FTSE Mib Futures Y SOPRAVVISSUTI di Idee e grafici. parte seconda (2 lettori)

dondiego49

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ore 12,20

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FtseMib future: spunti operativi per mercoledì 3 maggio

di Gianluca Defendi

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    E’ stata una giornata positiva sul mercato azionario positivo che ha tentato un nuovo allungo ma è rimasto al di sotto di una solida area di resistenza. Il Ftse Mib future (scadenza giugno 2017), dopo un’apertura a 20.370, si è appoggiato a quota 20.350-20.345 prima di effettuare un veloce balzo in avanti cha ha spinto i prezzi fino ad un picco di 20.465 punti. Da quest’ultimo livello è poi iniziata una rapida correzione intraday che ha riportato il derivato a ridosso di 20.300. La situazione tecnica di breve periodo rimane costruttiva ma, prima di poter tentare un nuovo allungo, è probabile una pausa di consolidamento. Da un punto di vista grafico, infatti, un nuovo segnale rialzista arriverà soltanto con il breakout della barriera posta a 20.550 punti (con target teorici a 20.630 prima e attorno a 20.700 in un secondo momento). Pericolosa invece un discesa sotto 20.250 in quanto potrebbe innescare una brusca correzione verso 20.160 prima, in area 20.050-20.040 poi e in area 19.960-19.950 successivamente. Strategia operativa intraday. Short a 20.430 con target a 20.330 prima, a 20.250 poi e in area 20.170-10.160 successivamente. Stop a 20.510. (riproduzione riservata)
    Gianluca Defendi
 

dondiego49

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Il calo del listino si fa sentire sul patrimonio dei grandi soci
delle quotate: i primi 200 hanno perso in un anno 24 miliardi di euro
MERCATI D’ESTATE
I paperoni della borsa
Tra i privati vince Del Vecchio
Ma Cassa Depositi e Prestiti
è il primo azionista a Piazza Affari
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Sabato 13 Agosto 2016 Anno XXVII - Numero 159
 

dondiego49

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Costo sottozero per le nuove emissioni del debito dello
Stato italiano. Quindi grandi benefici per il bilancio
pubblico, che riceve credito gratis dai risparmiatori
italiani e anche internazionali e anzi, con l’ultima
emissione di mercoledì 10, viene addirittura pagato
(0,19%) per ricevere denaro. Una situazione che non ha precedenti
e che consente di essere meno esplosivo al debito pubblico
italiano, che può essere facilmente finanziato.
È l’effetto del Qe, il Quantitative easing della Bce, messo a punto
dal presidente Mario Draghi, per riuscire a spingere l’Europa
fuori dalla crisi economica con una inondazione di liquidità. Liquidità
che nelle intenzioni di Draghi dovrebbe arrivare anche alle
aziende e alle famiglie, che sono il motore dell’economia con le loro
produzioni e i loro consumi. Ma su questo fronte il fallimento è
quasi completo: il credito alle aziende è cresciuto in giugno solo
dello 0,8% e alle famiglie negli ultimi 12 mesi dell’1,4% soprattutto
grazie ai mutui immobiliari. Nell’un caso e nell’altro bazzecole, se
solo si confrontano questi dati con le cadute di finanziamenti negli
ultimi otto anni, cioè dall’inizio della crisi innescata dal fallimento
della Lehman. Non può così sorprendere che, nonostante gli sforzi
e i buoni propositi del governo, il prodotto interno lordo (pil) sarà
salito a fine anno soltanto di una frazione di punto, che fa il solletico
alla caduta del 10% complessivo degli anni della crisi.
Questo fallimento ha una spiegazione molto semplice da capire: l’economia
italiana dipende dal credito bancario per l’85% in generale e per
 

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