Molti sono i "miti" intorno alla regolamentazione della prostituzione, attraverso la riapertura dei bordelli.
Li analizzo uno a uno:
La regolamentazione della prostituzione accresce la sicurezza delle donne
Falso.
Nei Paesi che hanno legalizzato o regolamentato la prostituzione le donne coinvolte continuano ad essere esposte a gravi atti di violenza. Secondo il
rapporto prodotto dal governo della Nuova Zelanda nel 2008 "la maggioranza delle sex workers intervistate ha sostenuto che la decriminalizzazione della prostituzione poteva fare ben poco per ridurre la violenza esercitata" nell'industria del sesso.
(Fonte:
http://www.justice.govt.nz/policy/c...publications/plrc-report/documents/report.pdf, pagina 14)
L'omicidio insoluto della vittima ungherese della tratta Bernadette Szabò nel 2009, che è stata accoltellata in un bordello legale del quartiere a luci rosse di Amsterdam, mostra come
la pratica dei rapporti mercenari in un locale autorizzato non garantisca protezione contro la violenza. Inoltre, anche se il crimine è stato eseguito in una zona apparentemente controllata, quasi quattro anni dopo, non è stato ancora individuato alcun responsabile né dell'omicidio, né della tratta della donna.
Nel Nuovo Galles del Sud (Australia), un ufficiale di polizia che si occupa della tratta ha così commentato gli effetti della regolamentazione: "Benché l'intenzione fosse quella di offrire un ambiente di lavoro sicuro alle sex workers, è accaduto il contrario, vale a dire che
i magnaccia e i gestori dei bordelli hanno acquisito più potere e si sono arricchiti" A Victoria, in Australia, un funzionario di polizia si è lamentato che "molti bordelli non vengano controllati da anni", mentre il Project Respect, un'organizzazione che offre aiuto alle donne nella prostituzione, ha sostenuto che l'accesso ai locali dove si praticano rapporti mercenari "è limitato e a discrezione della direzione di ciascun bordello".
(Fonti:
Project Respect
Jacqui Hunt: Debunking the Myths: Why Legalising Prostitution Is a Terrible Idea
http://www.parliament.vic.gov.au/im.../Trafficking_Final_full_report_with_cover.pdf )
Neppure l'installazione di dispositivi come i pulsanti di emergenza nelle stanze ove si esercita la prostituzione garantisce la sicurezza delle persone che la praticano.
Nei Paesi Bassi, dove, teoricamente, tutte le camere dei bordelli e delle vetrine dovrebbero esserne provviste, il 70% delle donne prostituite confessa di aver subito uno stupro nell'esercizio della propria attività.
(Fonte:
euro|topics - Prostitution is not romantic )
Una ricerca compiuta a San Francisco ha rivelato che il 62% delle donne di origine asiatica che praticava la prostituzione nelle sale massaggio della città era stata aggredita dai clienti. Che l'esercizio della prostituzione nei bordelli non sia affatto sicura lo testimoniano, fra le altre donne, una sopravvissuta californiana che riferisce di tentativi di strangolamento e di atti di sadismo e Rebecca Mott.
(Fonti:
Sisyphe.org - Décriminaliser la prostitution, un aimant pour les proxénètes et les clients
Indoors is Never Safe | rmott62 )
In Colombia il 59%, in Germania il 52%, in Messico (dove sono state intervistate anche le lap dancers) il 48%, in Turchia il 68% delle donne prostituite
sono state minacciate con armi. Negli stessi Paesi rispettivamente il 70%, il 61%, il 59%, l'80% di loro
ha subito violenze fisiche; il 47%, il 63%, il 46% e il 50% di loro
è stata stuprata. Sono dati ricavati da uno studio di Melissa Farley del 2003 (e si riferiscono a Stati che hanno adottato una normativa di regolamentazione della prostituzione.
(Fonte:
http://www.prostitutionresearch.com/pdf/Prostitutionin9Countries.pdf )
Richard Poulin, sociologo marxista canadese che si occupa di prostituzione, scrive in
La marchandisation sexuelle mondialisée des femmes et des fillettes:
"Per provare che la regolamentazione della prostituzione e la legalizzazione del prossenetismo consentirebbero alle donne di operare in un ambiente più sicuro,
bisognerebbe dimostrare che gli omicidi delle prostitute sono: 1) collegati al regime giuridico e non sono soltanto la conseguenza della violenza sessuale maschile; 2) che sono connessi, in sostanza, alla prostituzione di strada. Infatti, i promotori della regolamentazione della prostituzione sostengono che la prostituzione negli appartamenti, nei bordelli, nelle agenzie di escort, nelle sale massaggio ecc. è più sicura di quella che si esercita in strada.
Ora: tra i 29 omicidi di donne prostituite o legate alla prostituzione avvenuti nel Québec a partire dal 1989 vi sono stati almeno 19 assassini di donne, vale a dire i due terzi dei casi, che non esercitavano un'attività prostituzionale sul marciapiede al momento dell'assassinio. La lista delle donne assassinate, legate alla prostituzione, ci dice che molte di loro prestavano servizio presso agenzie di escort, operavano nei loro appartamenti o si recavano a casa dei clienti. Alcune sono state uccise dai clienti, altre dai prosseneti. Alcune sono state assassinate da un loro cliente abituale, altre da sconosciuti nell'ambito di un regolamento dei conti (crimine organizzato). E' dunque arbitrario sostenere che la regolamentazione della prostituzione nei bordelli e in altri luoghi simili garantisca una maggiore sicurezza alle prostitute.
Se si analizza il problema avvalendosi di un confronto, sorgono parecchi dubbi sul fatto che la legislazione eserciti l'influenza che i sostenitori della regolamentazione le attribuiscono. Il camionista Eckert Volker, soprannominato l'assassino della Polaroid, perché nella cabina del suo camion conservava le fotografie delle sue vittime, ha ucciso 23 donne, soprattutto prostitute. Ha seminato la morte in diversi Paesi europei, tra cui la Spagna dove il prossenetismo è legale, in Germania (dove il prossenetismo e la prostituzione nei bordelli sono stati legalizzati nel 2002, pratiche che, prima della legalizzazione, erano tuttavia largamente tollerate), in Francia e forse anche in Italia. Un altro assassino: Jack Unterweger ha percorso in lungo e in largo l'Europa, il Canada e gli Stati Uniti. Dopo l'estradizione dagli Stati Uniti (dove ha ucciso almeno tre prostitute) è stato accusato in Austria dell'assassinio di 11 prostitute, dieci in Austria e una nella Slovacchia, ed è stato condannato per l'omicidio di nove di loro. Ora: in Austria la prostituzione è legale nei bordelli dal XIX esimo secolo e la prostituzione di strada è proibita.
Nei Paesi dove la prostituzione e il lenocinio sono stati legalizzati, un'alta percentuale di prostitute, se non la maggioranza, esercita al di fuori del contesto legale [...] Nello Stato di Vittoria, in Australia, dove la prostituzione nei bordelli è regolamentata dal 1984, le autorità stimano che vi siano 500 bordelli, 400 dei quali illegali.
La causa degli omicidi è l'odio degli uomini verso le donne, sopratutto verso le prostitute, quale che sia l'inquadramento giuridico della prostituzione : regolamentarista o no e indipendentemente dal fatto che l'attività prostitutiva si svolga in bordelli, in appartamenti, sul marciapiede, nelle agenzie di escort, nei bar o nelle sale massaggio.
Gli assassini sessuali seriali colpiscono le donne per pura misoginia e per bisogno di dominio. Aggrediscono soprattutto le prostitute perché sanno che la scomparsa di queste donne e la loro morte non interessano alle autorità e che essi possono pertanto cavarsela. In Canada, se le prostitute sono di origine autoctona o meticcia, questo fattore risulta aggravato. Ciò spiega in buona parte la scarsa efficacia della polizia, messa in evidenza, tra l'altro, dal caso di Robert Pickton a Vancouver in Canada e dal caso Gary Ridgway, l'assassino di Green River nella zona di Seattle negli Stati Uniti. Questi omicidi hanno potuto proseguire le proprie attività per molti anni, perché la polizia non si preoccupava affatto della scomparsa e dell'assassinio di donne prostituite. La violenza sessuale letale nei confronti delle donne operanti nell'industria del sesso deriva dalla natura stessa di questa industria e dai rapporti sociali ad essa sottesi, incluso il razzismo. Sono le donne più fragili, quelle appartenenti soprattutto a minoranze etniche e nazionali, vittime di aggressioni sessuali nell'infanzia ad opera di membri della loro cerchia familiare, le più suscettibili di essere reclutate dall'industria del sesso."
(Fonte:
La marchandisation sexuelle mondialisée des femmes et des fillettes | Mondialisation )
E così, abbiamo tolto di mezzo la frase fatta da chi di prostituzione non capisce niente che vuole che i bordelli siano più sicuri. Non lo sono affatto.