xchè dobbiamo credere a dio onnipotente (2 lettori)

carrodano

Forumer storico
Come premessa, mi auspico a breve un intervento di Mostro, non per altro per guadagnarmi quel famoso 50%..
Caro Carro, purtroppo il filosofo il max che possa fare in un campo incerto come il concetto di Dio, sta nell'unire ed elaborare una sintesi tra religione e scienza, solo in apparenza in conflitto o in antitesi. Se Dio è scienza, la scienza non può che esser Dio.
Allora ti dico che per me Dio è una " proiezione". Ho studiato a fondo la scienza dei sogni e il concetto di proiezione è una peculiarità umana dell'inconscio.
A questo punto ti parto da un punto d'ipotesi della scienza che potrebbe essere il fondo di quella proiezione. Non pretendo nulla che poter ricominciare la discussione da questo.
Con l'occasione ti saluto e saluto anche quel paraculo del caro Mostro, dal quale gradirei delle osservazioni sulla materia, che siano tali da portarlo subito a quel famoso ed ambito 100%.


Bosone di Higgs

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.



Bosone di HiggsComposizione:Particella elementareFamiglia:BosoneStatus:ipoteticaTeorizzata:P. Higgs, F. Englert, R. Brout (1964)Spin:0Il bosone di Higgs sarebbe una ipotetica particella elementare, massiva, scalare, prevista dal modello standard della fisica delle particelle. Nell'ipotesi che questa esista, essa sarebbe l'unica particella del modello standard a non essere stata ancora osservata.
Questa particella giocherebbe un ruolo fondamentale all'interno del modello: la teoria la indica come portatrice di forza del campo di Higgs che si ritiene permei l'universo e dia massa a tutte le particelle.
Al giorno d'oggi l'ipotetica particella non è mai stata osservata, ma vi sarebbero alcuni indizi della sua esistenza. Il bosone di Higgs fu teorizzato nel 1964 dal fisico scozzese Peter Higgs, insieme a François Englert e Robert Brout, mentre stavano lavorando su un'idea di Philip Anderson, e indipendentemente da G. S. Guralnik, C. R. Hagen, e T. W. B. Kibble.
Esso sarebbe dotato di massa propria. La teoria dà un limite superiore per questa massa di circa 200 GeV (≈3,5×10-25 kg). Al 2002 gli acceleratori di particelle hanno raggiunto energie fino a 115 GeV. Benché un piccolo numero di eventi che sono stati registrati potrebbero essere interpretati come dovuti ai bosoni di Higgs, le prove a disposizione sono ancora inconcludenti. Ci si aspetta che il Large Hadron Collider, presso il CERN, la cui prima accensione è avvenuta il 10 settembre 2008, sia in grado di confermare l'ipotetica esistenza di tali bosoni.
Poiché il campo di Higgs è un campo scalare, i bosoni di Higgs avrebbero spin zero.
Il fisico Vlatko Vedral ha tuttavia avanzato la supposizione che l'origine della massa delle particelle sia dovuta all'entanglement quantistico tra i bosoni, analogamente a quanto espresso dalla sua teoria sull'effetto Meissner nei superconduttori da parte degli elettroni entangled. Vari altri ipotetici modelli fisici, tra cui il modello dinamico della superunificazione e del dualismo onda-particella elaborato dal fisico Alex Kaivarainen dell’Università di Turku in Finlandia, parimenti rifiutano implicitamente l'esistenza del bosone di Higgs.[senza fonte]

Ps. il concetto di bene e male purtroppo limitano la visione della religione.
Dovremmo sforzarci di pensare un nuovo modello: l'equilibrio delle forze e il suo divenire. Le parole che meglio si adattano a questo modello sono " trasformazione, cambiamento, evoluzione ". prendiamo la natura: ad esempio il leone che sbrani e si mangi una gazzella. Oppure il coccodrillo che apra le fauci su un docile serpentello. Se l'uomo uccide l'uomo invece non è normale, allora provocherà un cambiamento, una trasformazione.
Ma un " ingegnere" che crei una struttura del genere, conosce ogni piccolo dettaglio della sua evoluzione, perchè ne conosce le variabili e le costanti.
E questo è opera del suo gigantesco progetto.

stimolante
ma
se fossi sicuro
che dio fosse una mia proiezione
me ne sbarazzerei subito
e la sostituirei con altre proiezioni


anche il bosone è un quid
e non sfugge
al teorema di parmenide
del filosofo bontadini
mio docente
alla cattolica negli anni settanta
 

Kronos

Forumer storico
stimolante
ma
se fossi sicuro
che dio fosse una mia proiezione
me ne sbarazzerei subito
e la sostituirei con altre proiezioni


anche il bosone è un quid
e non sfugge
al teorema di parmenide
del filosofo bontadini
mio docente
alla cattolica negli anni settanta

Io non sono Parmenide, io sono Kronos.:D

e Kronos è presente sempre sul luogo del delitto.
Io non ho detto o non volevo dire che Dio è una mia o nostra proiezione, quello lo hai detto tu.
Dio è una proiezione, nel senso che l'universo è un suo progetto, quindi una sua proiezione.
Se in esso è contenuta la potenzialità del bene e del male, della creazione e della distruzione, della creazione della materia e del suo decadimento,
allora ne conseguirà che il bene ed il male sono generate da un unicum.
Esempio una stella che diventi un buco nero. Esempio il nostro sole.
E questo avvenimento non dipenderà in alcun modo dalla volontà degli uomini..

Poiché anche nella teoria gravitazionale newtoniana la velocità di fuga non dipende dalla massa del corpo in moto nel campo di gravità, già nel 1783 lo scienziato inglese John Michell suggerì in una lettera a Henry Cavendish (successivamente pubblicata nei rendiconti della Royal Society)[1] che la velocità di fuga di un corpo celeste potrebbe risultare superiore alla velocità della luce, dando luogo a quella che egli chiamò una dark star. Nel 1795 Pierre-Simon de Laplace riportò quest'idea nella prima edizione del suo trattato Mécanique céleste.
Poco dopo la formulazione della relatività generale da parte di Albert Einstein risultò che la soluzione delle equazioni di Einstein (in assenza di materia) che rappresenta un campo gravitazionale statico e a simmetria sferica (la soluzione di Schwarzschild, che corrisponde al campo gravitazionale centrale simmetrico della gravità newtoniana) implica l'esistenza di una superficie ideale, detta orizzonte degli eventi, caratterizzata dal fatto che qualunque cosa la oltrepassi, attratta dal campo gravitazionale, non sarà più in grado di tornare indietro. Poiché neppure la luce riesce ad attraversare l'orizzonte degli eventi dall'interno verso l'esterno, la regione interna all'orizzonte degli eventi si comporta a tutti gli effetti come un buco nero.
Poiché la soluzione di Schwarzschild descrive il campo gravitazionale nel vuoto, essa rappresenta esattamente il campo gravitazionale all'esterno di una distribuzione di massa con simmetria sferica: un buco nero potrebbe essere teoricamente prodotto da un corpo celeste massivo solo se questo avesse densità tale da essere interamente contenuto all'interno dell'orizzonte degli eventi (se, cioè, il corpo celeste avesse raggio inferiore al raggio di Schwarzschild corrispondente alla sua massa totale). Si pose dunque l'interrogativo se una tale densità possa essere raggiunta come effetto del collasso gravitazionale di una data distribuzione di materia. Lo stesso Einstein (al quale la "singolarità" trovata da Schwarzschild nella sua soluzione appariva come una pericolosa inconsistenza nella teoria della relatività generale) discusse questo punto in un lavoro del 1939, concludendo che per raggiungere una simile densità le particelle materiali avrebbero dovuto superare la velocità della luce, in contrasto con la relatività ristretta:
(EN) « The essential result of this investigation is a clear understanding as to why the "Scwarzschild singularities" do not exist in physical reality. »
(IT) « Il risultato fondamentale di questo studio è la chiara comprensione del perché le "singolarità di Schwarzschild" non esistono nella realtà fisica. »
(A. Einstein[2])

In realtà Einstein aveva basato i suoi calcoli sull'ipotesi che i corpi che collassano orbitino intorno al centro di massa del sistema, ma nello stesso anno R. Oppenheimer e H. Snyder[3] mostrarono che la densità critica può essere raggiunta quando le particelle collassano radialmente. Successivamente anche il fisico indiano A. Raychauduri mostrò che la situazione ritenuta da Einstein non fisicamente realizzabile è, in realtà, perfettamente compatibile con la relatività generale:
(EN) « A nonstatic solution of the Einstein gravitational equations representing a spherically symmetric cluster of radially moving particles in an otherwise empty space is obtained. While it has been presumed by Einstein that the Schwarzschild singularity is physically unattainable as matter cannot be concentrated arbitrarily, the present solution seems to show that there is no theoretical limit to the degree of concentration, and that the Schwarzschild singularity has no physical reality as it occurs only in some particular coordinate systems. »
(IT) « [In questo lavoro] si ottiene una soluzione non statica delle equazioni gravitazionali di Einstein che rappresenta un aggregato, dotato di simmetria sferica, di particelle che si muovono radialmente in uno spazio vuoto. Benché Einstein abbia ritenuto che la singolarità di Schwarzschild sia fisicamente irraggiungibile, poiché la materia non può essere concentrata arbitariamente, la presente soluzione sembra dimostrare che non vi è un limite teorico al grado di concentrazione, e che la singolarità di Schwarzschild non abbia significato fisico in quanto compare solo in particolari sistemi di coordinate. »
(A. Raychaudhuri[4])

In altri termini, l'orizzonte degli eventi non è una reale singolarità dello spazio-tempo (nella soluzione di Schwarzschild, l'unica vera singolarità geometrica è collocata nell'origine delle coordinate), ma ha comunque la caratteristica fisica di poter essere attraversato solo dall'esterno verso l'interno. In accordo con queste considerazioni teoriche, numerose osservazioni astrofisiche sono state fatte risalire alla presenza di buchi neri che attraggono materia circostante[5]. Secondo alcuni modelli, potrebbero esistere buchi neri privi di singolarità, dovuti a stati della materia più densi di una stella di neutroni, ma non al punto di generare una singolarità.
Secondo le teorie attualmente considerate, un buco nero può formarsi solamente da una stella che ha una massa superiore ad almeno 2,5 volte circa quella del Sole, come conseguenza del Limite di Chandrasekhar, anche se a causa dei vari processi di perdita di massa subiti dalle stelle al termine della loro vita occorre che la stella originaria sia almeno dieci volte più massiccia del Sole. I numeri citati sono meramente indicativi, in quanto dipendono dai dettagli dei modelli utilizzati per prevedere l'evoluzione stellare e, in particolare, dalla composizione chimica iniziale della nube di gas che ha dato origine alla stella in questione. Non è esclusa la possibilità che un buco nero possa avere origine non stellare, come si suppone ad esempio per i cosiddetti buchi neri primordiali: vedi il seguito per approfondire.

Formazione dei buchi neri


Un disco di polvere in orbita attorno ad un probabile buco nero supermassiccio (HST).


Verso il termine del proprio ciclo vitale, il nucleo di una stella si spegne, avendo trasformato tramite fusione nucleare tutto l'idrogeno in elio. La forza gravitazionale, che prima era in equilibrio con la pressione generata dalle reazioni di fusione nucleare, prevale e comprime la massa della stella verso il suo centro.
Quando la densità diventa sufficientemente elevata può innescarsi la fusione nucleare dell'elio, in seguito alla quale c'è la produzione di litio, azoto e altri elementi (fino all'ossigeno e al silicio). Durante questa fase la stella si espande e si contrae violentemente più volte, espellendo parte della propria massa. Le stelle più piccole si fermano ad un certo punto della catena e si spengono, raffreddandosi e contraendosi lentamente, attraversano lo stadio di nana bianca e nel corso di molti milioni di anni diventano una sorta di gigantesco pianeta. In questo stadio la forza gravitazionale è bilanciata da un fenomeno quantistico, detto pressione di degenerazione, legato al principio di esclusione di Pauli. Per le nane bianche la pressione di degenerazione è presente tra gli elettroni.
Se invece il nucleo della stella supera una massa critica, detta limite di Chandrasekhar pari a 1,4 volte la massa solare, ad un certo punto ogni possibile combustione nucleare viene innescata e le reazioni nucleari non sono più in grado di opporsi al collasso gravitazionale. A questo punto la stella subisce una contrazione fortissima, che fa entrare in gioco la pressione di degenerazione tra i componenti dei nuclei atomici. La pressione di degenerazione arresta bruscamente il processo di contrazione, ma in questo caso può provocare una gigantesca esplosione, detta esplosione di supernova di tipo II .
Durante l'esplosione quel che resta della stella espelle gran parte della propria massa, che va a disperdersi nell'universo circostante; quello che rimane è un nucleo estremamente denso e massiccio. Se la sua massa è abbastanza piccola da permettere alla pressione di degenerazione di contrastare la forza di gravità si arriva ad una situazione di equilibrio: si forma una stella di neutroni.

Probabile aspetto di un buco nero, se posto davanti ad uno sfondo ricco di stelle. Da notare la luce distorta dalla gravità e l'orizzonte degli eventi. Il buco ha una massa pari a dieci volte quella del Sole ed è visto da 600 km di distanza. In questa posizione è necessaria un'accelerazione di 400 milioni di g per mantenere il distacco costantemente.


Se la massa supera le tre masse solari (limite di Volkoff-Oppenheimer) non c'è più niente che possa contrastare la forza gravitazionale; inoltre, secondo la Relatività generale, la pressione interna non viene più esercitata verso l'esterno (in modo da contrastare il campo gravitazionale), ma diventa essa stessa una sorgente del campo gravitazionale, rendendo così inevitabile il collasso infinito.
A questo punto la densità della stella morente, ormai diventata un buco nero, raggiunge velocemente valori tali da creare un campo gravitazionale talmente intenso da non permettere a nulla di sfuggire alla sua attrazione, neppure alla luce: si ha una curvatura infinita dello spaziotempo, che può far nascere dei cunicoli all'interno di buchi neri in rotazione. Alcuni scienziati hanno così ipotizzato che, almeno in linea teorica, è possibile viaggiare nel passato, visto che i cunicoli collegano due regioni diverse dello spaziotempo.
A causa delle loro caratteristiche, i buchi neri non possono essere "visti" direttamente ma la loro presenza può essere ipotizzata a causa degli effetti di attrazione gravitazionale che esercitano nei confronti della materia vicina e della radiazione luminosa in transito nei paraggi o "in caduta" sul buco.
Esistono anche altri scenari che possono portare alla formazione di un buco nero. In particolare una stella di neutroni in un sistema binario può rubare massa alla sua vicina fino a superare la massa di Chandrasekhar e collassare. Alcuni indizi suggeriscono che questo meccanismo di formazione sia più frequente di quello "diretto".
Un altro scenario permette la formazione di buchi neri con massa inferiore alla massa di Chandrasekhar: anche una quantità arbitrariamente piccola di materia, se compressa da una gigantesca forza esterna, potrebbe in teoria collassare e generare un orizzonte degli eventi molto piccolo. Le condizioni necessarie potrebbero essersi verificate nel primo periodo di vita dell'universo, quando la sua densità media era ancora molto alta, a causa di variazioni di densità o di onde di pressione. Questa ipotesi è ancora completamente speculativa e non ci sono indizi che buchi neri di questo tipo esistano o siano esistiti in passato.

Fenomenologia dei buchi neri


La galassia gigante Centaurus A osservata in diverse regioni dello spettro elettromagnetico. Gli astronomi ritengono che il suo centro ospiti un buco nero della massa di milioni di masse solari, responsabile dei due getti lungo l'asse della galassia stessa.


La caratteristica fondamentale dei buchi neri è che il loro campo gravitazionale divide idealmente lo spazio-tempo in due, o più parti, separate fra di loro da un orizzonte degli eventi. Un'informazione fisica (come un'onda elettromagnetica, o una particella) potrà oltrepassare un orizzonte degli eventi in una direzione soltanto. Nel caso ideale, e più semplice, di un buco nero elettricamente scarico, e non rotante (buco nero di Schwarzschild), esiste un solo orizzonte degli eventi, che è una sfera centrata nell'astro, e di raggio pari al raggio di Schwarzschild, dipendente dalla massa dello stesso. Una frase coniata dal fisico John Archibald Wheeler, un buco nero non ha capelli, sta a significare che tutte le informazioni sugli oggetti o segnali che cadono in un buco nero vengono perdute, ad eccezione di tre fattori: massa, carica e momento angolare. Il corrispondente teorema è stato dimostrato da Wheeler, il quale è anche colui che ha dato il nome a questi oggetti astronomici.
In realtà un buco nero non è del tutto nero: esso emette particelle, in quantità inversamente proporzionale alla sua massa, portando ad una sorta di evaporazione. Questo fenomeno, dimostrato nel 1974 per la prima volta dal fisico Stephen Hawking, è noto come radiazione di Hawking ed è alla base della termodinamica dei buchi neri. Alcune sue osservazioni sull'orizzonte degli eventi dei buchi neri, inoltre, hanno portato alla formulazione del principio olografico.
Altri effetti fisici sono associati all'orizzonte degli eventi, in particolare per la relatività generale il tempo proprio rallenta all'aumentare del campo gravitazionale fino ad arrestarsi completamente sull'orizzonte. Quindi un astronauta che stesse precipitando verso un buco nero percepirebbe di impiegare un tempo finito e, se potesse sopravvivere all'enorme gradiente del campo gravitazionale, non percepirebbe nulla di strano all'avvicinarsi dell'orizzonte; al contrario un osservatore esterno vedrebbe i movimenti dello sfortunato astronauta rallentare progressivamente fino ad arrestarsi del tutto quando raggiunge il raggio di Schwarzschild. L'astronauta che precipita osservando l'universo lo vedrebbe invece evolvere sempre più velocemente.
Al contrario degli oggetti dotati di massa i fotoni non vengono rallentati o accelerati dal campo gravitazionale del buco nero, ma subiscono un fortissimo spostamento verso il rosso (in uscita) o verso il blu (in entrata). Un fotone che nascesse esattamente sull'orizzonte degli eventi, diretto verso l'esterno del buco nero, subirebbe un tale spostamento verso il rosso da allungare all'infinito la sua lunghezza d'onda (la sua energia diventerebbe quindi pari a zero).
A tutt'oggi non è possibile conoscere lo stato della materia interna di un buco nero, le leggi stesse che regolano la fisica all'esterno dell'orizzonte degli eventi perdono validità in prossimità del buco nero.
Uno degli oggetti nella Via Lattea candidati ad essere un buco nero è una sorgente di raggi X chiamata Cygnus X-1. Viene ipotizzato che enormi buchi neri (di massa pari a milioni di volte quella del sole) esistano al centro delle galassie, come nella nostra e nella galassia di Andromeda.
 

jenJEN

Mai domi!
Sono passato su questo fol per caso ( io ne frequento uno su una small cap francese che mi fa dannare)........che dire.........sono stupito, sorpreso, oserei dire commosso che ci sia ancora gente che si scambia opinioni di cosi alto profilo........che la razza umana abbia ancora qualche speranza?
Grazie per quello che scrivete. Leggervi ( e riflettere su quanto letto ) è stato un vero piacere. E continuerò a farlo finchè ci sarete. Buona serata.
 

felixeco

Forumer storico
mi associo.

quando si parla di Dio senza preconcetti.........tutto è più facile.
Si ringraziano i "filosofi":)
 

jenJEN

Mai domi!
ciao scusami....ti do una dritta...FOL è l'abbreviazione di finanzaonline;)....questo è un forum massimo puoi dire FIO(FINANZAINVESTIREOGGI):lol:...SCUSAMI SONO UNA BURLONA:lol:


Touchè! Ma è la forza dell'abitudine!
Ci siamo tutti trasferiti proprio da quel FOL......era infestato da basher e gentaglia di ogni genere........qui pare si stia un pò meglio!
A presto.
 

Kronos

Forumer storico
Caro Carro, Di ludwig Fuerbach mi piace soprattutto il modo di pensare, la sua voglia di ricerca, quindi sicuramente un'indole ribelle. Un uomo più moderno di tanti che conosciamo ai nostri giorni. Condivido questo, credo, perchè io e Ludwig potremmo esser vissuti in qualsiasi tempo e civiltà.
Questo è il segreto, non la conoscenza di una realtà staticizzante, conservatrice, pedante nelle sue certezze, ma una serie di civiltà multietniche e culturali che attraversino la storia per lungo e per largo, spaziando dal passato al futuro ma confrontandosi e rimanendo ben piantati a recepire, criticare e confrontarsi con la realtà di tutti i giorni.
Per quanto riguarda il ragazzo Hawing il suo sorriso e il suo destino crudele sono quello che cattura la mia mente più dei suoi buchi neri che evaporano come i fumi di un bagno turco e ti lasciano tutto sudato.
Ed un'invidia verso di lui ce l'ho. Avrei tanto desiderato giocare quella partita a poker con lui, Albert Einstein e Isaac Newton in Star Trek. A me piace da matti il poker, anche perchè farci giocare a scacchi in quattro mi sarebbe sembrata in quell'occasione un'impresa impossibile pure a Dio.

Un abbraccio virtuale;)

123336148011.gif
 

Users who are viewing this thread

Alto