E ora la vittoria repubblicana mette a rischio l'indipendenza della Fed
I repubblicani, e soprattutto gli appartenenti al movimento politico conosciuto come Tea Party, non approvano del tutto le misure di aiuto varate da Bernanke. Anche perchè secondo loro la Federal Reserve sta sta imponendo a tutti gli americani la più subdola delle tasse, ovvero l’inflazione.
(WSI) – Camera persa, Senato no. Queste le proiezioni dei risultati relativi alle elezioni di medio termine americane, che di fatto, concentrandoci esclusivamente sul lato economico della faccenda, potrebbe minare l’indipendenza della Fed.
I repubblicani, e soprattutto gli appartenenti al movimento politico conosciuto come Tea Party, non approvano appieno, come sappiamo, le misure di aiuto varate da Bernanke fin’ora. Secondo Rand Paul, un senatore del Kentucky eletto al Congresso che potrebbe essere a nostro parere un nuovo avversario per la Fed, Bernanke sta imponendo a tutti gli americani la più subdola delle tasse, l’inflazione.
Secondo i repubblicani infatti, la banca centrale dovrebbe concentrarsi di più su problemi relativi a crescita ed occupazione, e fino a qui, nulla di male, ognuno è libero di manifestare le proprie idee e convinzioni; ma occorre ragionare sulle modalità necessarie di comunicazione tra la Fed ed il Governo, poiché andando avanti di questo passo, l’indipendenza dell’Istituto e dunque la sua efficacia, potrebbero diminuire sensibilmente.
Il congresso ha già approvato un compromesso che richiede l'indicazione dei dettagli dei prestiti d'emergenza della Fed e delle azioni di politica monetaria durante la crisi finanziaria. Tali informazioni su prestiti bancari e su acquisti futuri di asset, dovranno essere rilasciate con un ritardo di due anni. Bernanke ha affermato, commentando questo provvedimento, che gli audit sulla politica monetaria potrebbero compromettere, come accennato, l'indipendenza stessa della banca centrale.
In una lettera inviata a DeMint, un senatore repubblicano, lo scorso maggio, il governatore della Fed ha avvertito che queste sorte di verifiche avrebbero "seriamente messo a rischio l'indipendenza della politica monetaria, aumentare i timori di inflazione ed i tassi di interesse di mercato, per finire con danneggiare la stabilità economica e con essa, la creazione di posti di lavoro".