Costo sottozero per le nuove emissioni del debito dello
Stato italiano. Quindi grandi benefici per il bilancio
pubblico, che riceve credito gratis dai risparmiatori
italiani e anche internazionali e anzi, con l’ultima
emissione di mercoledì 10, viene addirittura pagato
(0,19%) per ricevere denaro. Una situazione che non ha precedenti
e che consente di essere meno esplosivo al debito pubblico
italiano, che può essere facilmente finanziato.
È l’effetto del Qe, il Quantitative easing della Bce, messo a punto
dal presidente Mario Draghi, per riuscire a spingere l’Europa
fuori dalla crisi economica con una inondazione di liquidità. Liquidità
che nelle intenzioni di Draghi dovrebbe arrivare anche alle
aziende e alle famiglie, che sono il motore dell’economia con le loro
produzioni e i loro consumi. Ma su questo fronte il fallimento è
quasi completo: il credito alle aziende è cresciuto in giugno solo
dello 0,8% e alle famiglie negli ultimi 12 mesi dell’1,4% soprattutto
grazie ai mutui immobiliari. Nell’un caso e nell’altro bazzecole, se
solo si confrontano questi dati con le cadute di finanziamenti negli
ultimi otto anni, cioè dall’inizio della crisi innescata dal fallimento
della Lehman. Non può così sorprendere che, nonostante gli sforzi
e i buoni propositi del governo, il prodotto interno lordo (pil) sarà
salito a fine anno soltanto di una frazione di punto, che fa il solletico
alla caduta del 10% complessivo degli anni della crisi.
Questo fallimento ha una spiegazione molto semplice da capire: l’economia
italiana dipende dal credito bancario per l’85% in generale e per