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Alitalia, Berlusconi fa la questua «Per la cordata basta poco»
Sindacati a Palazzo Chigi venerdì
Air France se n'è andata. Via libera dunque alla cordata di Berlusconi? A sentire le sue dichiarazioni sembra ancora lontana. «Rivolgo nuovamente l'appello all'orgoglio degli imprenditori. Nel loro interesse bisogna salvare l'Alitalia. Agli imprenditori dico che non bisogna partecipare con milioni e milioni, basta una "fiche": noi non possiamo rinunciare alla compagnia di bandiera».
Un appello che per ora è caduta nel vuoto con le smentite di una settimana fa di Banca Intesa, Benetton, Eni e Mediobanca alla chiamata in correo del Cavaliere (subito ritrattata) dalle colonne della "Stampa".
«Siamo stati zitti -ha aggiunto Berlusconi- quando pensavamo che il governo con un minimo di senno trattasse con Air France un accordo che desse ad Alitalia pari dignità». Il numero uno del Pdl poi ribadisce anche di aver sempre considerato la proposta del gruppo-franco-olandese come «irricevibile ed offensiva».
Peccato però che ad oggi la prospettiva di un fallimento di Alitalia è sempre più vicina e semmai una cordata ci sarà, potrà ricomprarsi Alitalia a zero lire senza nessun dovere di salvare il posto di lavoro a chicchessia.
A rispondere per le rime a Berlusconi arriva Antonio Di Pietro che invoca l'intervento dei giudici e della Consob contro «il grave tentativo di manipolazione del mercato che avrebbero potuto comportare le dichiarazioni irresponsabili di Berlusconi». Per il ministro delle Infrastrutture e leader di Idv «sarebbe ora che le autorità di controllo, a cominciare dalla Consob ma anche i giudici, valutassero l'irresponsabilità di questo comportamento di Berlusconi - ha detto Di Pietro - che ha illuso le parti in causa portandole a una esasperazione così conflittuale». L'effetto sulla vertenza, a questo punto, è stato un irrigidimento delle parti, ha spiegato, «con il risultato che adesso la frittata è fatta, la corda si è rotta e si rischia che migliaia di lavoratori e un insieme imprenditoriale vada in fallimento».
L'impegno e l'auspicio del leader dell'Italia dei Valori è quindi che «di questa trattativa possano essere riallacciati i fili del discorso - ha scandito - e soprattutto che si trovi una soluzione nelle prossime settimane per evitare il fallimento». Infine, Di Pietro ha fatto un appello ai sindacati: «Nell'interesse dei lavoratori bisogna stare attenti a non tirare troppo la corda perchè poi alla fine si rimane con un pugno di mosche in mano».
Anche Tabacci della Rosa Bianca attacca: «Berlusconi ha starnazzato dicendo che c'erano cordate in arrivo, prima i suoi figli, poi i suoi nipoti e poi non so chi altri. È un gioco per rendere più torbide le acque non certo per affrontare un nodo che è di natura strategica. In tutti i cieli del mondo - ha proseguito Tabacci - si vola secondo certi target, certe caratteristiche. Non è che in Italia si può volare in maniera diversa e chi lavora in Alitalia può pensare che non risponde ai canoni, ai criteri, ai quali rispondono coloro che lavorano in altre compagnie con cui si fa concorrenza. L'interesse del cittadino italiano- ha proseguito- come di un cittadino tedesco o francese è quello di avere un gruppo strutturato in maniera efficace che ti porta a destinazione, avendo garantito la sicurezza, un costo accettabile del biglietto aereo ed un servizio efficiente. Questo è quello che ha in testa, altro che l'italianità. Tutte queste balle sull'italianità - ha concluso- nascondono grossissime bufale».
Alitalia, Berlusconi fa la questua «Per la cordata basta poco»
Sindacati a Palazzo Chigi venerdì
Air France se n'è andata. Via libera dunque alla cordata di Berlusconi? A sentire le sue dichiarazioni sembra ancora lontana. «Rivolgo nuovamente l'appello all'orgoglio degli imprenditori. Nel loro interesse bisogna salvare l'Alitalia. Agli imprenditori dico che non bisogna partecipare con milioni e milioni, basta una "fiche": noi non possiamo rinunciare alla compagnia di bandiera».
Un appello che per ora è caduta nel vuoto con le smentite di una settimana fa di Banca Intesa, Benetton, Eni e Mediobanca alla chiamata in correo del Cavaliere (subito ritrattata) dalle colonne della "Stampa".
«Siamo stati zitti -ha aggiunto Berlusconi- quando pensavamo che il governo con un minimo di senno trattasse con Air France un accordo che desse ad Alitalia pari dignità». Il numero uno del Pdl poi ribadisce anche di aver sempre considerato la proposta del gruppo-franco-olandese come «irricevibile ed offensiva».
Peccato però che ad oggi la prospettiva di un fallimento di Alitalia è sempre più vicina e semmai una cordata ci sarà, potrà ricomprarsi Alitalia a zero lire senza nessun dovere di salvare il posto di lavoro a chicchessia.
A rispondere per le rime a Berlusconi arriva Antonio Di Pietro che invoca l'intervento dei giudici e della Consob contro «il grave tentativo di manipolazione del mercato che avrebbero potuto comportare le dichiarazioni irresponsabili di Berlusconi». Per il ministro delle Infrastrutture e leader di Idv «sarebbe ora che le autorità di controllo, a cominciare dalla Consob ma anche i giudici, valutassero l'irresponsabilità di questo comportamento di Berlusconi - ha detto Di Pietro - che ha illuso le parti in causa portandole a una esasperazione così conflittuale». L'effetto sulla vertenza, a questo punto, è stato un irrigidimento delle parti, ha spiegato, «con il risultato che adesso la frittata è fatta, la corda si è rotta e si rischia che migliaia di lavoratori e un insieme imprenditoriale vada in fallimento».
L'impegno e l'auspicio del leader dell'Italia dei Valori è quindi che «di questa trattativa possano essere riallacciati i fili del discorso - ha scandito - e soprattutto che si trovi una soluzione nelle prossime settimane per evitare il fallimento». Infine, Di Pietro ha fatto un appello ai sindacati: «Nell'interesse dei lavoratori bisogna stare attenti a non tirare troppo la corda perchè poi alla fine si rimane con un pugno di mosche in mano».
Anche Tabacci della Rosa Bianca attacca: «Berlusconi ha starnazzato dicendo che c'erano cordate in arrivo, prima i suoi figli, poi i suoi nipoti e poi non so chi altri. È un gioco per rendere più torbide le acque non certo per affrontare un nodo che è di natura strategica. In tutti i cieli del mondo - ha proseguito Tabacci - si vola secondo certi target, certe caratteristiche. Non è che in Italia si può volare in maniera diversa e chi lavora in Alitalia può pensare che non risponde ai canoni, ai criteri, ai quali rispondono coloro che lavorano in altre compagnie con cui si fa concorrenza. L'interesse del cittadino italiano- ha proseguito- come di un cittadino tedesco o francese è quello di avere un gruppo strutturato in maniera efficace che ti porta a destinazione, avendo garantito la sicurezza, un costo accettabile del biglietto aereo ed un servizio efficiente. Questo è quello che ha in testa, altro che l'italianità. Tutte queste balle sull'italianità - ha concluso- nascondono grossissime bufale».