Volatilità e rischio (1 Viewer)

Cip1

Forumer storico
non mi ricordo se l'abbia già postato su I.O.
apro un nuovo thread, non per mettermi in mostra ma perché trattasi di diverso approccio al problema, forse piu pratico e terre a terre e riguarda l'attività di trading in genere





VOLATILITA' E RISCHIO



l'elemento critico nell'attività di trading sembra essere la gestione di un rischio, in cui la priorità è preservare il capitale e quindi, ma solo in subordine, incrementarlo nel tempo con un'attività di movimentazione, più o meno veloce, assumendo rischi ritenuti sostenibili, con un rapporto rischio/rendimento adeguato


tempo a disposizione
orizzonte temporale
rischio sostenibile
volatilità mercato nell'orizzonte definito
strumento finanziario utilizzato (indice, titolo, future)

il secondo aspetto è che le variabili indicate si influenzano a vicenda..definito il tempo a disposizione, bisognerà individuare quali combinazioni orizzonte tenporale. volatilità.strumento risultino, di volta in volta, coerenti tra loro e con il nostro personale profilo di rischio

da dove partiamo?

se il rischio rendimento é la variabile critica, bisogna partire da qualcosa che ci consenta di misurare, per poi gestire tale rischio/opportunità, in altre parole occorre partire da un'analisi della volatilità e soltanto dopo passare ad un'analisi della tendenza per completare poi il quadro con un'analisi di tipo statico dei punti critici di supporto e resistenza.
 

Cip1

Forumer storico
ma che cos'é la volatilità?

chiunque operi in borsa, anche a livello non professionale lo sa, o l'ha provata quantomeno sulla propria pelle, un piccolo ripassino preliminare non fa comunque male

la volatilità, in parole semplicissime (senza tirare in ballo complicati scarti quadratici medi e linee e complicate distribuzioni gaussiane ) altro non é che l'ampiezza di variazione dei prezzi (o la dispersione) di un determinato strumento finanziario in un detreminato periodo temporale passato

per volatilità storica si intende la dispersione dei prezzi intorno ad un prezzo medio, definito il periodo di osservazione considerato

oltre alla volatilità storica, quando si parla di opzioni viene individuata un'altra tipologia di volatilità, relativa invece ai periodi futuri, chiamata implicita
la volatilità implicita é la volatilità futura ( a 1 giorno, 1 settimana, 6 mesi ecc.) che viene stimata sul mercato delle opzioni dagli operatori

la volatilità implicita é un'ipotesi, ma anche quella storica, seppur riferita a dati storici, può venire calcolata in modi differenti. Non solo perché si possono prendere in considerazione serie di dati relativi a periodi passati più o meno lunghi (10,20,50,100 giorni, o qualsiasi altro orizzonte) ma anche perché i dati utilizzati possono essere differenti (chiusure giornaliere, oppure tutti i prezzi scambiati, o il prezzo medio della seduta ecc.) e la stessa media può cambiare sia in base alla scelta dei dati che si vogliono utilizzare sia in base al calcolo della media stessa (semplice, ponderata ecc.)

un'altra misura di volatilità é l'escursione massimo-minimo in un certo orrizonte temporale , ad es. il range giornaliero importantissimo per chiunque abbia la pretesa di fare intraday magari sul future.


per semplificare concentriamoci solo su due aspetti

1) ampiezza del range medio nel periodo definito
2) stabilità di tale valore nel tempo


prima di effettuare i calcoli, dobbiamo però definire l'orrizzonte temporale su cui vogliamo lavorare. se siamo interessati al trading intraday ci interesserà conoscere il range giornaliero medio
Dovremo quini iniziare a raccogliere su un foglio excel i massimi ed i minimi di seduta calcolano cosi l'escursione giornaliera di ciascuna seduta. (sinceramente io lo facio a memoria )
Su quale dominio temporale calcoleremo il range medio? la scelta é discrezionale, come sempre.
Potremmo calcolare la media delle 5, 10 e 20 sedute precedenti, per avere un'idea della volatilità giornaliera media nei vari periodi

A cosa ci serve conoscere l'escursione media giornaliera?

supponiamo che l'obiettivo sia fare TRADING INTRADAY SUL FUTURE S&PMib.



Sapere che il range giornaliero che possiamo attenderci é di 300 punti, piuttosto che 180 o 500, é un'informazione essenziale per individuare l'ampiezza dei take profit e degli stop loss, oltre che per fare un'ipotesi sui minimi e sui massimi che possiamo attenderci per la seduta e quindi individuare i livelli di apertura posizione a basso rischio (es. se il range giornaliero che possiamo attenderci per la seduta é di 300 punti..posizionarsi long 300 punti sotto i massimi o short 300 punti sopra i minimi, significherà assumere posizioni a basso rischio)

Potremmo anche impostare una formula che ci fornisce l'ampiezza del take profit in automatico, in base all'ampiezza del range medio giornaliero.
Per es., ponendo che il take é pari a 0.8 * range medio. In tal modo la nostra operatività sarà tarata in base alla volatilità dl mercato, che rimane un pre-requisito essenziale per lavorare bene.

una volta conosciuta l'ampiezza del range medio giornaliero, abbiamo la necessità di sapere quanto questo valore é stabile nel tempo. A parità di range medio su un certo periodo (per es. 300 punti su 10 sedute) ci interessa sapere quanto questo range sia stabile

Potremmo avere una situazione limite in cui tutte le 10 sedute hanno un'escursione pari a 300 punti, o molto prossima a tale livello - massima stabilità - oppure uan situazione in cui le 10 sedute presentano le escursioni più diverse (per es. 100. 600. 250, 450, 150... con media pari a 300 ) - massima instabilità.

A cosa ci serve conoscere il range medio se questo non é stabile??????!!!!!!!!

Come possiamo misurare la stabilità del range medio?


Anche qui la statistica ci viene in aiuto. calcoleremo sul nostro foglio excel, la Deviazione Standard dei range giornalieri.
la funzione si chiama =DEV.ST(X) dove X e Y sono le celle iniziali e finali contenenti i dati dei range medi giornalieri. Il valore che otterremo sarà pari a zero quando tutti i range sono uguali tra loro (il caso limite di massima stabilità) con un valore man mano crescente quanto più i dati sono dispersi attorno alla media

Mentre il range medio ci fornisce un'informazione sulla volatilità, la deviazione standard del range ci fornisce un'informazione sulla volatilità della volatilità. Se noi prendiamo il valore della dev. standard del range e lo dividiamo per il range medio, otterremo un valore in percentuale

facciamo un esempio
 

Cip1

Forumer storico
Supponiamo che le ultime 10 sedute del future S&PMib abbiano avuto le seguenti escursioni

250, 200, 180, 350, 270, 300, 450, 220, 320, 300

il range medio sarà pari a 284. funzione excel = MEDIA (X)

la dev. standard del range sarà pari a 80. funzione excel= DEV.ST (X)

la volatilità della volatilità sarà quindi pari a 80/284 cioé il 28,17%

Questo valore é alto o basso?

Alto e basso sui mercati sono parole che hanno poco senso. Non esiste una risposta univoca, si può dare un giudizio in termini relativi.
Possiamo costruire un database in cui raccogliere l'evoluzione di questi dati nel tempo. In tal modo potremmo arrivare a dire che, in un certo periodo, un range medio inferiore a 200 punti é basso, tra 200 e 350 punti é medio, superiore ai 350 è alto

analogamente potremmo dire che, in un certo periodo, una volatilità della volatilità inferiore al 20% è bassa, tra il 20 ed il 40% é media, superiore al 40% é alta

come combinare queste informazioni?

possiamo costruire una matrice, in cui sul lato verticale abbiamo tre condizioni di volatilità ,alta, media, bassa (dove al posto degli aggettivi possiamo avere i numeri sopra indicati) e sul lato orizzontale abbiamo tre condizioni di volatilità della volatilità ,alta, media, bassa (anche qui individuate da numeri ben precisi)

in tal modo si creano 9 incroci di volatilità e volatilità della volatilità: ognuno rappresenta caratterestiche specifiche, differenti criticità , da gestire in modo differente

ed ora veniamo al dunque

passiamo in rassegna velocemente le varie fasi del mercato numerate da I (scenario migliore) a IX (scenario peggiore)

una prima considerazione da fare é che al crescere della volatilità (ampiezza del range medio di periodo) e della volatilità della volatilità (ampiezza della deviazione standard del range rapportata al range medio) l'operatività diventa sempre più difficile, a causa di un crescente rischio di falsi segnali, che rende necessario un timing chirurgico, con conseguente rischio di stop loss elevati

un caso limite é la fase IX, caratterizzata da volatilità alta e molto instabile. E' la peggiore fase in cui ci si può trovare, con rischi molto elevati e difficili da gestire,a nche psicologicamente. Il rischio di grosse perdite, i tempi brevi, consiglia di evitare tale scenario, da considerare come il peggiore in assoluto.

al'estremo opposto é la fase I con volatilità molto bassa e decisamente stabile. E' uno scenario in cui mancano i rischi ma mancano anche le opportunità; l'unico elemento certo rimangono i costi di transazione, ovvero spread e commissioni. Sono fasi logoranti che pesano sui risultati con uno stillicidio lento ma inesorabile sull'equity line, proprio a causa dei costi di transazione.

(e' lo scenario che ha caratterizzato il mercato azionario europeo ed italiano nel corso dell'estate 2004. I cassettisti tutto sommato hanno fatto bene, visto un trend di fondo moderatamente rialzista. L'assenza di volatilità ha però logorato i trader, costretti a continui stop loss, piccoli in termini percentuali, ma aggravati da elevati costi di transazione, in termini relativi, e da un risk.reward decisamente ridotto.)
 

Cip1

Forumer storico
la fase più profittevole sembra essere la IV[caratterizzata da una volatilità media , ma decisamente stabile. In tale scenario i falsi segnali sono ridotti, c'é un risk-reward adeguato, insomma sembra il migliore scenario per fare trading

altre due fasi interessanti sembrano essere la V (volatilita media e mdiamente stabile) e la VII (volatilità alta ma molto stabile). In entrambi i casi i segnali falsi sono ridotti ed il timing non è difficilissimo, il risk -reward é interessante

la fase II (volatilità bassa e mediamente stabile) e la fase III (volatilità bassa ma molto isntabile) sono poco interessanti, gli spazi per il trading sono ridotti, con rischi di falsi segnali (fase III) ed elevati costi di transazione (fase II)

Le fasi negative più pericolose, oltre alla IX già trattata, sono la VI (volatilità media ma molto instabile) e l'VIII (volatilità alta e meidamente stabile) in cui il rischio di falsi segnali, ed il timing difficile, con conseguente rischio di elevati e frequenti stop loss, rendono sconsigliata l'attività di trading

Riecapitolando

fasi IV, V, VII OK
fasi I, II e III Neutre e poco interessanti
fasi IV, VIII e IX negative

risulta evidente come capire in quale fase di mercato si trovi un indice, un titolo o qualsivoglia strumento finanziario è fondamentale per evitare di fare trading in fasi negative. Tutto ciò indipendetemente da considerazioni su trend e sui livelli statici, che devono essere effettuate dopo l'analisi della volatilità.


si puà creare un sistema esperto, che organizzi i titoli che ci interessano, sull'orizzonte operativo in cui vogliamo fare trading, in modo da collocarli auomaticamente in una delle 9 fasi individuate

a tal fine dobbiamo previamente definire

1)
orizzonte su cui calcolare la media dei range (per es. range medio delle ultime 10 sedute, oppure range settimanale delle ultime 10 settimana, sarebbe interssante calcolare la media anhe su un dominio diverso, ad es. 5 oppure 20, in modo da studiare come evolve il quadro tecnico della volatilità)

2)
individuare, in termini numerici, il passaggio da basso a medio a alto, sia per la volatilità (range medio) che per la volatilità della volatilità (de. standard range medio diviso per il range medio)


spesso un incremento negli stop loss sul trading é un sintomo evidente di un mutamento di quadro della volatilità, che porta in genere con se anche un cambio nel trend di prezzo
 

Cip1

Forumer storico
IMPORTANTE!

ovviamente tali considerazioni vengono lette in modo assai diverso da chi tratta opzioni.. la fase considerata più negativa per il trading sui titoli o i future , quella ad alta volatilità e pure molto instabile é una manna dal cielo per chi compra opzioni, in strangle e/o straddle..la fase considerata meno remunerativa quella a bassissima volatilità con indici poco mossi é altrettanto manna dal cielo per chi invece le opzioni le vende...

per l'optioner si tratta di individuare la fase di volatilità per meglio approntare le piu adatte e migliori strategie e se porsi sul mercato come compratore piuttosto che venditore o viceversa

per il trader che opera sui titoli o sul future, si tratta invece di individuare le fasi di volatilità e dunque di mercato da cui tenersi ben alla larga.
 

tontolina

Forumer storico
Cip1 ha scritto:
IMPORTANTE!

ovviamente tali considerazioni vengono lette in modo assai diverso da chi tratta opzioni.. la fase considerata più negativa per il trading sui titoli o i future , quella ad alta volatilità e pure molto instabile é una manna dal cielo per chi compra opzioni, in strangle e/o straddle..la fase considerata meno remunerativa quella a bassissima volatilità con indici poco mossi é altrettanto manna dal cielo per chi invece le opzioni le vende...

per l'optioner si tratta di individuare la fase di volatilità per meglio approntare le piu adatte e migliori strategie e se porsi sul mercato come compratore piuttosto che venditore o viceversa

per il trader che opera sui titoli o sul future, si tratta invece di individuare le fasi di volatilità e dunque di mercato da cui tenersi ben alla larga.
direi che sei fantastica

il solito vulcano...

ma com'è che il tuo segno appare quello del cancro? e non VULCANO? :p

grazie
c'è da meditare

in questi anni ho guadagnato ed solo ora capisco che il principale motivo era perchè la vola è stata mantenuta bassa


ora la vola dovrebbe girarsi e in questo caso ... anche tu mi confermi che è opportuno cambiare strategia
e cominciare a comprere strangle e non solo venderli :up:
 

f4f

翠鸟科
Cip1 ha scritto:
IMPORTANTE!

ovviamente tali considerazioni vengono lette in modo assai diverso da chi tratta opzioni.. la fase considerata più negativa per il trading sui titoli o i future , quella ad alta volatilità e pure molto instabile é una manna dal cielo per chi compra opzioni, in strangle e/o straddle..la fase considerata meno remunerativa quella a bassissima volatilità con indici poco mossi é altrettanto manna dal cielo per chi invece le opzioni le vende...

per l'optioner si tratta di individuare la fase di volatilità per meglio approntare le piu adatte e migliori strategie e se porsi sul mercato come compratore piuttosto che venditore o viceversa

per il trader che opera sui titoli o sul future, si tratta invece di individuare le fasi di volatilità e dunque di mercato da cui tenersi ben alla larga.

:up:
 

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