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La Bce: evitare di legare i salari all'inflazione
ROMA - La Banca centrale europea "segue con particolare attenzione le trattative salariali" in Eurolandia e "nutre timori circa l'esistenza di forme di indicizzazione delle retribuzioni nominali ai prezzi al consumo, che comporterebbe il rischio di shock al rialzo sull'inflazione". Lo scrive la Bce nel suo bollettino mensile, invitando a "evitare" di ancorare i salari all'inflazione perché "ciò innescherebbe una spirale salari-prezzi con ricadute negative sull'occupazione e sulla competitività nei paesi coinvolti".
PIL RALLENTA, FORTE INCERTEZZA -
Il prodotto interno lordo di Eurolandia continuerà a crescere nel 2008, anche se è in rallentamento rispetto allo scorso anno. Lo scrive la Banca centrale europea nel suo bollettino di marzo, notando che "il livello di incertezza derivante dalle turbolenze nei mercati finanziari resta nondimeno elevato", e "sussistono ancora rischi al ribasso per l'attività economica".
SU RISANAMENTO ITALIA RISCHIO CRESCITA PIU' BASSA -
Per l'Italia il "prospettato ritorno a una solida posizione di bilancio è posto a repentaglio dal rischio che la crescita del Pil in termini reali si riveli più debole di quanto stimato". L'Italia e il Portogallo, i due paesi di Eurolandia sottoposti ad una procedura per deficit eccessivo relativa al 2006, "hanno compiuto progressi nell'azione di risanamento al fine di correggere i rispettivi disavanzi". "Nel programma di stabilità presentato dall'Italia - ricordano gli esperti dell'Eurotower - è indicata una significativa riduzione del disavanzo, dal 4,4% de Pil del 2006 al 2,4% nel 2007 (dati recenti segnalano che il disavanzo potrebbe risultare persino inferiore)". Secondo la Bce "questi sviluppi vanno soprattutto ricondotti al venir meno di alcuni fattori che avevano accresciuto il disavanzo nel 2006, a effetti base positivi e all'andamento favorevole delle entrate". La Bce nota poi che Italia e Portogallo stimano per il il 2008 disavanzi pari rispettivamente al 2,2e al 2,4% del Pil e un ulteriore miglioramento nel 2009 e nel 2010. "Tuttavia - si legge nel documento - come avvenuto nelle precedenti tornate di programmi di stabilità, i risultati effettivi potrebbero discostarsi sensibilmente da quelli previsti, poiché spesso vengono a mancare interventi concreti finalizzati al raggiungimento degli obiettivi fiscali".
OCCHI A CARO-GREGGIO E ALIMENTARI
- Il tasso d'inflazione di Eurolandia presenta "forti pressioni al rialzo nel breve periodo, riconducibili principalmente ai rincari dell'energia e dei beni alimentari". Lo scrive la Banca centrale europea nel bollettino di marzo, confermando che il Consiglio direttivo dell'Eurotower si attende un tasso d'inflazione "su livelli significativamente superiori al 2% nei prossimi mesi", e ritiene che le prospettive d'inflazione nel medio periodo siano "soggette a rischi al rialzo". Fra i fattori di rischio al rialzo dell'inflazione la Bce cita "ulteriori rincari del petrolio e dei prodotti agricoli", ma anche "la possibilità di una crescita salariale più vigorosa del previsto" e "il potere delle imprese nel determinare i prezzi, segnatamente in segmenti di mercati a bassa concorrenza".
OFFERTA MONETA ALTA -
L'offerta di moneta di Eurolandia resta elevata, e per il momento non si nota un forte contraccolpo della crisi dei mutui 'subprime' sull'attività creditizia. Lo scrive la Banca centrale europea nel suo bollettino mensile, precisando che "malgrado l'inasprimento dei criteri per la concessione del credito", il "protratto vigore della crescita dei prestiti a favore delle società non finanziarie fa ritenere che l'offerta di credito bancario all'interno dell'area finora non sia stata pregiudicata in misura significativa dalle turbolenze finanziarie"