Vinta la causa contro Equitalia

tontolina

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Vinta la causa contro Equitalia, La sentenza da ragione ai cittadini: Ecco in quali casi

Vinta la causa contro Equitalia, La sentenza da ragione ai cittadini: Ecco in quali casi - Retenews24 | Retenews24

Pubblicato 1 minuto fa | Società di riscossione condannata a pagare le spese di causa se ha iscritto un'ipoteca nonostante lo sgravio del Fisco. Le comunicazioni telematiche fra ente impositore ed esattore sono valide a tutti gli effetti




Stop alla società di riscossione e condanna alle spese di giudizio se avvia il procedimento di riscossione senza una preventiva verifica della pretesa tributaria.
E’ con una significativa decisione della Cassazione, sezione tributaria, l’ordinanza n. 16948 del 24 luglio 2014, che l’esattore è condannato a pagare le spese di causa nel caso in cui abbia iscritto ipoteca sui beni del contribuente nonostante l’avvenuto sgravio del credito da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Per la Suprema Corte sottolinea Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, sono valide a tutti gli effetti le comunicazioni telematiche fra ente impositore ed esattore.Ed è una norma di legge a sancirlo, in particolare l’articolo 15 della legge 59 del 1997 che ha stabilito la validità e la rilevanza a tutti gli effetti della trasmissione con strumenti informatici di atti formati con strumenti informatici o telematici.
Nonostante ciò la Serit Sicilia spa aveva impugnato dinanzi al giudice di legittimità la sentenza della commissione tributaria regionale che aveva attribuito la responsabilità della lite, anche ai fini della regolazione delle spese, sulla base dell’affermazione che “lo sgravio è atto telematico, per cui il concessionario, prima di procedere all’iscrizione ipotecaria, avrebbe dovuto controllarne la tempestività mediante l’uso del terminale allo stesso accessibile”.
Gli ermellini, si sono uniformati a questo orientamento in quanto: l’affermazione si articola in un implicito giudizio di fatto, secondo il quale l’agente della riscossione poteva conoscere lo sgravio “mediante l’uso del terminale allo stesso accessibile” indipendentemente dalla comunicazione dello sgravio pervenutagli per flusso telematico.
 
ma quali tributi? a questo stato?

ma poi quale stato? quello che va in africa a prendere cittadini di altri paesei con voli di stato? quello che tratta cittadini di altri paesi alla pari dei propri? quello che non difende gli interessi nazionali? quello che e' preoccupato a tenere in piedi i privilegi di quei 20 milioni di italiani che vivono senza produrre NULLA? quelli che chiaccherano in TV pagati con le tasse e non hanno mai fatto un ***** in vita loro?

ma quale stato?

in banca mi hanno chiesto l'indirizzo di residenza in italia! gli ho risposto che in Italia non si puo' avere nulla e' uno stato in svendita
 
QUANTO hai scritto è un paradosso.

lo stato italiano sono i cittadini

come possono essere in guerra i cittadini verso loro stessi?

lo stato non esiste piu'.
esiste un complotto di traditori e di figli di putt.
hai sentito male il video......
dovresti aver capito che chi parla e fa quelle affermazioni è l'avvocato di Equitalia...

ciao
 
QUANTO hai scritto è un paradosso.

lo stato italiano sono i cittadini

come possono essere in guerra i cittadini verso loro stessi?

lo stato non esiste piu'.
esiste un complotto di traditori e di figli di putt.

e' giusto anche quello che dici ma lo "stato italiano" ora rappresenta solo 10/20 milioni di cittadini e non certo i valori dell'Italia "vera"

il paradosso e' quindi possibile perche una parte degli italiani (comunisti) sono in guerra con "gli italiani doc"

purtroppo con la seconda guerra mondiale c'e' stata una selezione al contrario lasciandoci in mano ad una marea di ebetini :wall:
 
non chiederti se gli evasori meritano il tuo paese ma chiediti se il tuo paese si merita i suoi contribuenti
 
Agenzia entrate sotto accusa: i bonus offerti ai funzionari favoriscono l'aggressione fiscale

Determinante il ruolo svolto dal Fisco: gli incassi da "attività di controllo" sono saliti da 2,1 miliardi nel 2004 a 13,1 nel 2013. Premi legati alle somme passate in giudicato. Per i dirigenti di seconda fascia spesi 30 milioni per la parte fissa, 25 per la variabile. Cantone: "I dipendenti non dovrebbero ricevere incentivi per fare quello che è il loro dovere". Visco: "Spero che la Orlandi cambi linea, imprenditori ricattati affinché accettino le adesioni".

di FEDERICO FUBINI
Agenzia entrate sotto accusa: i bonus offerti ai funzionari favoriscono l'aggressione fiscale - Repubblica.it
 
La Corte Costituzionale abbatte Equitalia. I dirigenti? Tutti falsi





Terremoto all’Agenzia delle Entrate: è incostituzionale la legge che aveva sanato le nomine dei falsi dirigenti; ora non c’è scampo per le cartelle esattoriali.
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Un vero fulmine a ciel sereno. La tanto attesa sentenza della Corte Costituzionale [1] è uscita: le nomine “fasulle” dei funzionari dell’Agenzia delle Entrate, portati al ruolo di dirigenti senza un pubblico concorso, sono tutte nulle. E, perciò, sono nulli anche gli atti da questi firmati e notificati ai contribuenti.

Non solo: nulle diventano, conseguentemente, pure le cartelle esattoriali emesse da Equitalia sulla scorta di tali accertamenti.

Che il cielo stesse annuvolandosi all’orizzonte era già chiaro da diverso tempo. E ne avevamo parlato già noi quando abbiamo scritto, a più riprese, dello scandalo dei falsi dirigenti dell’Agenzia delle Entrate. Leggi, tra i tanti: “La Corte Costituzionale fa vacillare Equitalia e milioni di cartelle esattoriali”.

Il succo della sentenza è chiaro: è incostituzionale il la legge del 2012 che, dopo la bocciatura del TAR Lazio della nomina dei funzionari dell’Agenzia delle Entrate a dirigenti, pur senza la qualifica, aveva introdotto una sorta di sanatoria. Insomma, in attesa che fossero indette le normali gare, gli incarichi “a tempo” da dirigente, conferiti a funzionari dell’Agenzia delle Entrate senza i concorsi regolari dovevano ritenersi validi.

Il che è palesemente illegittimo per contrasto con la Costituzione e con la norma che impone che, a tutti i pubblici uffici, si giunge solo tramite concorso.

Come avevamo anticipato anche noi in “Dirigenti falsi all’Agenzia delle Entrate” in sostanza è stato eluso il principio secondo cui nel pubblico impiego anche le funzioni di dirigente si acquistano con il concorso pubblico pure nell’ipotesi in cui gli incarichi vadano al personale interno.

La durata degli incarichi, almeno sulla carta, era legata al tempo necessario a indire i concorsi, ma è stata seguita da proroghe, anche queste “bocciate” dalla Corte Costituzionale.

La norma del DL semplificazione, scrivono oggi i giudici costituzionali, “ha contribuito all’indefinito protrarsi nel tempo di un’assegnazione temporanea di mansioni superiori, senza provvedere alla copertura dei posti dirigenziali vacanti da parte dei vincitori di una procedura concorsuale aperta e pubblica”.

Ora la pronuncia della Corte costituzionale mette la parola “fine” alla vicenda ma apre interrogativi sulla sorte degli accertamenti sottoscritti negli anni dai funzionari-dirigenti.

Insomma, poiché sono state bocciate ben 767 nomine su circa 1000 dirigenti di ruolo, ciò significa che più del 50% delle cartelle che, in tutti questi anni, Equitalia ha notificato agli italiani, sono nulle! O meglio, del tutto inesistenti perché firmate da soggetti che non avevano il potere per farlo e per ricoprire tale ruolo.

VUOI SCARICARE LA SENTENZA? CLICCA QUI: I dirigenti dell’agenzia delle Entrate erano falsi: Equitalia trema



La Corte Costituzionale abbatte Equitalia. I dirigenti? Tutti falsi
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Grazie Maradona: Ovvero Come Impugnare gli Atti di Equitalia scritti a Ca@@o

Di FunnyKing , il 29 aprile 2015 17 Comment
goal.jpg

Come dice un noto giornalista che fece il politico per un breve tempo : Stato Ladroooo!
E Cialtrone, aggiungo io.
Accade che Diego Armando Maradona ha vinto contro EquitaGlia, e stabilisce un precedente molto importante fornendo uno strumento notevole per impugnare le “richieste” della simpatica agenzia italiana che si occupa di recuperare presunti maltolti fiscali.
Si stabilisce un principio che ai più parrebbe ovvio:
Le richieste di equitalia (in questo caso una intimazione di pagamento) devono essere motivate in maniera precisa, tecnicamente e giuridicamente motivate e fatte in modo che il contribuente possa verificarne la correttezza.
Semplifico da blogger: Le richieste di Equitalia scritte A CAZ-ZO, senza indicazioni sui metodi di calcolo di sanzioni, interessi di mora, e senza indicazioni precise sulla base giuridica su cui si fondano sono impugnabili.
Gol!
Maradona e megl e pelè
da Libero
Diego Armando Maradona vince contro Equitalia

Diego Armando Maradona ha la meglio su Equitalia. La sezione n. 12 della Commissione Tributaria Provinciale di Napoli con sentenza n.6410/2015 – presieduta da Luigi Capuozzo, e composta dal giudice relatore Fausto Izzo e dal giudice Paolo Scognamiglio – ha accolto il ricorso proposto da Diego Maradona – difeso da Angelo Pisani con i colleghi Silvio Ceci, Angelo Scala, Enrico Carlomagmo e Massimiliano Toriello – contro una Intimazione di pagamento milionaria di Equitalia.
Il precedente – Un precedente molto importante in quanto il giudice tributario ha stabilito che l’intimazione di pagamento notificata a Diego Maradona è nulla “perché priva di motivazione, in violazione dello Statuto del Contribuente che, fin dal 2000, stabilisce che gli atti dell’Agenzia delle Entrate e di Equitalia devono spiegare con chiarezza e puntualità le ragioni giuridiche che hanno determinato la decisione dell’amministrazione”.
Le due irregolarità – Due sono i vizi che presenta l’intimazione di pagamento che era stata ricevuta da Maradona. L’’atto indicava un unico e forfetizzato importo a titolo di ‘spese ed aggi di riscossione’, senza che si potesse distinguere il compenso di riscossione dalle altre spese ed, inoltre, senza che si riuscisse a verificare da quale data i pesanti compensi e le gravose spese erano stati calcolati. A causa di tale mancanza, hanno sostenuto i legalli, Maradona non è stato messo in grado di verificare la correttezza della liquidazione operata da Equitalia che, attraverso la rappresentazione unitaria dei ‘compensi’ e delle ‘spese’, ha violato apertamente l’’obbligo di motivazione. Non solo. Nell’intimazione vi era anche una successiva voce ‘interessi di mora’ nella quale, però, non veniva indicata né la percentuale di interesse applicata alla somma capitale né la data di decorrenza di tali interessi. Anche in questo caso è chiaro che, a causa di tale omissione, Diego non ha potuto verificare l’’esattezza dei calcoli effettuati da Equitalia con riflessa carenza motivazionale della Intimazione.
Impugnare le cartelle – Come osservano i tributaristi Silvio Ceci e Vincenzo Conforti questo problema si presenta con sistematicità in tutte le cartelle ed Intimazioni di pagamento che vengono ricevute dai cittadini. La sentenza della Commissione Tributaria Provinciale di Napoli, che segue importanti sentenze della Cassazione, quindi, costituisce una importante decisione per Maradona ma anche per tutti i cittadini che potranno fare riferimento a tale precedente per impugnare le cartelle esattoriali e le Intimazioni ricevute da Equitalia perché poco chiare e, quindi, prive di motivazione.
 

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