difesa della propria "sovranità e indipendenza".