ariete22
Forumer storico
banche, tratto dal sole 24 ore
Badate di leggere questo articolo con il dovuto distacco, perchè a termine correzione e non manca poi così molto, ils ettore bancario sarà il primo a partire. Questo vuole dire che ci si dovrà orientare a fare acquisti sempre in pottica mordi e fuggi, in un clima realtivamente più tranquillo per un trimestre scarso circa e le banche regaleranno buone opportunità. In assoluto non v'innamorate di nessun titolo, quella della ripresa sarà solo una pausa in un trend i lungo al ribasso NETTO
Il settore bancario è stato uno dei più colpiti dalla crisi subprime, e gli effetti si sono visti anche in Borsa con l'indice Eurostoxx Bank che registra una perdita ad un anno di quasi il 29% contro una perdita del 15,8% dell'indice Eurostoxx.
Agli effetti negativi delle svalutazioni sui titoli legati ai mortgage americani si sono aggiunti nell'ultimo periodo timori riguardo alla solidità patrimoniale e alla capacità delle banche di mantenere un'adeguata liquidità a fronte di possibili ulteriori shock del mercato; il caso Bear Sterns, banca con ottant'anni di storia, sopravvissuta alla grande depressione e alla seconda guerra mondiale, che è dovuta ricorrere al salvataggio orchestrato dalla Federal Reserve e JP Morgan ha scosso il sistema finanziario e la fiducia degli investitori, che hanno iniziato a chiedersi chi sarà la prossima vittima.
Il Sole 24 Ore, con la collaborazione della società di consulenza finanziaria Finlabo Research & Advice, ha svolto un'indagine su un campione di 26 banche europee per analizzare la capacità di resistere alla presente crisi utilizzando 4 tipi di criteri quantitativi: solidità patrimoniale, capacità di funding, redditività e diversificazione del business.
Se infatti nell'ultimo anno tutte le banche analizzate hanno subito perdite rilevanti, le differenze nel campione sono notevoli e rispecchiano sostanzialmente il livello di esposizione alla crisi americana, ma anche la dipendenza del business da attività più volatili come l'investment banking, e la capacità di assorbire eventuali perdite grazie ad una solidità patrimoniale adeguata; "un ultimo fattore- spiega Dario Vagnoni, analista di Finlabo - che appare particolarmente discriminante nell'ultimo periodo è la liquidità e la capacità di finanziare l'attivo attraverso la raccolta diretta piuttosto che la dipendenza dal mercato interbancario".
Così si spiega ad esempio la performance del Banco Santander Central Hispano (-13%), una delle migliori del campione grazie ad un'esposizione quasi nulla alla crisi subprime e a un modello di business fortemente basato sul retail, con un esposizione geografica in aree in crescita come l'america latina.
All'estremo opposto Commerzbank, nonostante risultati in crescita, ha registrato una delle performance peggiori a causa di un modello di business fortemente legato al corporate e investment banking, a ratio patrimoniali non particolarmente elevati e ad una forte esposizione al mercato interbancario.
Che il momento sia tra i più difficili soprattutto per le banche attive nell'investment banking lo si è capito anche dalle recenti dichiarazioni dei manager di importanti istituti; se qualche settimana fa era stato Sergio Ermotti, responsabile investment banking di Unicredit, a dire che il 2008 sarebbe stato un anno molto difficile, questa settimana è stata la volta di Deutsche Bank, che ha "avvertito" il mercato che gli obiettivi di utile per il 2008 potrebbero non essere raggiunti a causa del forte rallentamento nelle attività legate all'emissione di debito/azioni e alla possibilità di ulteriori svalutazioni.
La crisi comunque ha colpito in borsa anche alcune banche che sembrerebbero meno esposte ai subprime americani e alle attività di investment banking, come ad esempio il Banco Popolare, che ha perso il 52% dai massimi del 2007. A pesare in questo caso è stata soprattutto la crisi di Banca Italease (di cui il Banco è uno dei principali azionisti), e i timori di un aumento di capitale, legati ad un tier 1 ratio tra i più bassi del campione. Proprio per rafforzare il tier 1 e scongiurare l'ipotesi di aumento di capitale, il Banco Popolare nell'ultima settimana ha annunciato la cessione di immobili per un miliardo di euro e la cessione di 32 sportelli al Credem.
"Il settore in generale - afferma Alessandro Guzzini, amministratore delegato di Finlabo - è in una situazione di grande difficoltà, come è evidenziato dalla situazione di tensione sull'interbancario e dagli spread altissimi registrati dai Credit Default Swap, e la fiducia degli investitori è ai minimi. Ciò non toglie che, per chi è disposto ad accettare un'elevata volatilità nel breve, l'investimento in alcune banche a questi prezzi inizia ad aver senso; non bisogna dimenticare infatti che il settore finanziario è fortemente ciclico, e come per tutti i settori ciclici nel medio periodo è pagante un approccio di tipo contrarian; l'importante a nostro avviso è puntare sulle banche meno "levereggiate" e con un modello di business diversificato, che hanno i mezzi patrimoniali e finanziari per superare la crisi, e che anzi potrebbero avvantaggiarsi della situazione acquisendo asset a prezzi molto interessanti "
Badate di leggere questo articolo con il dovuto distacco, perchè a termine correzione e non manca poi così molto, ils ettore bancario sarà il primo a partire. Questo vuole dire che ci si dovrà orientare a fare acquisti sempre in pottica mordi e fuggi, in un clima realtivamente più tranquillo per un trimestre scarso circa e le banche regaleranno buone opportunità. In assoluto non v'innamorate di nessun titolo, quella della ripresa sarà solo una pausa in un trend i lungo al ribasso NETTO
Il settore bancario è stato uno dei più colpiti dalla crisi subprime, e gli effetti si sono visti anche in Borsa con l'indice Eurostoxx Bank che registra una perdita ad un anno di quasi il 29% contro una perdita del 15,8% dell'indice Eurostoxx.
Agli effetti negativi delle svalutazioni sui titoli legati ai mortgage americani si sono aggiunti nell'ultimo periodo timori riguardo alla solidità patrimoniale e alla capacità delle banche di mantenere un'adeguata liquidità a fronte di possibili ulteriori shock del mercato; il caso Bear Sterns, banca con ottant'anni di storia, sopravvissuta alla grande depressione e alla seconda guerra mondiale, che è dovuta ricorrere al salvataggio orchestrato dalla Federal Reserve e JP Morgan ha scosso il sistema finanziario e la fiducia degli investitori, che hanno iniziato a chiedersi chi sarà la prossima vittima.
Il Sole 24 Ore, con la collaborazione della società di consulenza finanziaria Finlabo Research & Advice, ha svolto un'indagine su un campione di 26 banche europee per analizzare la capacità di resistere alla presente crisi utilizzando 4 tipi di criteri quantitativi: solidità patrimoniale, capacità di funding, redditività e diversificazione del business.
Se infatti nell'ultimo anno tutte le banche analizzate hanno subito perdite rilevanti, le differenze nel campione sono notevoli e rispecchiano sostanzialmente il livello di esposizione alla crisi americana, ma anche la dipendenza del business da attività più volatili come l'investment banking, e la capacità di assorbire eventuali perdite grazie ad una solidità patrimoniale adeguata; "un ultimo fattore- spiega Dario Vagnoni, analista di Finlabo - che appare particolarmente discriminante nell'ultimo periodo è la liquidità e la capacità di finanziare l'attivo attraverso la raccolta diretta piuttosto che la dipendenza dal mercato interbancario".
Così si spiega ad esempio la performance del Banco Santander Central Hispano (-13%), una delle migliori del campione grazie ad un'esposizione quasi nulla alla crisi subprime e a un modello di business fortemente basato sul retail, con un esposizione geografica in aree in crescita come l'america latina.
All'estremo opposto Commerzbank, nonostante risultati in crescita, ha registrato una delle performance peggiori a causa di un modello di business fortemente legato al corporate e investment banking, a ratio patrimoniali non particolarmente elevati e ad una forte esposizione al mercato interbancario.
Che il momento sia tra i più difficili soprattutto per le banche attive nell'investment banking lo si è capito anche dalle recenti dichiarazioni dei manager di importanti istituti; se qualche settimana fa era stato Sergio Ermotti, responsabile investment banking di Unicredit, a dire che il 2008 sarebbe stato un anno molto difficile, questa settimana è stata la volta di Deutsche Bank, che ha "avvertito" il mercato che gli obiettivi di utile per il 2008 potrebbero non essere raggiunti a causa del forte rallentamento nelle attività legate all'emissione di debito/azioni e alla possibilità di ulteriori svalutazioni.
La crisi comunque ha colpito in borsa anche alcune banche che sembrerebbero meno esposte ai subprime americani e alle attività di investment banking, come ad esempio il Banco Popolare, che ha perso il 52% dai massimi del 2007. A pesare in questo caso è stata soprattutto la crisi di Banca Italease (di cui il Banco è uno dei principali azionisti), e i timori di un aumento di capitale, legati ad un tier 1 ratio tra i più bassi del campione. Proprio per rafforzare il tier 1 e scongiurare l'ipotesi di aumento di capitale, il Banco Popolare nell'ultima settimana ha annunciato la cessione di immobili per un miliardo di euro e la cessione di 32 sportelli al Credem.
"Il settore in generale - afferma Alessandro Guzzini, amministratore delegato di Finlabo - è in una situazione di grande difficoltà, come è evidenziato dalla situazione di tensione sull'interbancario e dagli spread altissimi registrati dai Credit Default Swap, e la fiducia degli investitori è ai minimi. Ciò non toglie che, per chi è disposto ad accettare un'elevata volatilità nel breve, l'investimento in alcune banche a questi prezzi inizia ad aver senso; non bisogna dimenticare infatti che il settore finanziario è fortemente ciclico, e come per tutti i settori ciclici nel medio periodo è pagante un approccio di tipo contrarian; l'importante a nostro avviso è puntare sulle banche meno "levereggiate" e con un modello di business diversificato, che hanno i mezzi patrimoniali e finanziari per superare la crisi, e che anzi potrebbero avvantaggiarsi della situazione acquisendo asset a prezzi molto interessanti "
