FTSE Mib Futures Y SOPRAVVISSUTI di Idee e grafici. parte seconda (1 Viewer)

dondiego49

Forumer storico
si son girati in baso in questa candela !!!! che sia finita la odierna salita ,lo stoc era solo a 90 ?? mi rimane un loto da chiudere ancora verde lo rimane fin 23,670 se si avicina tropo meglio che lo chiudo :affonda: :aikido"
 

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dondiego49

Forumer storico
io chiuso tropo stressante ,chi si accontenta gode :evil1:


ora vediamo quando rientrare ,se supera bene 23,850 e si scarica si può riprovare altrimenti può anche scendere :simangia:
 

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dondiego49

Forumer storico
qui non so bene chi scrive ,ma mi piace poco =D


Ftse Mib: ecco perché potremmo assistere ad un imminente crollo
I rialzi delle ultime ottave potrebbero rappresentare un fuoco di paglia se contestualizzati all'interno dell'andamento di medio dell'indice Ftse Mib; al momento i segnali tecnici lascerebbero intendere che l'incisività ribassista non sia ancora terminata.

FABIO BRIGIDA 31 OTTOBRE 2014 10:15
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Analisi Ftse Mib


Si appresta a concludersi un nuova settimana di estrema volatilità ed incertezza per l'indice domestico Ftse Mib; indice che in queste prime battute di contrattazioni, sta delineando un pericoloso gravestone doji a ridosso della barriera statica e psicologica di area 19.500 punti. Il gravestone doji è una particolare conformazione grafica caratterizzata dalla presenza di una candela pressoché priva di un corpo centrale (real body) che empiricamente si delinea nella parte bassa del range di contrattazione. E' tuttavia interessante notare come le ultime quattro ottave di contrattazioni, siano state caratterizzata dalla presenza di due coppie di conformazioni ribassiste, palesatesi proprio a ridosso della barriera statica anzidetta.

Dal punto di vista squisitamente grafico, è possibile notare quindi un primo pattern d'inclusione (bearish engulfing pattern), completatosi con l'apparizione della pesante candela ribassista del 27 ottobre scorso (-2,4%); una seconda conformazione potenzialmente ribassista si è delineata nelle sedute successive (28 e 29 ottobre) e siamo sempre in presenza di un bearish engulfing il quale oggettivamente, nella giornata di ieri, ha innescato un seppur temporaneo ribasso, fino al test del supporto di area 18800 punti. Ribasso sventato del quale abbiamo come testimonianza visiva, una lunga coda inferiore all'esiguo corpo centrale della candela relativa.

Quadro generale
Tuttavia, in una fase concitata come quella che sta interessando i mercati nel breve periodo, può esser utile ampliare l'orizzonte temporale e cercare di collocare al posto giusto, i tasselli di un puzzle che al momento, sembrerebbero propendere verso il completamento di un quadro tecnico ancora impostato a ribasso nel medio, malgrado le propulsive reazioni rialziste che si sono delineate nelle scorse ottave. Il primo riferimento cruciale che il mercato non è ancora riuscito a superare con forza e lucidità sostenibile, è la barriera statica e psicologica di area 19500; l'unico tentativo delineatosi nel breve periodo, si è concluso con un crollo dell'indice superiore ai due punti percentuali. Per il resto, abbiamo assistito ad un botta e risposta tra rialzisti e ribassisti che oggettivamente, collocato all'interno di una visione di più ampio respiro, non valida la tesi di un imminente prosecuzione a rialzo dell'indice; almeno non in queste condizioni.

La presenza inoltre di una barriera dinamica di periodo, ha trovato conferma della propria influenza ribassista proprio nel crollo del 27 ottobre scorso; i massimi relativi di quella giornata infatti sono un punto di tangenza per la linea diagonale discendente contro la quale ancora una volta, si sta scontrando l'indice proprio in questo avvio di contrattazioni. Dunque, finché tali livelli di riferimento non verranno infranti con convinzione e con una forza sostenibile di medio periodo, sul quadro tecnico dell'indice permarrà ancora una visione ribassista nel medio periodo. I riferimenti statici e dinamici sono ben visibili sul grafico in real time; è bene fare riferimento ad essi senza dimenticare che ad ogni modo, ci troviamo in una fase atipica dei mercati. Fase atipica che, contemplando gli elementi e gli indizi a disposizione, potrebbe risolversi con una ritorno dell'indice, verso i minimi di periodo testati nella prima metà di ottobre.
 

WANTED

Forumer storico
qui non so bene chi scrive ,ma mi piace poco =D


Ftse Mib: ecco perché potremmo assistere ad un imminente crollo
I rialzi delle ultime ottave potrebbero rappresentare un fuoco di paglia se contestualizzati all'interno dell'andamento di medio dell'indice Ftse Mib; al momento i segnali tecnici lascerebbero intendere che l'incisività ribassista non sia ancora terminata.

FABIO BRIGIDA 31 OTTOBRE 2014 10:15
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Analisi Ftse Mib


Si appresta a concludersi un nuova settimana di estrema volatilità ed incertezza per l'indice domestico Ftse Mib; indice che in queste prime battute di contrattazioni, sta delineando un pericoloso gravestone doji a ridosso della barriera statica e psicologica di area 19.500 punti. Il gravestone doji è una particolare conformazione grafica caratterizzata dalla presenza di una candela pressoché priva di un corpo centrale (real body) che empiricamente si delinea nella parte bassa del range di contrattazione. E' tuttavia interessante notare come le ultime quattro ottave di contrattazioni, siano state caratterizzata dalla presenza di due coppie di conformazioni ribassiste, palesatesi proprio a ridosso della barriera statica anzidetta.

Dal punto di vista squisitamente grafico, è possibile notare quindi un primo pattern d'inclusione (bearish engulfing pattern), completatosi con l'apparizione della pesante candela ribassista del 27 ottobre scorso (-2,4%); una seconda conformazione potenzialmente ribassista si è delineata nelle sedute successive (28 e 29 ottobre) e siamo sempre in presenza di un bearish engulfing il quale oggettivamente, nella giornata di ieri, ha innescato un seppur temporaneo ribasso, fino al test del supporto di area 18800 punti. Ribasso sventato del quale abbiamo come testimonianza visiva, una lunga coda inferiore all'esiguo corpo centrale della candela relativa.

Quadro generale
Tuttavia, in una fase concitata come quella che sta interessando i mercati nel breve periodo, può esser utile ampliare l'orizzonte temporale e cercare di collocare al posto giusto, i tasselli di un puzzle che al momento, sembrerebbero propendere verso il completamento di un quadro tecnico ancora impostato a ribasso nel medio, malgrado le propulsive reazioni rialziste che si sono delineate nelle scorse ottave. Il primo riferimento cruciale che il mercato non è ancora riuscito a superare con forza e lucidità sostenibile, è la barriera statica e psicologica di area 19500; l'unico tentativo delineatosi nel breve periodo, si è concluso con un crollo dell'indice superiore ai due punti percentuali. Per il resto, abbiamo assistito ad un botta e risposta tra rialzisti e ribassisti che oggettivamente, collocato all'interno di una visione di più ampio respiro, non valida la tesi di un imminente prosecuzione a rialzo dell'indice; almeno non in queste condizioni.

La presenza inoltre di una barriera dinamica di periodo, ha trovato conferma della propria influenza ribassista proprio nel crollo del 27 ottobre scorso; i massimi relativi di quella giornata infatti sono un punto di tangenza per la linea diagonale discendente contro la quale ancora una volta, si sta scontrando l'indice proprio in questo avvio di contrattazioni. Dunque, finché tali livelli di riferimento non verranno infranti con convinzione e con una forza sostenibile di medio periodo, sul quadro tecnico dell'indice permarrà ancora una visione ribassista nel medio periodo. I riferimenti statici e dinamici sono ben visibili sul grafico in real time; è bene fare riferimento ad essi senza dimenticare che ad ogni modo, ci troviamo in una fase atipica dei mercati. Fase atipica che, contemplando gli elementi e gli indizi a disposizione, potrebbe risolversi con una ritorno dell'indice, verso i minimi di periodo testati nella prima metà di ottobre.


Ciao Don
è un pò datata, direi anche molto. :mmmm:
 

dondiego49

Forumer storico
JP Morgan: in arrivo altra crisi. Le premesse? In tutto il mondo
NEWS ALERT: JP MORGAN
Boom dei titoli in Cina. Proprio mentre l'economia è al suo ritmo più lento negli ultimi 20 anni. Rialzi continuati negli Usa. Mentre le trimestrali non fanno pensare a niente di buono.

ROSSANA PREZIOSO 1 ORA FA
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Anatomia di una crisi. Potrebbe sembrare il titolo di un libro, l’ultima analisi sociologica che parla della perdita del controllo dell’uomo moderno nei confronti della realtà che lo circonda, invece è la visione che dà Jamie Dimon, su quella che sarà la prossima crisi economica. Si, perché ci sarà sicuramente per il numero uno di JP Morgan.

Crisi? Si, ma dove? Quando? Però lo dice Dimon

Impossibile dire quando e perché ci sarà ma è certo che arriverà. Infatti questa sembra essere l’unica cosa certa e cioè che le dinamiche che creano le varie crisi sono sempre le stesse, magari applicate a settori/asset differenti, magari con la spinta di politiche finanziarie estreme. l’amministratore delegato di JPMorgan Chase, in u’intervista al FT, ha detto che la prossima crisi finanziaria dovrebbe vedere mercati "più volatili" e un "rapido declino delle valutazioni”. Nello specifico si dovrebbe guardare alla fluttuazione che il titolo di stato a 10 anni statunitense ha registrato nelle settimane scorse e che potrebbe essere il preludio per quella crisi che arriverà.

La lotta di JP Morgan contro le "regole"

Un’osservazione che poi ha dato il "la" alla riapertura della polemica nei confronti della regolamentazione, per lui esacerbata, cui le banche sono sottoposte da parte delle autorità di vigilanza le quali hanno implementato le restrizioni circa il trading ad alto rischio che molti istituti di credito sono soliti fare con i capitali dei loro clienti, sfruttando un’ignoranza (nel senso benigno del termine) che spesso ritorna comoda. Anche in casi estremi. Non più tardi di un paio di anni fa, ma ancora fresco nella memoria delle vittime, il caso della Balena di Londra ossia di una serie di scommesse sui derivati che portarono alla perdita di oltre 6 miliardi di dollari oltre a una multa (in realtà in seguito a un patteggiamento) del valore di oltre 900 milioni. Ma non si tratterebbe di un caso isolato per la banca, visto che altre pendenze sono ancora aperte e i debiti che andrebbe a pagare potrebbero toccare i 14 miliardi. Per ora.
E i mercati?

Intanto i mercati finanziari continuano a crescere sulla spinta delle politiche di allentamento monetario messe a segno dalle banche centrali in tutto il mondo, ultima proprio quella BoJ che nel frattempo ha deciso di chiamare in suo soccorso anche il più grande fondo pensione. Chi spaventa, però, è Wall Street che dovrà presto fare i conti (in tutti i sensi) con le trimestrali in arrivo: per quanto non disastrose potrebbero rivelare diverse delusioni sulle attese già di per sé basse e come noi tutti ben sappiamo, deludere i mercati, pur su dati positivi, è forse anche peggio che confermare previsioni negative.

L’economia Usa, infatti, ora, è anche più vulnerabile della precedente crisi del 2008. Anche perché allora la Fed, per quanto criticabile, riuscì ad agire con un’arma potentissima, forse mal usata ma sull’onda dell’emergenza comunque efficace, come quella del Quantitative Easing. Lo stesso dal quale adesso sta uscendo, con tutte le cautele del caso.

Ora come ieri

Le similitudini tra il 2008 e il 2015 sono fin troppo evidenti. In primis il rapporto tra le azioni delle società e il Pil statunitense, il più alto dal 1950 ad oggi, un rapporto che, per rientrare nella norma, dovrebbe vedere un crollo sulle prime del 50%, più o meno confermando i timori che qualche tempo fa aveva sollevato persino il più ottimista degli esperti e cioè Warren Buffett. Dato interessante il fatto che le azioni tendono a salire anche davanti alla prospettiva di una stagione degli utili che potrebbe deludere: le previsioni confermano un calo che per le quotate sull’S&P dovrebbe oscillare intorno al 2,8% nel corso del primo trimestre, cioè il peggior calo anno su anno (guardando al trimestre) dal 2009.
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Una dimostrazione sia l’andamento del Nasdaq: rialzi che invece riguardano società i cui utili sono al minimo e che non hanno dato prospettive incoraggianti per il futuro. Bola made in Usa quindi? Non proprio: il mercato cinese non sta meglio con le sue quotazioni che hanno fatto registrare un boom pari a un +80%. Proprio mentre il rallentamento di Pechino è il più forte, ed evidente, degli ultimi 20 anni.
 

WANTED

Forumer storico
quello o capito e che già allora questo diceva che era pronto e vedere un crollo al epoca era sotto a 19,500 :wink: :iconsmile:


per dire cosa serve ascoltare certi GURU in giro :mmmm:


Verissimo :up:
La moda è sempre la stessa, cioè......io la sparo se ci prendo
sono un Guru altrimenti passerò inosservato come tutti. :lol:
 

dondiego49

Forumer storico
:mmmm::mmmm::mmmm::mumble:

Dopo Pasqua a Piazza Affari si gioca: Risiko o Puzzle?
NEWS ALERT: BANCA POP EMILIA ROMAGNA, BANCA MONTE PASCHI SIENA, PIRELLI & C, BCE, DRAGHI MARIO, PIAZZA AFFARI, YOOX, WORLD DUTY FREE
Di sicuro i soldi ci sono (nella finanza, beninteso), di sicuro i grandi nomi in Italia ci sono (e in molti se ne sono accorti), di sicuro c'è bisogno di un cambiamento (per molti versi già in atto).

ROSSANA PREZIOSO 7 APRILE 08:00
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Se c’è una cosa su cui non si può discutere è la presenza abnorme di liquidità all’interno del sistema finanziario, una liquidità che, effimera, pericolosa, controproducente o qualsiasi difetto abbia (o avrà) ha per lo meno il pregio di dare una spinta alle operazioni di M&A che da tempo si stanno verificando sui mercati internazionali.

Tutto partì da...

Prima Wall Street (complice la partenza in anticipo delle manovre di stimolo e dell’immissione di capitali) adesso, poi, l’Europa. Grazie alla Bce. Nemmeno a dirlo. A dare una mano, ovviamente, anche i bassissimi tassi di interesse. C’è da tenere conto anche di un altro elemento e cioè quello psicologico, i cui risvolti non devono essere sottovalutati in un ambiente come quello dell’imprenditoria italiana spesso legata alla visione familiare ed egemonica dell’azienda e che adesso, in nome di una sfida dettata dalla competitività da ritrovare, deve riuscire a trovare un compromesso tra voglia di essere sempre padroni in casa propria (volontà sacrosanta) e necessità di ampliare e rafforzare una base che deve, per forza di cose, diventare internazionale.

Il problema è in testa

Un cambio di mentalità che non riguarda solamente le PMI e cioè la spina dorsale dell’economia italiana, ma anche e soprattutto, guardando i capitali, anche i cavalli vincenti di Piazza Affari. Si parta dall’analisi delle più recenti vicende che hanno contraddistinto il mercato del Bel Paese. Prima di tutto quella di Pirelli, passata in mano alla Cina e che adesso deve riuscire a trovare l’equilibrio all’interno della sua galassia (galassia valutata circa 7 miliardi) riuscendo a restare un volto il meno possibile dagli occhi a mandorla, anche se Pechino alla fine avrà la maggioranza assoluta.
Altri casi eclatanti quanto recenti, quelli di World Duty Free in mano alla svizzera Dufry per oltre 1,3 miliardi e Net a Porter con il suo accordo di alleanza con Yoox.

Yoox e WDF, ma anche...

Nel primo caso si parla senza dubbio di una strategia di base che parte da due attori similari, anzi, considerando la reazione del titolo in borsa non è facile capire come in questo caso il vantaggio dell’operazione potrebbe cadere in pieno solo sugli acquirenti. Diverso il discorso per Yoox che alla fine creerebbe una sorta di Vallo di Diano contro lo strapotere di Amazon, progetto che da tempo era stato caldeggiato nell’ambito del lusso.

Ma guardando la situazione dall’alto è facile capire come chi compra non si interessi semplicemente dell’Italia, ma dei singoli gioielli che Roma può offrire e che Milano, e per lei Piazza Affari, può valorizzare. Cosa significa questo? Semplicemente due cose. In primis, non è il paese che cresce (ammesso e non concesso che di crescita si possa parlare) ma i singoli nomi, le singole potenzialità e le singole strategie industriali. In seconda istanza è innegabile il fatto che le operazioni di M&A avranno il vantaggio di creare una serie di vantaggi, al di là della polemica sulla perdita del made in Italy che potrebbe non verificarsi, e cioè prima di tutto l’ottimizzazione dei costi, il miglioramento dell’efficienza, un aumento del panorama che diventerebbe sempre più internazionale.

Bancari, ovviamente!

Nel caso, invece, si voglia guardare al settore dei bancari, si tornerà sempre a parlare, per quanto riguarda i protagonisti italiani, del valzer che d tempo stanno ballando Ubi e Mps, come anche Banco Popolare e Banca Popolare di Milano sebbene in questa scena, invece del semplice valzer andrebbe bene una quadriglia visto e considerato gli altri possibili partecipanti che arriverebbero a formare, sempre secondo indiscrezioni, un possibile polo bancario nel nord est dello Stivale, con Veneto Banca e Popolare di Vicenza che andrebbero a sostituirsi all’istituto milanese. Sempre che non entri in scena Bper. E a questo punto il puzzle si trasformerebbe in risiko.


:sgrat: :boh: :aikido" :karate:
 

WANTED

Forumer storico
Don....non so se lo segui ma.....
come lo vedi il cambio EUR-USD Si ferma in area 1.0630 - 1.0640
oppure
ci vedi un doppio minimo ???
 

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