2°IRAN.....BOMBA GLOBALE !!!!!!!!!!!!

SINIBALDO

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L'ORCHESTRAZIONE BRITANNICA...........


Il 4 febbraio il Consiglio dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (AIEA), composto da 35 elementi, ha deciso, con 27 voti favorevoli, due contrari e cinque astenuti, l'invio del dossier Iran al Consiglio di Sicurezza dell'ONU.

Un'iniziativa del Movimento dei non allineati di evitare il voto è stata affossata con un compromesso orchestrato dal governo britannico.

Il governo iraniano ha immediatamente annunciato, come aveva promesso, la chiusura di tutti i negoziati diplomatici e il riavvio di tutte le attività del suo programma di trattamento dei materiali fissili che erano

state sospese in questi due anni di negoziato, e che erano in parte già ripresi il 10 gennaio, offrendo così il pretesto per arrivare all'attuale scontro.


Il governo iraniano ha inoltre giocato la sua parte, nello scontro orchestrato dall'Inghilterra, ritirando il sostegno in precedenza accordato alla soluzione di compromesso presentata dal governo russo, grazie alla

quale l'Iran avrebbe potuto disporre per i suoi impianti nucleari di materiale fissile arricchito negli impianti sul suolo russo, garantendo in tal modo di non disporre delle capacità di raffinare il materiale fissile per scopi bellici.

Dopo la visita compiuta a Mosca alla fine di gennaio da Ali Larijani, segretario del consiglio supremo di sicurezza nazionale, che aveva

positivamente valutato la proposta russa, questo sostegno è stato sconfessato in blocco non appena Larijani è rientrato a Teheran.

Peggiorando ulteriormente le cose, l'Iran è intervenuto in una disputa tra Russia e Georgia per le forniture di petrolio e gas.

Alla vigilia dell'incontro dei cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza, Teheran ha fatto sapere che avrebbe garantito le forniture energetiche alla Georgia.

Il presidente russo Putin ha interpretato il gesto come uno schiaffo in faccia a Mosca e come un chiaro indizio della non disponibilità di Teheran a raggiungere un accordo per l'arricchimento e riprocessamento dell'uranio.

Queste iniziative della dirigenza di Khamenei e Ahmadinejad a Teheran non fanno che dimostrare come essi siano delle pedine, in parte consensienti, nel grande gioco britannico, così come lo è la banda di Cheney a Washington, controllata da Shultz.

Adesso si va verso l'incontro del 6 marzo dell'AIEA, occasione in cui El Baradei presenterà il suo rapporto sul programma nucleare iraniano.

Il voto del 4 febbraio ha però già in pratica garantito che, a prescindere dal contenuto di tale rapporto, l'Iran sarà deferito al Consiglio di Sicurezza affinché siano prese iniziative che vanno dalle sanzioni alle incursioni militari.

Per comprendere appieno la portata di questi sviluppi e individuare gli intrighi di stile veneziano orchestrati a Londra, attraverso il governo di Blair, occorre una certa chiarezza storica.

Mentre in passato il famoso Arab Bureau del Foreign Office britannico ha tirato i fili dei potentati e delle formazioni radicali nel mondo islamico grazie alla presenza sul campo di “consiglieri” e proconsoli britannici, oggi

per orchestrare la crisi si ricorre ad una maggiore capacità di fare leva sui profili psicologici di personalità e istituzioni che si vogliono portare sulle opposte barricate per lo scontro.


Secondo diversi mezzi d'informazione, un passo decisivo per arrivare allo scontro sul programma nucleare iraniano è stato compiuto il 31 gennaio nel banchetto a porte chiuse offerto dal ministro degli Esteri britannico Jack Straw.

Straw ha invitato i rappresentanti degli altri quattro paesi che insieme all'Inghilterra compongono il Consiglio di Sicurezza dell'ONU - USA, Francia, Russia e Cina - ed avrebbe proposto loro il deferimento immediato dell'Iran al Consiglio, per “sostenere l'AIEA”.

Le notizie rese pubbliche di quell'incontro sono vaghe, ma c'è poco da dubitare sul fatto che Straw abbia posto sul tavolo la questione delle sanzioni per poi esibirsi in un ruolo di “mediazione”, tra gli “estremi” rappresentati da Washington, da una parte, e da Russia e Cina dall'altra.

Sempre secondo queste notizie, il segretario di Stato USA Condoleezza Rice avrebbe chiesto il deferimento immediato e quindi le sanzioni, mentre Russia e Cina avrebbero sostenuto la necessità di consentire

all'AIEA di compiere la sua opera fino a marzo, dando così alla Russia il tempo per continuare i suoi negoziati con l'Iran, con il sostegno di Pechino, cercando di prevenire un deferimento al Consiglio di Sicurezza e lo scontro che ne conseguirebbe.


NON PERDERE D'OCCHIO.............LONDRA !!!!!!!!!!!


A seguito delle recenti elezioni, in cui Ahmadinejad ha riscosso la maggioranza - ma solo su quel 25% degli aventi diritto al voto presentatosi alle urne -,

l'Iran ha iniziato a radicalizzarsi per imboccare la rotta dello scontro frontale, così come era previsto dal copione del grande gioco orchestrato da Londra.

Esperti della situazione interna iraniana riferiscono che la Guardia Rivoluzionaria e gli ambienti della milizia dietro Ahmadinejad sono

convinti di dover provocare quello che secondo loro sarebbe solo un attacco militare “limitato” contro la repubblica islamica, perché questo consentirebbe loro di consolidare la propria posizione interna.


Gli aspetti di fondo dello scontro tra Washington e Teheran sono già chiari dall'agosto 2005.

Allora Lyndon LaRouche denunciò la politica dei “cannoni di agosto” (Monito di LaRouche: il dito di Cheney sul bottone nucleare e Sfidato il piano di guerra di Cheney contro l'Iran)

di Cheney, con cui si mirava ad un attacco preventivo contro un presunto programma di Teheran di dotarsi di armi nucleari.

Allora però degli ambienti militari statunitensi corsero ai ripari lasciando trapelare i piani dell'amministrazione di eseguire incursioni aeree sull'Iran, in cui era persino previsto il ricorso alle armi nucleari per distruggere obiettivi come i bunker a prova di bombe convenzionali.

L'intenvento di denuncia allora effettuato da LaRouche contribuì ad impedire che l'attacco si verificasse, in un periodo in cui il Congresso era in vacanza.

La Rice, si sa, è influenzata da George Shultz, che è stato suo mentore per un lungo periodo.

Insieme all'ex direttore della CIA e neocon di spicco R. James Woolsey, George Shultz presiede il Committee on Present Danger un centro anglo-americano in auge nella Guerra Fredda che lo scorso

23 gennaio ha diffuso un libro bianco in cui propone il “cambiamento di regime” a Teheran e iniziative di emergenza per eliminare il programma nucleare iraniano.

Oltre alle sanzioni immediate dell'ONU, nel documento si chiede anche un embargo dei derivati del petrolio diretti in Iran, la convocazione di un tribunale internazionale che sottoponga a giudizio il sommo ayatollah

Khamenei e il presidente Ahmadinejad, e un'aggressiva campagna di aiuti espliciti e segreti ai “dissidenti” del regime in Iran
.

(di J.Steinberg)

(FINE)
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