arseniolupin
Forumer storico
9° Puntata (13 e 14 / 09 /00 )
Sono le prime luci , il sole che fa’ capolino tra le mesas preannuncia un’altra giornata torrida.
La mandria non è più compatta come nei giorni precedenti perché la fame ha costretto i manzi ad allontanarsi sempre di più uno dall’altro per cercare quella poca erba che resiste solo in qualche piccolo avvallamento o nei pressi dei rigagnoli d’acqua sempre più rari.
E’ una lotta per la sopravvivenza dove sono essenziali qualità come esperienza , freddezza , tecnica e la memoria degli errori del passato. I giovani vitelli sembrano le vittime predestinate e molti lasceranno le loro ossa a calcificare sotto il sole cocente mentre i longhorn più esperti, che hanno percorso centinaia di miglia nella vita in situazioni anche peggiori, se la caveranno.
Infatti molti di loro hanno raggiunto una serie di piccoli avvallamenti, nascosti agli occhi di tutti, detti “Le conche dello short e del put” dove in questa stagione ci cresce un erbetta fine che non solo li salverà dalla fame ma li farà addirittura ingrassare.
Intanto Alan, Fin, Tiscal ,Tim e gli uomini di Olivares hanno raggiunto il grosso della mandria .
Le condizioni delle bestie non sono certo delle migliori e il ritorno immediato verso la zona dei recinti, distante parecchi giorni di marcia, non migliorerebbe certo la situazione. Per ottenere un buon prezzo, le bestie vanno consegnate ai mattatoi in buone condizioni quindi su consiglio del meticcio Tiscal, che era un esperto nel fare ingrassare i buoi per poi scannarli, Alan comincia a pensare che il male minore è di fare sostare la mandria per un po’. Intanto Olivares era sceso da cavallo e si stava togliendo gli stivali per la gioia dell’olfatto di tutte le creature viventi in un raggio di dieci miglia. Il dolore provocatogli da alcuni calli ai piedi non gli dava tregua da giorni. Interpellato da Alan , anche lui è d’accordo che fare una sosta sia la soluzione migliore tanto più che i suoi calli doloranti indicano che a breve pioverà .Nel west anche i sassi sapevano che i calli di Olivares non sbagliavano mai e la pioggia avrebbe fatto ricrescere quel po’ d’erba sufficiente a sfamare le bestie.
Durante la notte , come al solito, la pioggia arrivò dall’ovest e al mattino la prateria era tutta una verde distesa.
I manzi, increduli e felici, già si erano dimenticati gli stenti del giorno prima e cominciarono a mangiare pian piano per poi farsi prendere dalla frenesia e in mezza giornata avevano di nuova ridotto la prateria in un mezzo deserto.
Intanto Alan e i suoi ,che osservavano la scena dalle alture, sorridevano sornioni perché quella mattina il cuoco Xing, armato di una pinza che di solito usava per togliere i ferri dagli zoccoli dei cavalli, aveva estirpato i calli di Olivares e quindi molto difficilmente la pioggia sarebbe caduta di nuovo.
L’indomani sarebbe stato un fine settimana pieno d’incognite.
Sono le prime luci , il sole che fa’ capolino tra le mesas preannuncia un’altra giornata torrida.
La mandria non è più compatta come nei giorni precedenti perché la fame ha costretto i manzi ad allontanarsi sempre di più uno dall’altro per cercare quella poca erba che resiste solo in qualche piccolo avvallamento o nei pressi dei rigagnoli d’acqua sempre più rari.
E’ una lotta per la sopravvivenza dove sono essenziali qualità come esperienza , freddezza , tecnica e la memoria degli errori del passato. I giovani vitelli sembrano le vittime predestinate e molti lasceranno le loro ossa a calcificare sotto il sole cocente mentre i longhorn più esperti, che hanno percorso centinaia di miglia nella vita in situazioni anche peggiori, se la caveranno.
Infatti molti di loro hanno raggiunto una serie di piccoli avvallamenti, nascosti agli occhi di tutti, detti “Le conche dello short e del put” dove in questa stagione ci cresce un erbetta fine che non solo li salverà dalla fame ma li farà addirittura ingrassare.
Intanto Alan, Fin, Tiscal ,Tim e gli uomini di Olivares hanno raggiunto il grosso della mandria .
Le condizioni delle bestie non sono certo delle migliori e il ritorno immediato verso la zona dei recinti, distante parecchi giorni di marcia, non migliorerebbe certo la situazione. Per ottenere un buon prezzo, le bestie vanno consegnate ai mattatoi in buone condizioni quindi su consiglio del meticcio Tiscal, che era un esperto nel fare ingrassare i buoi per poi scannarli, Alan comincia a pensare che il male minore è di fare sostare la mandria per un po’. Intanto Olivares era sceso da cavallo e si stava togliendo gli stivali per la gioia dell’olfatto di tutte le creature viventi in un raggio di dieci miglia. Il dolore provocatogli da alcuni calli ai piedi non gli dava tregua da giorni. Interpellato da Alan , anche lui è d’accordo che fare una sosta sia la soluzione migliore tanto più che i suoi calli doloranti indicano che a breve pioverà .Nel west anche i sassi sapevano che i calli di Olivares non sbagliavano mai e la pioggia avrebbe fatto ricrescere quel po’ d’erba sufficiente a sfamare le bestie.
Durante la notte , come al solito, la pioggia arrivò dall’ovest e al mattino la prateria era tutta una verde distesa.
I manzi, increduli e felici, già si erano dimenticati gli stenti del giorno prima e cominciarono a mangiare pian piano per poi farsi prendere dalla frenesia e in mezza giornata avevano di nuova ridotto la prateria in un mezzo deserto.
Intanto Alan e i suoi ,che osservavano la scena dalle alture, sorridevano sornioni perché quella mattina il cuoco Xing, armato di una pinza che di solito usava per togliere i ferri dagli zoccoli dei cavalli, aveva estirpato i calli di Olivares e quindi molto difficilmente la pioggia sarebbe caduta di nuovo.
L’indomani sarebbe stato un fine settimana pieno d’incognite.