VIAGGIO AL CENTRO DEL SALOTTO

Ho scritto questo messaggio ad un giornalista.......

Abbiamo la sfortuna di avere un premier di cartapesta.
Però qualcuno "in alto" dovrebbe svegliarsi dal torpore nel quale vive e rendersi conto delle pagliacciate che quasi quotidianamente ci cadono sulla testa.
Qualcuno dopo un'ora di attesa ci manda un messaggio facebook, dove - come già in precedenza - anticipa dei provvedimenti senza avere il pezzo di carta battuto.
Stavolta - qualcun altro - cerca di mettere una pezza ed emette un provvedimento per bloccare le fughe di persone.
Poi esce il pezzo di carta.
80 codici ateco aperti....???? Ma non finisce lì.
Al punto "d) restano sempre consentite anche le attività che sono funzionali ad assicurare la continuità delle filiere delle attività di cui all’allegato 1"
Al punto "g) sono consentite le attività degli impianti a ciclo produttivo continuo".
Guardiamo la nostra zona.
Chi produce viti bulloni rondelle rimane aperto perchè sono attività funzionali alle filiere del punto 1.
A cascata, funzionali a queste attività, abbiamo le zincherie(per i prodotti finiti), i decapaggi e le trafilerie a monte.
Sopra a tutto abbiamo le produzioni a ciclo continuo - aperte - nelle quali sono ricomprese le acciaierie.
Ma allora cosa ha chiuso l'ottusangolo ?
Non so se è meglio guardare un film di Stanlio e Ollio.
 
Eh caro mio. Partirei da molto molto lontano.
Ma almeno da dicembre dello scorso anno qualcosa avrei preparato.
Non era difficile fare un programma sui materiali che potevano essere utilizzati
contro questo virus, perchè il virus era conosciuto. I medici potevano sapere
quali erano le modalità di trasmissione, i tempi di incubazione, le modalità di ripresa
o di peggioramento, cosa sarebbe servito.
Ma questo è il senno di poi.

Ma stando qui vicino, dopo aver preso coscienza delle modalità di trasmissione del virus
ed aver capito che il problema più grosso sono gli "asintomatici" avrei organizzato la
sanità in presidi a misura d'uomo (medici di famiglia) dando loro la possibilità e la responsabilità
- perchè anche questa dobbiamo avere - di verificare fra i loro mutuati gli asintomatici.
Avrei montato degli ospedali da campo - da subito - nei campi sportivi e non dopo-domani come stanno facendo.
E lì ci avrei messo - lo so privandoli della libertà personale - gli asintomatici.

Poi - da subito - poichè le avevo già stoccate - avrei reso obbligatorio l'uso delle mascherine chirurgiche
e non avrei autorizzato le fp2 ed fp3 per poi dire che "non servono in quanto il filtro espelle il virus".

Le fp2 ed fp3 le utilizziamo in ambiente industriale, tutti giorni, e tutti sono a conoscenza delle
caratteristiche delle mascherine. E loro non lo sapevano ?

Le attività industriali, specialmente in una zona "portante" per il pil nazionale, non le avrei mai bloccate.

Controlli rigorosi in azienda sì. A cosa servono le USL o come si chiamano ora ? A cosa serve l'Inail ?
Quei dottori - che oggi non fanno neppure le visite fiscali - potevano essere messi a controllo
delle maestranze, incentivandone il numero con assunzioni come stanno facendo ora, per un controllo serrato.
 
Ultima modifica:
La stretta è arrivata chiesta un po’ da tutti da una settimana.

Il tempo trascorso avrebbe potuto servire per preparare qualcosa di più ragionato ed organico,
magari sentendo gli esperti di certi settori industriali ed i prefetti.

Invece il Pavone romano ha fatto tutto di corsa, senza organizzazione precedente, ed ha combinato l’ennesimo pasticcio.

Chi ha scritto il Decreto risiede in Roma, ,coadiutavo al massimo da qualcuno che risiede a Milano.

L’Italia è tutta Roma e Milano? NO!.

Roma è fatta anche da piccole città, da un tessuto extraurbano complesso,
da una rete commerciale cresciuta sulla base di una liberalizzazione selvaggia
in modo estremamente disomogeneo, ma tutto questo è stato ignorato.

L’Italia è fatta anche di piccoli comuni SENZA un esercizio commerciale.

Gli abitanti di Casasco (AL) ad esempio saranno costretti ad applicare, forzatamente, il “Caso di necessità”;
a meno che non vogliano attendere la maturazione delle ottime ciliegie.
Come questo piccolo borgo me ne vengono in mente una dozzina.

Allo stesso modo la liberalizzazione ha portato a concentrazioni enormi in comuni relativamente piccoli
perchè al servizio di città molto più grandi.

Galbiate (8500 abitanti) ha solo qualche negozio di prossimità, di per sè non giustificando il caso di necessità,
ma i suoi abitanti non potranno più andare nei supermercati dei comuni vicini,
ed il sindaco può chiedere pure il permesso agli altri sindaci, ma i carabinieri, se applicheranno la legge, rimanderanno indietro gli abitanti.

Il primo ipermercato (per anzianità) d’Italia, l’IperMontebello (1977), sorge nel territorio di Codevilla
e di Montebello, neppure 2000 abitanti messi insieme, ma serve i 60 mila di Voghera, Casteggio e dintorni,
per i cui gli abitanti si attendono tempi complessi.

Questi sono casi che mi vengono a mente così, spontaneamente, ma sicuramente ce ne sono altre centinaia,
anzi se nei commenti me ne indicate qualcuno sarà il benvenuto.

Quindi un governo di abitanti a Roma ed a Milano (non è la latitudine geografica il problema, ma quella mentale)
ha gettato un decreto, definibile quadrumane perchè scritto anche coi piedi, senza averne ben chiare le conseguenze.

Gli Italiani invece le sentiranno per bene, con difficoltà di rifornimento e grossi problemi di carattere burocratico,
oltre ad inutili discussioni con le forze dell’ordine, il tutto causato da una scrittura approssimativa.

Eppure esiste il MISE che avrebbe potuto sentire qualche grossa catena della GDO che, sicuramente,
ha una mappatura con la copertura commerciale e distributiva per area, oppure si poteva delegare il problema ai Prefetti
che, essendo sul territorio, avrebbero potuto fare le cose in modo migliore,
ma i Pavoni fanno le cose in fretta, per mostrare la coda e vantarsene.

Quali conclusioni si possono trarre da questa situazione:

a) che il vecchio regime di licenze commerciali, che equilibrava offerta e domanda di servizi al dettaglio,
sarebbe stato sensato in questo momento, ma non era abbastanza liberista….

b) che le gatte frettolose fanno i gattini ciechi, e chi è al governo non ha una minima idea del paese che sta governando;

c) che la popolarità di Conte oggi sarà molto minore perchè i disagi si sarebbero potuti evitare, ed i rischi perfino ridotti,
spingendo per la prenotazione della spesa o la consegna a domicilio.

Però il governo doveva fare un gesto eclatante, non un gesto utile
 
Nessuno che chieda mascherine ed occhiali,unici provvedimenti sicuramente efficaci.

Le limitazioni dovrebbero essere fatte dopo.

E' il mondo a rovescio e in un mondo a rovescio non può meravigliare che vada tutto storto.
 
Ad esempio in provincia di Vicenza esistono moltissimi piccoli comuni che non hanno un supermercato degno di nota,
mi riferisco a Posina,Lastebasse,Laghi completamente dipendenti da Arsiero,
oppure ai comuni dell'altopiano che dipendono quasi esclusivamente da Asiago per i supermercati, cosa faranno ?

Arrivano i pacchi del piano Marshall?
 
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Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri.

Così scriveva George Orwell ne “La fattoria degli animali” , nel lontano 1947.

Parlava del mondo comunista, ma poteva parlare del PD nellìItalia di oggi.

Zingaretti sta meglio, lo ha detto lui stesso:
«Ciao a tutti io sono ancora in isolamento a casa, ho avuto un paio di giorni di febbre alta,
ora va un pò meglio, ho iniziato la terapia antivirale e combattiamo
»
.

Delle condizioni di salute siamo contenti e speriamo che si possa riprendere presto ed essere nella sua massima forza,
così da poter essere chiamato a rispondere delle sue azioni davanti agli italiani.

Però su Libero Quotidiano del 21 Marzo leggiamo anche una risposta al vetriolo di un medico lombardo:

«Scusi, ma Zingaretti che cura antivirale sta facendo?».

Al telefono è un medico di base che conosco da molti anni e che ha chiamato perché vorrebbe capire:
«No, perché qui in Lombardia non abbiamo antivirali da prescrivere».


Perchè, come spiega il medico, in Lombardia si ha il tampone solo se molto gravi.

Inoltre non ci sono terapie per chi è a casa: chi è in ospedale, pochissimi, riceve delle terapie,
ma chi è a casa prende, al massimo, la tachipirina.

Invece Zingaretti riceve degli antivirali.

Infatti il medico nota:

«A noi medici di base cambiano gli applicativi continuamente, passiamo la giornata al telefono a rispondere
e a richiamare in serata centinaia di persone, ci dicono anche di dire alla gente di non uscire di casa,
dove i pazienti sono lì con la tachipirina e basta. Per questo vorrei di capire la cosa di Zingaretti, che oltretutto è lui a raccontare».


Caro Zingaretti che antivirali hai preso?

Pechè le tue cure non vengono date a tutti i cittadini che sono malati di Coronavirus a casa.

Non era poi il PD il partito dell’Uguaglianza Sociale? Evidentemente no…
 
"Finalmente gli italiani hanno aperto gli occhi."
Si vedrà alle prossime elezioni, se e quando ci saranno.
Quando le urne saranno aperte, se la maggioranza europeista attuale rimarrà, vorrà dire che sono ancora chiusi.
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Mia nonna materna, classe 1898, soleva spesso esclamare: il Signore è Grande!

Donna semplice, non acculturata, ma di grande intelligenza, con quella esclamazione si riferiva
all’imperscrutabilità dei disegni divini e che pertanto bisognava essere speranzosi, perché a volte dal male scaturisce il bene.

Era una donna di una fede profonda e sincera, non conosceva certo la Divina Commedia
e men che meno la celebre frase dantesca: “Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, e più non dimandare“,
ciononostante non disperava mai della Provvidenza Divina.

Anch’ io che “ho fatto le scuole grandi”, come lei avrebbe detto, infarcito di granitiche certezze positiviste
e scarsamente o insufficientemente dotato di quel grande dono che è la fede, per le attuali vicende sanitarie,
che sta vivendo tragicamente il nostro paese e non solo, non posso esimermi dal dire: il Signore è Grande!

Ebbene si: l’epidemia inaspettata di covid-19 ha scardinato, a livello italiano, europeo e mondiale,
assiomi economici liberisti assurti in un trentennio a verità rivelate, per cui niente sarà più come prima.

Il libero commercio, il lavoro-merce, le delocalizzazioni produttive, ritenute leggi assolute al pari di quella di gravità
e quindi ineluttabili, per dirla alla Thatcher “senza alternativa”, si avviano ad un tramonto ignominioso.

Il covid-19, purtroppo assieme al suo strascico di dolori e di morti, ha fatto vedere a quanti non volevano vedere
ciò che noi affermiamo da sempre, che il re è nudo e che lo è sempre stato.

Avremmo preferito aver ragione in circostanze meno tragiche, ma tant’è.
Auspico, spero che finalmente gli italiani abbiano aperto gli occhi.
E’ proprio vero che “la paura fa novanta” e che con la morte non si scherza affatto.

Hanno così scoperto che la globalizzazione non è la panacea di tutti i mali, ma che essa stessa è un male se non governata.
Quanto è successo con la carenza delle mascherine sanitarie, tutte prodotte in Cina, da dove ha avuto origine il contagio mondiale, è di sesquipedale evidenza.

Ma non basta!

Nel 2011, quando il ministro dell’istruzione Azzolina era ancora una studentessa universitaria di belle speranze,
tutti noi abbiamo avuto in anteprima mondiale la prima sperimentazione di “didattica a distanza”, oggi così attuale.

Erano i compiti da fare a casa, assegnatici dai maestri di Bruxelles e svolti da noi italiani con diligenza, sotto l’occhio vigile dell’inflessibile prof. Mario Monti.

I compiti da svolgere erano i seguenti:
tagliare le pensioni,
tagliare la sanità,
tagliare l’istruzione pubblica,
depotenziare lo statuto dei lavoratori,
bloccare qualsiasi progressione stipendiale dei dipendenti
privatizzare tutto quello che ancora c’era da privatizzare.

Insomma, la solita ricetta neoliberista così come riporta il breviario del Consenso di Washington
e finalizzata a distruggere la domanda interna e la produzione interna a vantaggio delle grosse multinazionali.

Ufficialmente erano provvedimenti per uscire dalla crisi economica, in realtà le maggiori risorse così recuperate
dovevano servire a salvare le banche tedesche e francesi travolte dal crack delle loro consociate d’oltre oceano.

Come far bere agli italiani questo calice amaro?
Semplice, ci doveva essere un motivo pressante che rendesse accettabili cose che altrimenti sarebbero state respinte.

A crearlo ci pensò frau Merkell, alla quale non andava proprio giù che Berlusconi la definisse “ una culona in……
e soprattutto che la crisi dei subprime non avesse intaccato la solidità del sistema bancario italiano.

La Deutsche Bank, sollecitata, vendette tutti i titoli pubblici italiani in portafoglio avviando così su di essi
la speculazione internazionale al ribasso e per contro un aumento dei loro interessi di collocamento.

Una vera e propria pugnalata alle spalle all’Italia ma un esempio da manuale
di come il capitalismo dei disastri o shock economy crea il proprio consenso!

A questo punto “Il Sole 24 ore”, la quinta colonna nostrana, il dieci novembre 2011 titolava in prima pagina “Fate presto!”,
accorato appello, bontà loro, per salvare l’Italia. Et voila: les jeux soint faits.

Si dovevano senza alcun ambage fare le riforme: c’era lo “spread” ed il debbbito pubbblico ( con tre b come il rating che rischiava l’Italia).

Quali zelanti scolaretti, i compiti a casa li abbiamo fatti e li continuiamo a fare,
ma dalla crisi non siamo per niente usciti, tutt’altro, mentre i sacrifici lacrime e sangue sono stati impiegati,
ribadiamolo, per salvare le banche altrui e remunerare i possessori di rendite.

Il crollo della domanda interna ha fatto perdere al sistema paese il 25% della capacità produttiva
ed ha causato una disoccupazione complessiva che si colloca stabilmente attorno al 13%.

Il sistema bancario italiano, assolutamente sano prima di questi provvedimenti,
dopo le riforme fu oberato da un’enorme massa di NPL, prestiti non esigibili,
conseguente agli innumerevoli fallimenti delle imprese che lavoravano per il mercato interno,
e rendendo così molto più difficile l’erogazione del credito alle ditte che ancora producono.
Più o meno come una guerra persa!

Orbene, oggi gli italiani vengono a sapere che lo “spread“ non è una punizione biblica per i propri presunti gaudenti trascorsi,
così come invece ci volevano far credere i calvinisti tedeschi e gli italidioti nostrani e lo apprendono niente di meno che da Christine Lagrade,
successore di Mario Draghi alla presidenza della BCE,

Infatti, in un amen è aumentato lo “spread” sui nostri titoli pubblici, grazie alle sue incaute dichiarazioni, dettate forse dalla concitazione del momento.

Aveva ragione Mark Twain : ”È meglio tenere la bocca chiusa e lasciare che le persone pensino che sei uno sciocco, piuttosto che aprirla e togliere ogni dubbio “.

Si è così acclarato che i mercati da soli non contano un fico secco e, se lo “spread” aumenta,
è perchè la BCE, che dovrebbe in fin dei conti essere anche la nostra banca centrale,
sceglie di non fare nulla e dare così in pasto alla speculazione internazionale i titoli di stato italiani.

Ovviamente la scelta della BCE è gravida di conseguenze pratiche per tutti noi:
con la sua inerzia trasferisce ai rentiers, ai detentori del debito pubblico, la ricchezza prodotta dagli italiani
che altrimenti potrebbe essere impiegata, ma guarda un po, per costruire nuovi ospedali, che oggi ci servono come il pane, e scuole.

In poche parole, grazie al covid-19, anche l’uomo della strada ha capito che la BCE,
con la scelta di intervenire o non intervenire a sostegno del debito sovrano di un paese aderente all’euro,
svolge un ruolo politico rilevantissimo senza avere per questo alcun mandato democratico specifico.

Può determinare le scelte di politica interna, come tagli allo stato sociale
e nel contempo spostamenti di ricchezza dai più, il popolo, ai pochi, l’elite globalista apolide.

Altra verità conseguente ai fatti di cui sopra, che ha creato smarrimento e scoramento tra gli epigoni liberisti nostrani,
come la fondazione “Bruno Leoni”, è che i soldi non finiscono mai, poiché la banca centrale li crea dal nulla, essendo moneta fiat.

A dire il vero, la cosa sta scritta chiaramente da sempre in qualsiasi manuale di economia, ma chissà perché in Italia è rimasta sconosciuta ai più.

Tuttavia, quello che più trovo incredibile è l’ondata di patriottismo che attraversa il paese: E aggiungo finalmente!

Fino ad un po’ di tempo fa, quando in qualche consesso mi sono definito incautamente patriota, dal mio interlocutore di turno,
a seconda dei casi, venivo scambiato con disappunto per un pericoloso nazionalista
oppure guardato con commiserazione e di solito rampognato con queste parole :
Ma come , non sai che non esistono più le nazioni? “.

La patria era un concetto superato ed io, che mi sono sempre sentito un sincero patriota rispettoso delle patrie altrui,
ero quasi deriso da coloro che si ritenevano cosmopoliti.

Orbene, sarà per il fatto che allo scoppio dell’epidemia nessuno dei nostri malmostosi vicini ci è venuto in aiuto,
perché ci hanno visti come gli appestati d’Europa, sarà pure la certezza che ci dobbiamo salvare da soli, ora è tutto un evocare sentimenti patriottici.

La solidarietà europea non esiste, ammesso che sia mai esistita.
Ma ora è di assoluta evidenza quale sia l’animus dei componenti della C.E.
Gli unici aiuti concreti sono venuti dalla Cina e tra poco anche dalla Russia.

Tocca il cuore quanto è scritto sulle 2.300 casse di mascherine che ci hanno inviato dalla Cina:
Siamo onde dello stesso mare, foglie dello stesso albero, fiori dello stesso giardino”. Meglio così.

Nell’Europa dell’euro, quando si è in difficoltà, i primi ad accorrere sono gli strozzini della Troika, vedi, inter alia, quanto successo alla Grecia!

Per inciso, abbiamo scoperto che le frontiere esistono ancora e che sono importanti.

Infatti se è vero che i virus non conoscono frontiere, è ancor più vero che gli infettati dal virus
non devono varcare le stesse senza controllo alcuno, altrimenti l’epidemia non viene contenuta e chi muore sono i più deboli.

Ed infatti il trattato di libera circolazione in UE, il trattato di Shenghen è stato sospeso.

Tra le morti da coronavirus, e di questo gioiamo immensamente, ci sono anche le politiche di austerità,
che dal 2009 hanno afflitto i popoli del sud Europa, affettuosamente definiti PIGS, imperversando più perniciosamente dello stesso coronavirus.

La Germania ha detto che investirà per il rilancio della propria economia 500 miliardi di euro, il pareggio di bilancio è rinviato sine die.

A ruota la Francia ha dichiarato che investirà per uscire dalla crisi 350 miliardi di euro,

la Spagna 200,

l’Italia 25, almeno per ora.

Sono pochi gli euro stanziati dal Governo Italiano, è vero, ma il ministro dell’economia Roberto Gualtieri asserisce che è solo l’inizio.

Staremo a vedere.

Concludiamo questo discorso con la celebre frase di Ludovico Ariosto “pro bono malum”,
facendo il bilancio di come si sia speso nella sua vita, ricevendo malvagità in cambio di bene.

Questo vale per tutti gli italiani. Abbiamo ricevuto malvagità in cambio di bene, complice una classe politica imbelle e corrotta.

Abbiamo salvato le banche tedesche e francesi ma nel momento del bisogno nessuno ha mosso un dito per noi.

Adesso è tutto chiaro, evidente, palese, ma purtroppo ci voleva il covid-19 per scuoterci dal torpore di un sogno distopico.
 
cara dany
hai il merito di quietare la mia solita giornaliera incazzatura...

grazie:rosa:
 
In seguito alla pubblicazione del "Cura Italia", l’Agenzia delle Entrate-Riscossione
ha pubblicato sul proprio sito una serie di “faq” indirizzate al pubblico
con le quali spiega quali siano le misure fiscali presenti nel decreto e quali saranno i loro effetti nelle settimane a venire.

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Un vero e proprio vademecum completo che aiuta a dissolvere i dubbi e le incertezze.

Un mezzo utile anche in considerazione che la stessa Agenzia ha chiuso gli sportelli fino al 25 marzo a causa dell’emergenza sanitaria.

Per evitare possibili inconvenienti, sono stati potenziati i servizi digitali e online.

Nel decreto è prevista la sospensione di tutti i versamenti in scadenza nel periodo compreso dall’8 marzo al 31 maggio di quest’anno,
derivanti dalle cartelle di pagamento, dagli avvisi di addebito e dagli avvisi di accertamento esecutivi
affidati all’Agente della riscossione, per i quali il pagamento dovrà essere effettuato entro il 30 giugno.


Inoltre, fino al 31 maggio ci sarà lo stop all'invio, anche attraverso la pec, di nuove cartelle di pagamento
e la possibilità per l’Agenzia di avviare azioni di riscossione, come fermi amministrativi, ipoteche e pignoramenti,
per il recupero dei debiti scaduti prima dell’inizio della sospensione.

Sempre al prossimo 31 maggio sono stati rinviati i termini per il pagamento della rata della "Rottamazione-ter",
scaduta il 28 febbraio 2020 e quella del "Saldo e stralcio” in scadenza il 31 marzo 2020.

Per tutti gli altri atti sospesi, il pagamento slitterà al mese successivo.


L’Agenzia ha anche previsto la possibilità di chiedere la rateizzazione per le cartelle sospese.
Un modo, questo, per aiutare chi sarà in difficoltà per problemi di liquidità che potrebbero derivare dalla situazione di emergenza.

Per avvalersi di questa possibilità, però, bisogna inoltrare una domanda entro il 30 giugno.

Tutte le informazioni utili sono presenti nella sezione “Rateizzazione” del portale.
Durante il periodo di sospensione, la stessa Agenzia visionerà le richieste di rateizzazione e invierà le risposte.

Novità anche per le cartelle con termini di versamento scaduti prima dell’8 marzo 2020.

Nel periodo di sospensione non potranno essere attivate procedure cautelari o esecutive.

Ciò significa che fino al 31 maggio Agenzia delle entrate-Riscossione non può procedere all’iscrizione di fermi amministrativi
e neanche alle iscrizioni di ipoteche.
In questo periodo, però, è possibile pagare tutto il debito oggetto di fermo amministrativo per ottenerne la cancellazione.
 

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