www.beppegrillo.it

Da "Il Corriere della Sera" del 16/06/2005

«Gli economisti-rock star vedono il mondo attraverso occhiali rosa» «Africa impoverita dagli aiuti» Alla vigilia dei concerti di beneficenza, studio denuncia il sostegno ai «regimi incapaci»
Il cantante Bob Geldof (Omega)
Forse, George Bush ha ragione a fare il tirchio con gli africani. E Bob Geldof e Bono torto marcio. Uno studio appena pubblicato mostra che, dal 1970, il volume di aiuti ricevuti dai Paesi in via di sviluppo è stato inversamente proporzionale alla crescita di questi ultimi. Meglio: che gli aiuti hanno frenato lo sviluppo, sono stati controproducenti. L’economista svedese Fredrik Erixon, autore dello studio, ne è convintissimo.

Secondo Erixon, la ragione per la quale, dopo decenni di dichiarazioni di buona volontà e 400 miliardi di dollari di sostegno occidentale, l’Africa resta in condizioni economiche e sociali pessime è che gli aiuti non funzionano quando si è fortunati, fanno del male nella maggior parte dei casi. A poche settimane dal G8 di luglio in Scozia, che avrà al centro delle discussioni la lotta alla povertà, e a pochi giorni dalle marce e dalla serie concerti di beneficenza, previsti in tutto il mondo, che lo accompagneranno, questo è l’attacco finora più forte alla Rock Star Economics , quel complesso di teorie rese popolari da musicisti e attori che sostengono la necessità di raddoppiare subito gli aiuti ai Paesi più poveri. «Gli economisti-rock star vedono il mondo attraverso occhiali rosa - sostiene Julian Morris, direttore dell'International Policy Network (Ipn), l’istituto britannico che ha pubblicato l’analisi -. La loro convinzione che gli aiuti vadano a beneficiare i poveri è mal posta. La realtà è che gli aiuti premiano il fallimento e rafforzano regimi che diversamente sarebbero stati fatti fuori».

I dati portati da Erixon mostrano che via via che gli aiuti all’Africa aumentavano dal 5% del Pil continentale (1970) al 18% (1995), la crescita del Pil pro-capite crollava dal 15-17% a negativa; per riprendere a metà Anni Novanta quando gli aiuti sono tornati a calare. Lo studio sostiene che se i governi occidentali facessero come richiesto da Jeffrey Sachs, l’economista che ha studiato la strategia Onu per eradicare la povertà, e come proposto dal primo ministro britannico Tony Blair, cioè se aumentassero gli aiuti all'Africa di 25 miliardi di dollari l’anno, «le conseguenze potrebbero essere devastanti. Troppo spesso gli aiuti hanno fatto più male che bene, specialmente in Africa. Hanno ingigantito le élite politiche e tolto potere all’uomo comune».

Erixon confuta alla radice la teoria indiscussa da decenni secondo la quale gli aiuti esteri avrebbero la forza di dare la spinta iniziale a un’economia e rompere così il «circolo vizioso della povertà». In realtà, dice l’economista, «i Paesi non sono poveri perché mancano di strade, scuole o ospedali. Mancano di queste cose perché sono poveri. E sono poveri perché non hanno le istituzioni di una società libera, le quali creano le condizioni di base per lo sviluppo economico». In altri termini, a condannare alla povertà è l’assenza di diritti di proprietà, di leggi e norme, di mercati aperti, di governi onesti e non invadenti, di commercio estero. Gli aiuti, al contrario, hanno due tipi di effetti negativi: spostano l'attenzione dal problema vero, cioè dalla creazione di istituzioni che funzionano; e soprattutto spingono ai margini gli investimenti privati, danno risorse a regimi dispotici per continuare a opprimere, minano la democrazia, perpetuano la povertà.

Qualche esempio nella storia moderna dell’Africa? Tra gli altri, i casi dello Zimbabwe, dell’Uganda, del Congo. Lo studio dell’Ipn - che è stato pubblicato assieme a centri di ricerca di Sudafrica, Hong Kong, India, Ghana, Israele e Nigeria - analizza gli effetti degli aiuti sulla crescita in generale e scopre che sono sempre negativi. E come esempio da seguire porta (a parte Cina e India) il Botswana, il quale si è dato buone istituzioni economiche e ha avuto una bassa «interferenza» di aiuti esteri, con il risultato che il suo tasso di crescita negli scorsi 30 anni è stato «tra i più alti del mondo» e il reddito pro-capite è oggi di ottomila dollari l'anno, contro i meno di mille di molti Paesi africani. Non è detto, insomma, che il concerto più virtuoso sia quello rock. Danilo Taino
Danilo Taino
16 giugno 2005
 
20 Giugno 2005
La spesa con la calcolatrice

1119376810supermercato.jpg


Ho ricevuto delle segnalazioni sulla spesa al supermercato, di seguito ne riporto alcune.

“Sono andato in un supermercato per comprare alcuni prodotti. Siccome avevo da cambiare una banconota di taglio grosso, ho fatto il conto al centesimo di quello che stavo comperando per vedere se le monete che avevo in tasca bastavano a coprire l'importo. Quando la cassiera mi ha presentato lo scontrino, ho visto che c'era una differenza cospicua tra il conto che io avevo calcolato e quello effettivo. Difatti, tre prodotti su cinque risultavano costare venti, trenta, quaranta centesimi in più di quanto dichiarato dall'etichetta sullo scaffale. Ho protestato e mi è stato risposto con tante scuse che gli addetti non avevano fatto in tempo a cambiare le etichette dei prezzi dopo gli avvenuti ritocchi.”

“Al banco degli alimentari chiedo delle olive. Diversamente da mille altre volte, in questa occasione presto attenzione e mi accorgo che il prezzo al chilo delle olive nel momento in cui vengono pesate sulla bilancia risulta diverso da quello segnato sull'etichetta davanti al prodotto esposto.
Lo faccio presente e la commessa corregge il prezzo che mi ha appena chiesto, poi prende l'etichetta che indicava il prezzo al pubblico e la fa sparire. Alle mie proteste, ha la faccia di ribadire: "Per un euro...".

“Compro una scatoletta di cibo per cani, prezzo esposto 95 cent, prezzo alla cassa 99 cent, il 4% in più, nemmeno troppo”.

Le persone che mi hanno inviato queste segnalazioni si sono firmate e hanno fornito molti dettagli. Sembrerebbe tutto vero.

Perché non proviamo?
Facciamo la spesa con la calcolatrice (senza farci accorgere, di nascosto) e poi verifichiamo se alla cassa ci è chiesto lo stesso importo e, in caso di differenza, lo segnaliamo come commento a questo post.


Postato da Beppe Grillo alle 13:23 in Muro del pianto




21 Giugno 2005
Informazione pubblicitaria
[/img]
1119376876172.jpg


L’informazione giornalistica è diventata un intervallo tra una pubblicità e un’altra. Propongo di abolirla e di fare giornali di sola pubblicità. E’ più etico.
In questi giorni in Italia c’è un’accesa discussione sulle sorti del Corriere della Sera, uno sciopero dei giornalisti, un confronto tra giornalismo “dell’editore” o “degli azionisti”.
Tutte balle.
L’informazione è un business, chi paga decide le notizie, e chi paga è la pubblicità.
I giornali e le riviste dipendono per circa il 50% dagli introiti pubblicitari, il 20/25% dei ricavi può provenire dagli inserti (dvd, libri, ecc.) e i lettori finanziano il resto.
I lettori non servono più.
In una situazione del genere i lettori diminuiscono e la dipendenza pubblicitaria aumenta.
Nel 2004 poche testate hanno mantenuto le quote di diffusione, molte hanno perduto terreno (Il Sole24 Ore –5,1%, La Stampa –5,4%, Il Messaggero –4,2%, Panorama –3,9%, l’Espresso –3,4%), fonte:Ads.

I giornali non sono più pagati da chi li legge, come la televisione non è più pagata da chi la guarda. La televisione la paghi quando sei in bagno, in macchina, mentre fai la spesa.


Postato da Beppe Grillo alle 15:41 in Informazione | Commenti (174)
| Scrivi | Iscriviti | Invia ad un amico
 
22 Giugno 2005
Democrazia Animale

1119560342dog.jpg

Fonte: www.banditthebikerdog.com/Biker Page.htm

La democrazia è diventata immaginaria al punto che oggi vi si possono includere gli animali: è la ZOOFILIA POSTMODERNA.
La dichiarazione dei diritti dell'uomo applicata a tutte le specie animali.
Olga Roesch (presidentessa aiuto animali abbandonati) diceva: "Volontari, i vostri amici animali hanno bisogno di voi contano su di voi diventate uomini nuovi (EL PAIS 28/42002), la liberazione animale sarà anche la nostra liberazione”. Milioni di seguaci nel mondo con strutture dedicate: cimiteri per animali, si celebrano messe preghiere per le simpatiche bestioline, sistemi di previdenza sociale, orfanotrofi, ristoranti, banche di organi, psicoterapia, psicofarmaci per animali, programmi tv per bestie.
Negli USA 7 mil di $ di spesa di assistenza medica per cani e gatti.
Nella prima legge sulla protezione animale (Inghilterra,1822) dove si pensava alla violenza dei loro padroni, piuttosto che alla sofferenza della povera bestia, era la persona che sviliva sé stessa infliggendo maltrattamenti alla propria bestiola. Esattamente il contrario di oggi, oggi c’è amore e sentimento: secondo una inchiesta AAHA del 1999 quasi l'80% dei proprietari domestici animali quando entra in casa saluta prima l'animale che il coniuge.Ci sono in vendita collari Hermes, guinzagli di Gucci, profumi Oh My Dog.
L'Harley Davidson vende jeans e giubbotti di pelle per cani, la ditta Opi USA vende smalto per unghie per cani depressi, Gucci su Internet vende cuccia per cani a 1700 euro. Una ciotola in argento con l’interno smaltato in oro con incisa all’interno le parole Guccy Cat arriva a 976 euro.
In Francia sta spopolando un robot anim animaux un gatto peloso che si strofina, fa le fusa, sbuffa, ma soprattutto non defeca, né si ammala.
Battersi oggi per i diritti del tuo vicino di casa è più difficile che battersi per le foche monache o i delfini dal mantello bianco...
Fonti: Pianeta Terra, Verdù, Sperling e Kupfer.

Postato da Beppe Grillo alle 13:55 in Informazione
 
23 Giugno 2005
Un ricordo di Fabrizio De Andrè

1119560657fabrizio_de_andre04.jpg



Fabrizio è stato un mio grande amico.
Mi fa piacere ritrovare talvolta nei commenti di questo blog i versi delle sue canzoni.

Fabrizio vedeva lontano. Riporto alcuni suoi testi trascritti dagli originali che allego al post e che pubblico per gentile concessione di Dori Ghezzi e della Fondazione De Andrè. http://www.fondazionedeandre.it/

Quello che ha scritto all’inizio degli anni ‘90 è accaduto, sta accadendo ora.
Ciao Fabrizio.



Globalizzazione:
Penso che la competizione economica est/ovest durerà ancora per molto, almeno fino a quando gli asiatici non si ribelleranno ai loro regimi autoritari e si organizzeranno in sindacati in difesa di una vita degna di essere vissuta dove vale la regola del «produrre per vivere» e non quella del «vivere per produrre»: quando riusciranno ad ottenere delle paghe equiparabili a quelle europee, il costo dei loro prodotti aumenterà e l’Occidente rialzerà la testa. Fino ad allora gli Occidentali devono convincersi che diventeranno più poveri e quelli che lo sono già, che sono abituati ad aiutarsi, saranno sicuramente privilegiati.

FMI:

E’ tutto normale.
Non per niente la logica del profitto prevede che ci siano dei ricchi che vivono sulle spalle dei poveri.
Voglio dire che senza poveri i ricchi non potrebbero esistere.
Il Fondo Monetario Internazionale presta i soldi con la tecnica della mafia: alti interessi con consapevolezza della impossibilità di restituzione.

Recessione:

Se il sistema capitalista senza ormai più lacci inibitori di carattere politico-ideologico continuerà a far lievitare i capitali dei «pochi» a scapito dei molti, s’avrà inevitabilmente fra pochi anni la «recessione» non potendo più i «molti» acquistare i «beni» di cui i «pochi» approfittano. Immediati effetti della recessione: disoccupazione, disordini, rischio di guerra civile, emergere dei demagoghi con ricerca del capro espiatorio; che siano di nuovo gli ebrei?
Da ricordare che già adesso, mancato ormai il tradizionale nemico comunista, i benpensanti piccolo borghesi ne stanno trovando uno nuovo nella «libertà di espressione» riducendo (in America) la grande letteratura di Shakespeare ad un cumulo di libracci immorali.
E in proposito di USA il settimanale New Republic così li definisce: «Il Paese sembra ridotto a “un rotocalco cafone”».


Testo autografo sulla Globalizzazione http://www.beppegrillo.it/archives/fotografie/globalizzazione.html

Testo autografo sulla FMI http://www.beppegrillo.it/archives/fotografie/FMI.html

Testo autografo sulla Recessione http://www.beppegrillo.it/archives/fotografie/recessione.html




Postato da Beppe Grillo alle 14:58 in Informazione
 
24 Giugno 2005
Il paese di Bengodi


1119652007roller.jpg


La società D&B ha pubblicato un Rapporto sull’economia italiana ed europea http://www.cobrand.ilsole24ore.com/fc?cmd=sez&chId=41&sezId=10361 insieme al Sole 24 Ore che conferma il declino del nostro Paese, già riportato in queste settimane dai pericolosi comunisti americani del Wall Street Journal, dal settimanale anglo/sovietico The Economist e da David Hale, economista americano (di formazione marxista?) di fama mondiale.
Sono tutti d’accordo: L’Italia va a picco.
Per i prossimi 10 anni si può sperare in una crescita dell’1,5% annua, se va bene, se il debito pubblico non crescerà, se rimarremo dentro ai parametri europei (ma già adesso siamo fuori), se l’inflazione rimarrà stabile, se, se…
Il resto del mondo cresce al ritmo del 3-15%, ogni anno perdiamo terreno e tra cinque anni i rumeni saranno più ricchi di noi, come lo sono ora gli spagnoli e tutta l’Europa occidentale.
Se nulla cambierà ci aspetta un futuro di nuova povertà.
Secondo l’economista Hale, http://finanza.espressonline.it/scripts/cligipsw.dll?app=KWF&tpl=kwfinanza% 5Cdettaglio_news.tpl&del=20050611&fonte=AGI&codnews=63913 presente la scorsa settimana a Venezia all’incontro per le relazioni tra Italia e Stati Uniti, in Italia non aumenta la produttività, l’export è calato del 25% in due anni e il costo del lavoro è in aumento.
Per Hale “L’Argentina è l’esempio più calzante di quello che l’Italia sta diventando”.
Come cambiare questa tendenza, ammesso che sia ancora possibile?
Denunciandola, guardandola in faccia, prendendo misure efficaci, subito, anche se dure e impopolari.

Ma non preoccupatevi, questa è solo propaganda anti governativa.
Secondo le fonti informative nazionali, infatti, siamo tutti occupati, abbiamo un rapporto auto pro capite molto alto e più telefonini di tutti in Europa.


Postato da Beppe Grillo alle 13:26 in Economia
 
Vi prego di divulgare il + possibile. Grazie.

25 Giugno 2005
PARMALAT: vota NO!

1119735951tanzi.jpg

Parmalat è stato il crack finanziario più grande della storia. Che io l’abbia detto per primo, io che faccio il comico, dovrebbe far pensare al clima di omertà in cui, da tempo, è immerso il nostro Paese.
Ricevo e pubblico, sperando di fare un servizio, la lettera ricevuta dall’avvocatessa Anna Campilii di Parma che difende un gruppo di piccoli risparmiatori.

“Sul concordato Parmalat si potrà votare fra il 28 giugno e il 26 agosto.
Gli obbligazionisti dovranno votare tramite le banche che detengono i titoli. Il decreto del Tribunale lo dice infatti in modo chiaro: «I titolari dei prestiti obbligazionari dovranno votare per il solo tramite dei rispettivi intermediari aderenti ai sistemi di clearing presso i quali ciascun obbligazionista detiene il conto titoli». Gli altri creditori di Parmalat ammessi nominativamente, invece, voteranno tramite alcune schede predefinite.
I risparmiatori hanno convenienza a votare NO al concordato Parmalat perché solo in tal caso la procedura si convertirebbe nel fallimento e proseguirebbero le azioni intraprese dal commissario straordinario Enrico Bondi contro Bank of America e contro City Group (e altre banche), finalizzate al recupero di oltre 20 MD di dollari, recupero idoneo a sanare tutto il passivo Parmalat (che ammonta a 14 MD di euro).
Se invece venisse approvato il concordato (anche con il silenzio-assenso), esiste il pericolo che le suddette banche diventino socie di riferimento e votino una transazione delle cause a prezzo vile, con evidente danno dei piccoli risparmiatori.
Esiste una alternativa, sdegnosamente respinta dalle banche venditrici dei bond: esse si riprendano i bond al prezzo di vendita e poi saranno libere di votare come vogliono.
Occorre votare no con comunicazione scritta da conservare con il timbro di ricevuta della banca”.

Avv. Anna Campilii, legale di alcuni piccoli risparmiatori.

Postato da Beppe Grillo alle 13:45 in Economia
 
27 Giugno 2005
Balle nucleari

1119910834nucleare.jpg


Dai dati presentati al 19° Congresso Mondiale dell'Energia, nel 2030 la produzione di energia nucleare passerà dal 16% al'8.5%. Come risulta dalla tabella aumenterà la produzione di energia ottenuta con il gas e le fonti rinnovabili, mentre diminuirà quella ottenuta da petrolio, carbone ed idroelettrica.

Ciònonostante aumentano le pressioni del mondo politico ed economico per un ritorno all'energia nucleare.

I sostenitori del nucleare affermano che questo tipo di energia sia sicuro, meno inquinante ed economico.

Non è vero.

Non è sicura.
Esiste una lunga casistica di incidenti nel mondo (come Detroit, Three Mile Island, Chernobyl, il Superphenix in Francia) che hanno causato disastri ambientali, con centinaia di migliaia di persone esposte alle radiazioni che ne hanno provocato la morte o danni genetici irreversibili.
Se le centrali nucleari sono così sicure per quale motivo non esistono Compagnie Assicurative disposte a stipulare una RC (Responsabilità Civile) per assicurarle?

Non è pulita.
I sostenitori affermano che le centrali nucleari non inquinano perchè non immettono anidride carbonica nell'atmosfera.
Vero.
Ma non si preoccupano di dire che il funzionamento di una centrale e il trattamento e la sepoltura delle scorie radioattive, determinano dei danni all'ambiente molto più gravi e duraturi.

Non è economica.
Non è vero che il costo aziendale dell'elettricità ottenuta con il nucleare sia inferiore a quello dell'elettricità ottenuta da altre fonti. Bisogna infatti includere anche i costi di smantellamento delle centrali nucleari alla fine della loro vita utile e i costi di stoccaggio, nel lungo periodo, del combustibile nucleare e delle scorie radioattive.

Ha ragione il Professor Giorgio Nebbia quando sottolinea la necessità di domandarci se valga la pena di proseguire questa corsa alla produzione di merci ed energia senza chiederci che cosa produciamo, che cosa acquistiamo, cosa accade all'interno delle fabbriche e delle centrali e a cosa servano le merci prodotte.

Un controllo pubblico sugli atti dei Governanti e degli imprenditori ridurrebbe le morti e i danni per gli uomini e costituirebbe un formidabile stimolo per l'innovazione, la ricerca scientifica e per la realizzazione di prodotti in grado di soddisfare i veri bisogni umani che comprendono la sicurezza, il diritto alla vita e la dignità.

Postato da Beppe Grillo alle 16:53 in Energia www.beppegrillo.it
 
28 Giugno 2005
"Frammenti" di Renzo Piano

1119992182piano.jpg


Pubblico alcune riflessioni dell'amico Renzo Piano.

"Caro Beppe la settimana scorsa abbiamo inaugurato a Berna il Museo di Paul Klee, il grande pittore ed educatore scomparso nel 1940.

Costo della costruzione 75 milioni di franchi svizzeri, pari a 50 milioni di dollari.

Un giornalista del New York Times, una volta corrispondente di guerra, mi ha fatto notare che questo costo è pari a quello di un bombardiere americano in missione di guerra in Iraq per 1 ora (carico di esplosivo e caccia di scorta compresi).

Mi ha sconvolto scoprire cosa si può fare con gli stessi soldi: distruggere tutto per un'ora o costruire qualche cosa che nutrirà pacificamente le menti per secoli.

Mondo bastardo".

Renzo Piano

Postato da Beppe Grillo alle 13:37 in Informazione
 
29 Giugno 2005
Quanto ci vuole per demolire una casa?
1120168079palestina.jpg


Il quotidiano israeliano Haaretz ha pubblicato una notizia interessante.
Una commissione militare israeliana ha raggiunto la conclusione che la distruzione di case palestinesi, punizione in uso dal 1967, non è un deterrente nei riguardi delle azioni di terrorismo o di resistenza violenta.

In questi anni sono state sistematicamente demolite non solo le case dei terroristi suicidi, ma anche quelle dei sospettati di terrorismo.
Per ogni persona che ha preso parte ad un'azione terroristica, mediamente 12 innocenti sono stati puniti.
La distruzione delle case era una punizione già usata dagli inglesi contro i terroristi ebrei al tempo del mandato, e già allora si era dimostrata inefficace.

Non solo è inutile ma è anche dannosa perchè aumenta l'odio, la frustrazione il desiderio di vendetta e quindi la disponibilità ad altri atti di violenza.

Scrive lo scrittore israeliano Yizhar Smilanski:

"Quanto ci vuole a costruire una casa?
Ci vuole un anno per costruirla. Qualche volta cento anni. E ci sono case che sono sempre state li.

Quanto ci vuole a demolire una casa?
Meno di quanto ce ne voglia per pensare se essa debba essere demolita. Quanto tempo ci vuole per pensare se debba essere demolita? Meno di uno squillo della telefonata che ordina la demolizione.

Una spinta ed è andata. Un buco si è aperto nel paesaggio familiare, ed una famiglia, che aveva una sua concretezza e un nome e un indirizzo ed esseri umani di tutte le età e legati da diversi tipi di relazioni, in un batter d'occhio è diventata un esempio: le persone sono state punite...".

Qualche cosa di analogo si è verificato in Iraq: un recente rapporto del National Intelligence Council, preparato per la CIA, spiega che l'Iraq, che prima dell'invasione non aveva rapporti con il terrorismo, si sta rivelando una efficacissima scuola capace di diplomare terroristi ben addestrati e pronti a colpire in ogni parte del mondo (fonte: Washington Post del 14/01/2005).

Fonti:
http://www.haaretzdaily.com
http://www.rrrquarrata.it
Washington Post

Postato da Beppe Grillo alle 18:42 in Politica


30 Giugno 2005
Sarà meraviglioso...


1120168317dottori.jpg

Il marketing si sta impadronendo di tutti gli ambiti della nostra vita: dall'industria al commercio, dalla scuola alla politica, e adesso anche la sanità.

Un esempio che trovo esplicativo è un editoriale scritto da Francesco Berti Riboli, Ammnistratore Delegato della casa di cura Villa Montallegro S.p.A. di Genova, per la loro newsletter, dal titolo "Sarà meraviglioso...", di cui pubblico uno stralcio:

"Sarà meraviglioso … e adesso va alla grande così! Continua il nostro appuntamento che ci permette di raccogliere un po’ le idee a fine anno...

...Si inizia subito a gennaio, il giovedì 15 a Villa Spinola con un appuntamento - “What’s new in … breast” - per promuovere in maniera combinata “Più Donna” e il link con Partners International, con la formula vincente già sperimentata per gli “Aperitivi Radiologici”: 4 relazioni sulla mammella tenute via web da specialisti del Massachussets General Hospital...

..."Più Donna” viene inaugurata ufficialmente il giorno 14 febbraio(una data non scelta a caso), con una giornata “a porte aperte”, dedicata alle nostre Clienti...

...Nel mese di maggio, insieme a TMA, abbiamo organizzato due “Aperitivi Radiologici” dedicati a temi di approfondimento neurologico e ortopedico (la sclerosi multipla e le lesioni della spalla)...

Il marchio “What’s new in … “ viene ancora una volta sfruttato in occasione dell’inaugurazione di una nuova iniziativa che ci vede protagonisti, questa volta “in trasferta”; per venire incontro alle esigenze dei nostri Clienti provenienti dal Ponente Ligure... abbiamo pensato di strutturarci in un Montallegropoint, una sorta di ufficio consolare per le nostre attività su Pazienti che vivono nei territori delle Asl 1 e 2 liguri. L’esperimento sembra soddisfacente...

...E ancora vogliamo raccontarVi del nostro contributo al “Festival della Scienza”, giunto ormai alla seconda edizione, che ha concentrato a Genova... alcuni fra i più noti scienziati al mondo; noi abbiamo voluto partecipare insieme all’Acquario di Genova (e all’Associazione degli Amici dell’Acquario) organizzando un evento che (a metà strada tra lo sportivo e lo scientifico) ha richiamato un
gran numero di spettatori proprio nella giornata inaugurale della manifestazione. “Il giro del mondo in apnea”...

...Lo sport, l’attività fisica rimane sempre una delle nostre passioni e riteniamo possa anche diventare fonte di business già dal prossimo 2005..."

Verrebbe quasi voglia di farsi ricoverare per un happy hour ginecologico o un digestivo gastro-addominale.

Postato da Beppe Grillo alle 17:02 in Salute/Medicina
 

Users who are viewing this thread

Back
Alto