1° LA BORSA..........GLOBALE !!!!!!!!!!!!

SINIBALDO

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LA BORSA DI NEW YORK DIVENTA GLOBALE !!!!!!!!!!!!!!
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La Borsa di New York, la più grande del mondo, fondata 213 anni fa, verrà quotata in borsa.

L’obiettivo è quello di costituire un capitale per poter rastrellare azioni in tutto il mondo.

Queste operazioni sono il segno di una nuova fase nella costituzione di un nuovo ordine mondiale.

Mentre le borse di tutto il mondo vengono quotate in borsa, la Borsa di New York è l'ultima delle società private senza scopo di lucro ad offrire le azioni al pubblico.

E’ facile prevedere che se tutte le borse del mondo verranno quotate in borsa, tutte le fusioni e le acquisizioni che comunemente avvengono diventeranno parte dell'impero della borsa stessa.

Riuscite ad immaginare il NYX, come la nuova società pubblica verrà chiamata, che compra l'Euronext e/o la Borsa di Londra ???????

Alla faccia del potere !!!!!!!!!!!!

Questo è un fatto che va in parallelo con il sistema bancario centrale che diventa un sistema bancario globale.

Inoltre, nei prossimi anni, l’avvento di una borsa valori globale favorirà lo sviluppo di una valuta e di tasse globali.

Molti dicono che un governo mondiale è un’ipotesi remota, ma alcuni indizi fanno pensare esattamente il contrario.

Per capire quello che realmente accadrà il 15/03/2006, riesaminiamo le strutture che sono state messe in opera per favorire la costituzione di una borsa valori globale.

Quando Andrew Jackson venne eletto Presidente nel 1828, nel suo primo messaggio annunciò che non avrebbe rinnovato lo statuto della Banca Centrale americana, e pose il veto sulla legge del Congresso che invece lo avrebbe fatto.

Jackson sottolineò che il capitale azionario della banca, stimato in 8 milioni di dollari, era in possesso di paesi stranieri, Gran Bretagna soprattutto.

La sua preoccupazione era che gli stranieri, possedendo la maggioranza delle azioni della banca, in caso di coinvolgimento in una guerra, potessero usare questo potere per minacciare in qualche modo gli Stati Uniti.

Nel 1913 la questione della Banca Centrale si ripresentò.

Le persone che vi erano coinvolte costituivano la più ricca oligarchia del paese: il Senatore Nelson Aldrich (nonno di David Rockefeller); Jacob Schiff e Paul Warburg della Kuhn & Loeb Company, una banca internazionale;

Piatt Andrew, assistente del Segretario del Tesoro; Henry P. Davidson, socio fondatore della J.P. Morgan & Co; Charles D. Norton, e Frank Vanderlip, presidente della National City Bank, che oggi si chiama CitiGroup.

L’approvazione dell’Atto della Federal Reserve del 1913 avvenne grazie ad un vero e proprio imbroglio: la legge passò infatti durante una sessione speciale alle 11:45 del 24 dicembre, mentre coloro che erano favorevoli erano rimasti in Senato, e chi era contrario era a casa per il Natale.

Con l’approvazione del Federal Reserve Act il sistema monetario tornò sotto il controllo di una compagnia privata, e non più del Tesoro degli Stati Uniti.

Ancora oggi sulla nostra valuta c’è scritto “Federal Reserve Note”.

Quello stesso 24 dicembre 1913, qualche ora prima che la legge fosse approvata, Charles A. Lindberg, Jr., membro del Congresso, aveva affermato:

«Quest’atto costituisce la società più gigantesca sulla faccia della terra. Quando il Presidente firmerà il documento, di fatto legalizzerà un governo invisibile del Potere Monetario. Con quest’atto si sta perpetrando il peggior crimine legislativo del nostro tempo».

Da notare anche che il presidente Woodrow Wilson avrebbe potuto porre il suo veto su questa legge, così come aveva fatto Jackson, ma era stato eletto dagli stessi poteri che l’avevano approvata.

Dal 1913 la Federal Reserve si è evoluta fino a diventare un’entità globale potentissima.

Il Federal Reserve Act è stato emendato circa 195 volte, e gli sviluppi più importanti, avvenuti negli ultimi dieci anni, hanno incluso molti tipi di prestiti con finestra di sconto.

La finestra di sconto è un prestito immediato che le banche chiedono alla Banca Centrale per mantenere inalterato il loro livello dichiarato di capitalizzazione.

La Banca Centrale ora accetta come garanzia collaterale anche: titoli del Tesoro e dell’agenzia federale, certificati aurei, Diritti Speciali di Prelievo, valuta straniera e prestiti con finestra di sconto ottenuti secondo l’Articolo 13 del Federal Reserve Act.

Ciò significa che, mentre l’indebitamento degli USA cresce, la Banca Centrale è sempre più disposta ad accettare garanzie collaterali come garanzia per i prestiti al governo!

Come risultato della Crisi Asiatica del 1997-1998, il gruppo dei sette ministri delle finanze, sotto la direzione del presidente Clinton e del Segretario del Tesoro Robert Rubin, invitò gli esecutivi delle banche centrali dei paesi del G7 ad unirsi a loro nella discussione.

Dal 1998, i ministri delle finanze dei G7 e i presidenti delle banche centrali governano l’economia globale.

Il ruolo della Banca Centrale negli Stati Uniti è stato rivisto all’indomani del crollo della borsa del 1929, crollo che avvenne come risultato di alcuni fattori:

(1) Riduzione del 40% del contenuto aureo del dollaro;

(2) Speculazioni sul mercato azionario, in gran parte finanziate attraverso crediti;

(3) Vendita delle azioni da parte degli investitori stranieri;

(4) Ritiro di denaro dal sistema bancario da parte della Federal Reserve, provvedimento che secondo la Banca Centrale avrebbe dovuto bloccare in qualche modo quella frenesia.


In altre parole, questa compagnia privata usò la stessa tecnica che avrebbe usato settantadue anni dopo per far scoppiare la bolla Nasdaq, cioè sottrarre dal sistema bancario il denaro che faceva crollare il mercato.

La Banca Centrale Americana, così come qualunque altra banca centrale, è in grado di creare rialzi o ribassi nel mercato semplicemente variando la quantità di denaro immessa nel sistema bancario

(comprando titoli di stato, immettendo così denaro nel sistema, oppure vendendoli, e quindi ritirando denaro dal sistema).

Quando la Federal Reserve ritira denaro, causa una Depressione.

John Maynard Keynes, un economista inglese socialista, diede un consiglio al presidente Franklin Roosevelt:

la sua soluzione era quella di indebitarsi in modo da stimolare l’economia.

Roosevelt finanziò tutti i programmi del New Deal ricorrendo ai prestiti.

Quello che resta di Roosevelt e delle politiche economiche keynesiane è che il governo a tutti i livelli, locale, di contea, statale e federale, è in bancarotta, ed ognuno di questi livelli sta vendendo beni per poter ripianare i debiti.

Negli ultimi anni, la città di Chicago è stata costretta a vendere la Chicago Skyway , una strada a pedaggio, agli spagnoli del Grupo Ferovial e agli australiani della Macquarie Bank per 1.8 miliardi di dollari.

Da allora, molte altre strade a pedaggio in tutto il paese sono state vendute, e i porti fanno parte della medesima equazione.

Quando Roosevelt fu eletto sulla base del suo programma “New Deal for American People”, la sua prima azione da presidente, il 4 marzo del 1933, fu di dichiarare una festa nazionale delle banche.

Nei successivi otto giorni, le banche rimasero chiuse, a causa dell’enorme numero di persone che voleva ritirare i loro depositi in oro.

Poco più di un mese dopo, il 20 aprile, Roosevelt emanò l’Atto di Emergenza per le Attività Bancarie , il quale ritirava gli Usa dal sistema monetario aureo.

Ottenne così due risultati:

(1) Impedire la convertibilità delle banconote in oro per i cittadini americani, permettendo però ai paesi stranieri di convertire i loro dollari in oro in qualsiasi momento.

(2) Rendere illegale la proprietà privata di oro, con l’eccezione dei collezionisti di monete rare.


In pratica, nel sistema finanziario americano ci fu un spostamento da uno standard di rendiconto che vedeva l’oro come barriera al debito in eccesso, a un sistema nel quale non c’era nessun rendiconto.

Tutto quello che il governo doveva fare era stampare denaro, e questo spalancò le porte al gigantesco debito che era l’apoteosi delle teorie economiche keynesiane: un mondo indebitato nei confronti di un gruppo di banchieri privati.
(di J.M.Veon)

(CONTINUA)
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