Nessuna preoccupazione per le Borse: quando e dove acquistare
News alert: D'Ambrosio Stefano
A Piazza Affari sarà molto interessante valutare cosa potrebbe accadere nel caso il mercato decida di rivisitare l’area dei 22.000 punti, sulla quale potrebbe essere impostata una buona strategia di trading. L’intervista a S.D’Ambrosio.
Davide Pantaleo 20 aprile 14:31
Per info visita il sito: pd90trading.com
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Di seguito riportiamo l’intervista realizzata a Stefano D’Ambrosio, esperto ricercatore dei mercati e autore del sito
www.pd90trading.com
Nelle ultime giornate i mercati azionari stanno facendo i conti con un ritorno delle vendite che stanno interessando tanto le Borse europee quanto quelle americane. Come valuta l’attuale situazione e quali sono le sue previsioni per le prossime settimane?
Parlare di “ritorno alle vendite” può essere giusto poprio se la situazione grafica dei mercati viene analizzata nel breve periodo.
Per la mia esperienza è più consono parlare di semplici ritracciamenti tecnici che, rimanendo invariati alcuni livelli chiave da tenere monitorati al ribasso, non devono destare preoccupazioni di sorta.
Un Imprenditore del denaro che si possa definire tale, deve necessariamente osservare il “campo di battaglia” dall’alto e perciò nel lungo periodo, in modo da identificare il trend di fondo dominante e, di conseguenza, impostare una strategia operativa con ottime probabilità di successo.
Prendiamo ad esempio il future “principe” europeo: Il DAX ha ripreso a salire ininterrottamente da Ottobre 2014 e, dopo una pausa di riflessione che si è concretizzata attraverso una fase di riaccumulazione durata circa 6 mesi, ha superato con facilità pure la soglia psicologica dei 10.000 punti.
Giunto a quasi 12.500 punti, si è completamente “disinteressato” degli shortisti convinti, che hanno continuato ad accumulare posizioni al ribasso sopra i 10.000 punti.
Nel breve termine il nostro Indicatore domanda-Offerta vede i venditori tornare in numero superiore rispetto ai compratori, ma ricordo che il trend di fondo è rialzista. Solo un superamento al ribasso degli 11.000 punti potrebbe cominciare a far cambiare idea nel medio termine.
Oltreoceano, provate a dare un’occhiata all’S&P 500 nel medio-lungo termine.
Se un Trader non osservasse il Future da Giugno 2012, avrebbe la stessa impressione di chi rivedeva i propri figli tornare a casa dopo la seconda guerra mondiale, quasi irriconoscibili. Un S&P 500 salito a dismisura, nel caso specifico “gonfiato” oltre ogni logica previsione, che nel giro di appena 3 anni è passato da circa 1.300 punti a 2.100 punti.
In questi 3 anni, ritracciamenti tecnici come quello in corso sono stati numerosi, più o meno intensi.
Nel caso specifico, vedo il livello chiave di possibile “cambiamento” del trend di fondo sotto i 2.000 punti, al superamento del quale, nel medio periodo, non sarebbe fuori portata rivedere l’Indice tornare sui 1.840 punti.
Fino a quel momento, vedo ogni ritracciamento come occasione di acquisto sui livelli chiave.
“Trend is your friend”, niente di più vero è mai stato affermato. Per guadagnare in Borsa occorre accondiscendere le scelte del mercato, mai le proprie.
A Piazza Affari in poche giornate l’indice Ftse Mib ha bruciato circa 1.0000 punti, riportandosi a ridosso di area 23.000. La correzione in atto proseguirà nel breve o si aspetta un immediato recupero dei corsi?
Dobbiamo ricordare che il FTSE MIB ha superato con estrema facilità l’Area 22.000 punti. Non sarebbe impensabile una rivisitazione dell’Area in questione, per andare a prendere qualche stop loss delle posizioni long e successivamente proseguire la corsa al rialzo.
Il ritracciamento avvenuto nell’ultima settimana, che ha portato il future domestico dai 23.600 ai 22.700 punti, è stato avallato dal nostro Indicatore Domanda-Offerta V3 che ha rivisto i venditori tornare in numero maggiore rispetto ai compratori.
Fino a che non vedrò un segnale di svolta dell’Indicatore non accumulerò altre posizioni long.
Sarà molto interessante valutare cosa potrebbe accadere nel caso il mercato decida di rivisitare l’area dei 22.000 punti, sulla quale potrebbe essere impostata una buona strategia di trading. Questo potrebbe pure essere plausibile essendo stata superata al ribasso la trend che collega i minimi del 15 Gennaio e 26 Marzo 2015.
Nel settore bancario ci sono dei titoli che più di altri offrono interessanti opportunità di acquisto in questa fase? A quali consiglia di guardare in particolare ora?
Sappiamo che i Bancari rappresentano una quota significativa dell’Indice domestico e spesso si trovano a trascinare il trend di fondo sia nel breve che nel medio/lungo termine.
Più o meno tutto il comparto bancario/assicurativo è coinvolto nel ritracciamento avvenuto durante l’ultima settimana, per cui, al momento, mi trovo ad essere neutrale in merito a posizioni long/short nuove da aprire, limitandomi solo a gestire quelle long in corso aperte a suo tempo.
Occorre capire cosa accadrà nei prossimi giorni. Nel caso l’azionario si spinga verso livelli chiave al ribasso, bisognerà vedere come si comporteranno gli Indicatori tecnici di proprietà.
Al contrario, al rialzo, i massimi relativi segnati potrebbero essere motivo di apertura di nuove posizioni long, nel caso di ritorno verso l’alto dei prezzi dopo pausa di riflessione.
Non dobbiamo perdere di vista gli 8,31 segnati da Banca Popolare dell’Emilia Romagna, i 18,67 € per azione di Generali, i 3,23 di Intesa e i 7,74 di Ubi Banca.
Tra le utilities di Piazza Affari vi sono delle storie interessanti da privilegiare in vista di eventuali ulteriori turbolenze nel breve?
Fra gli energetici di Piazza affari la situazione grafica deve essere analizzata singolarmente in quanto hanno reagito diversamente rispetto al ritracciamento alle quali sono state sopposte a partire da Giugno 2014 e il successivo recupero a partire da Gennaio 2015.
Enel, ad esempio, si trova sui massimi relativi di Luglio 2014 sui quali si è confrontata nelle ultime sedute e, un ulteriore superamento al rialzo del livello 4,47 per azione, potrebbe dar luogo a successivi allunghi.
Al contrario Enel Green Power è ancora lontana dai massimi raggiunti a Giugno 2014 (2,16 per azione) e il trend di fondo resta ribassista.
Solo il superamento al rialzo di 1,92 per azione potrebbe cambiare gli scenari in corso.
Al contrario, A2A si presenta tonica e dinamica ed è tornata a superare con estrema leggerezza, lo scorso 07 Aprile, i livelli di Marzo 2014 (1,00 € per azione) e il Trend di fondo resta rialzista.
Al pari, Snam Rete Gas, proprio nella prima settimana di Aprile 2015, supera al rialzo l’area dei 4,55 per azione, trovandosi adesso a testare nuovi livelli. L’impostazione di fondo resta rialzista e, al momento, non vi sono segnali di inversione.
Solo un ritorno a 3,77 per azione con eventuale superamento al ribasso, potrebbe far cambiare le sorti del titolo.
A livello intermarket ci sono degli aspetti di rilievo che vuole segnalarci? Su cosa focalizzare l’attenzione ora?
Sinceramente non sono un grande sostenitore delle relazioni Intermarket di breve periodo.
Però sono convinto che, sicuramente, coloro che realizzano grandi guadagni sui mercati, come grandi Banche di Investimento e Investitori Istituzionali, non studiano i grafici come noi Trader attenti e accorti alle dinamiche di breve periodo.
I grandi Attori del mercato si limitano semplicemente a spostare ingenti capitali e a noi spetta l’arduo compito di capire tali movimenti.
Se vogliamo osservare le relazioni Intermaket lo dobbiamo fare nel lungo termine, in quanto possiamo capire come i soldi vengono deviati da alcuni “comparti” ad altri.
In questo, i grandi film che sono stati girati sul tema trading hanno in parte ragione.
Materie prime, Azionario, Obbligazionario, rappresentano le chiavi del mercato.
Osservate ad esempio l’Oro a Settembre 2011. Si trovava a quasi 2.000 punti e, mi ricordo, che in molti compravano la preziosa materia prima in quanto convinti che, causa l’immissione continua di denaro contante (tuttora in corso) all’interno del sistema economico da parte di FED e BCE, il “valore” valore dell’Oro potesse solo salire, in quanto materia prima rara ed esauribile.
Improvvisamente, il grafico dell’Oro comincia a scendere e, proprio da quel momento, comincia una nuova impennata degli indici azionari.
Adesso segna circa 1180 punti (quasi la metà).
I soldi venivano progressivamente spostati. Questa è l’unica certezza. A vantaggio di questo abbiamo che tali “spostamenti” durano nel tempo, non pochi giorni o mesi, per cui dobbiamo riuscire ad intercettarli per compiere operazioni di Investimento di alto profilo.