«Se sembra un’anatra, nuota come un’anatra e starnazza come un’anatra, allora probabilmente è un’anatra» sentenzia uno dei più popolari ragionamenti induttivi coniato a suo tempo dal poeta statunitense James Whitcomb Riley e rispolverato più volte ai tempi della guerra fredda. Provate a ribaltare il ragionamento noto come “duck test”, il test dell’anatra appunto, e scoprirete probabilmente l’inganno della stragrande maggioranza dei fondi obbligazionari americani che non si comportano come indicato dal nome della categoria in cui sono classificati, e quindi altrettanto probabilmente non lo sono, pur finendo regolarmente nei portafogli di investitori che credono lo siano.
Solo il 12% dei prodotti obbligazionari Usa resiste al «test di fedeltà»
Il test che a posteriori mostra come molti dei prodotti più popolari fra i risparmiatori siano di fatto «adulterati» lo ha condotto direttamente Morningstar, una delle principali società che classifica e fornisce giudizi su strumenti di investimento a livello globale, basandosi appunto sulle sue categorie e sui risultati ottenuti negli ultimi 36 mesi dai fondi che ne fanno parte. Fra gli strumenti classificati come «Intermediate Term Bond» – cioè una categoria che investe, o almeno dovrebbe farlo, in obbligazioni Usa a medio termine (principalmente titoli di Stato) con giudizio elevato (nessun junk bond e non oltre il 10% di «Triple B»), che contiene oltre 300 prodotti e che vale 1.400 miliardi di dollari – soltanto il 12% a conti fatti si è comportato come tale.
Da Iceberg finanza