2007 l'anno che verrà

gastone

Forumer storico
mi sembrava un articolo interessante,

iniziamo con le previsioni, chi vivrà vedrà


BORSE 2007 Gli strategist vedono ancora il Toro

Websim - 12/12/2006 16:21:37



Il 2007 sarà ancora all'insegna del Toro. Così dicono Lehman Brothers, Goldman Sachs e 150 strategist intervistati da Reuters, tutti ottimisti. Unica voce fuori dal coro è Morgan Stanley.

Dopo cinque anni di crescita, le Borse mondiali hanno ancora fiato per correre. Le ragioni di tanto ottimismo sono comuni a tutti gli analisti positivi: le economie di Stati Uniti, Europa, e soprattutto Asia, cresceranno meno del 2006, ma cresceranno ancora. Lo stesso vale per gli utili delle maggiori aziende: i margini sono alti, ma non siamo ancora ai massimi. Inoltre il 2007 sarà l'anno delle M&A, operazioni di fusione e acquisizione, spinte dalla necessità di molte aziende di consolidarsi in settori che diventano sempre più internazionali e necessitano di gruppi di maggiori dimensioni.

Secondo Lehman Brothers,il 2007 sarà l'anno del risveglio per i settori Tech e Telecom, seguiranno i titoli del settore Assicurativo, gli Energetici e le aziende che operano nel settore Salutee sanità. "Questi comparti mostrano ancora multipli bassi, mentre il prossimo anno la crescita degli utili metterà in evidenza che non si sono toccati i livelli di picco", si legge in un report pubblicato ieri da Lehman .

Per Goldman Sachs, la maggiore banca d'affari americana, i settori preferiti per il 2007 sono le Tlceuropee, gli Energetici e le aziende Farmaceutiche.

Anche da un'intervista condotta da Reuters su un panel di 150 strategist emergono considerazioni molto simili a quelli di Goldman e Lehman. Nel 2007 la crescita mondiale sarà meno evidente dell'anno che sta per chiudersi, ma ci sarà. In particolare l'indice americano S&P500 salirà di un altro 6,4% rispetto ai valori attuali, un po' meno del 10,7% messo a segno da inizio 2006. A Wall Street possono avere il sopravvento i rialzisti nel caso la Fed optasse per un atterraggio morbido dell'economia Usa.

"Riteniamo che il 2007 sarà il quinto anno consecutivo di ritorno positivo per i mercati azionari", commenta Bernd Meyer, equity strategist di Deutsche Bank a Francoforte."I costi da trading sono decisamente più bassi, anche le tasse sono inferiori, di conseguenza grazie a questi due fattori i titoli appaiono abbastanza a buon mercato", spiega Edward Keon, capo investimenti di Prudential Equity Group a New York.

Quanto all'Europa, l'indice della Borsa di Londra FTSE-100 è visto in crescita del 6,5% circa a 6.550. Secondo gli analisti non deluderà nemmeno l'Asia. Il giapponese Nikkei dovrebbe chiudere il 2007 a quota 19.000, +15% rispetto ai livelli attuali. In Asia gli strategist rimangono ottimisti sulla Borsa di Hong Kong, una delle migliori Borse nel 2006, anche se non nascondono qualche riserva dopo la crescita a doppia cifra prevista quest'anno.

La voce fuori dal coro è quella di Morgan Stanley, secondo cuinel 2007 il Pil mondiale crescerà del 4,3%, sopra al 3,7% medio degli ultimi 45 anni, ma in netto calo rispetto al +5% del 2006 e meno del 4,9% previsto dal consensus. "Questo - scrive Stephen Roach ? capoeconomista della banca, avrà dei riflessi sui mercati finanziari", in particolare perché sarà evidente la minor crescita. Ma tra i fattori di rischio per il prossimo anno Roach teme lo scoppio della bolla immobiliare Usa.
 
SETTORE TLC Merrill Lynch vede un 2007 in rialzo

Websim - 04/01/2007 12:51:39



Per Merrill Lynch il 2007 sarà l'anno dei telefonici, in particolare di Telecom Italia (TIT.MI) e Vodafone (VOD.L). Il settore europeo delle tlc si è risvegliato negli ultimi tre mesi guadagnando il 15%, contro il +8% messo a segno dall'indice complessivo delle Borse europee S&P600, e nel corso dei prossimi mesi la corsa continuerà. Non si tratta, secondo gli analisti e gli strateghi della banca d'affari americana, di una rotazione settoriale che giunge dopo la fiacca del 2005: ci sono solide ragioni fondamentali a sostegno della ripresa.

La prima considerazione è che la telefonia è al riparo dalla caduta del dollaro, e in un anno che dovrebbe essere caratterizzato da un'ulteriore frenata dell'economia americana, è probabile che saranno in molti a mettersi alla ricerca di investimenti meno esposti alle ricadute negative del cambio dollaro/euro.

Inoltre il settore non è caro, le valutazione sono convenienti rispetto a quelle espresse dalla media del mercato: "Anche dopo avere pagato agli azionisti 44 miliardi di euro in dividendi, il comparto ha un rapporto tra debito ed Ebitda pari soltanto a 1,9", è scritto nella nota pubblicata l'altro ieri da Merrill Lynch. Poiché per le società europee di tlc il gap tra il costo del debito e il rendimento del titolo a livello di cedola è più alto della media del mercato, è presumibile che nel corso del 2007 proseguano, e magari si intensifichino, i riacquisti di azioni proprie. Allo stesso tempo sono da mettere in conto aumenti della cedola.

Basso indebitamento significa essere appetibili per i fondi di private equity, più che mai scatenati alla ricerca di opportunità di investimento: le masse di liquidità che riescono a muovere sono tali che oramai possono, mettendo insieme le forze, aspirare a realizzare operazioni da molti miliardi di euro, possono quindi puntare non soltanto alle piccole compagnie telefoniche, ma anche ai colossi.



Per gli ex monopolisti o per gli operatori alternativi delle prima ondata, dopo anni di declino dei guadagni, c'è da mettere in conto anche una ripresa, o perlomeno un assestamento dell'attività caratteristica. La concorrenza dovrebbe diventare meno aggressiva perché gli operatori più piccoli saranno tolti di mezzo dal processo di consolidamento del settore, e tornerà a farsi profondo il solco tra chi possiede una propria rete e chi, essendone privo, deve limitarsi all'attività di rivendita del servizio o al massimo all'affitto dell'ultimo miglio.

In questo quadro sono da evitare gli operatori "leggeri" come Fiscali (TIS.MI), sono da tenere in considerazione le società più innovative come Fastweb (FWB.MI) e vanno tenuti in considerazione, in generale, i soggetti che si troveranno a poter difendere, meglio che in passato, la loro quota di mercato: per Merrill Llynch Telecom Italia è buy con target price a 2,7 euro.

www.websim.it
 
CONSENSUS utili società S&P/MIB * stime all'8/1

Reuters - 08/01/2007 10:36:42



Stime al 31/12/2006 Stime al 31/12/2007
EPS DIV EPS DIV
Aem (AEM.MI) 0,16 0,06 0,16 0,07 REP
Alitalia (AZA.MI) (0,15) 0,00
(0,05) 0,00 REP
Alleanza (AL.MI) 0,50 0,50 0,50 0,49 REP
Autogrill (AGL.MI) 0,59 0,26 0,65 0,29 PRX
Autostrade (AUTO.MI) 1,19 0,57 1,28 0,62 REP
Banca Mps (BMPS.MI) 0,31 0,17 0,35 0,20 PRX
Banca Pop Italiana (BPI.MI) 0,27 0,11 0,43 0,18 PRX
Banca Pop Milano (PMI.MI) 0,73 0,33 0,88 0,40 PRX
Banche Pop Unite 1,60 0,86
1,78 0,95 PRX
B.P.Verona Novara (BPVN.MI) 2,17 0,91 2,00 1,02 REP
Bulgari (BUL.MI) 0,45 0,28 0,51 0,32 PRX
Buzzi Unicem (BZU.MI) 1,56 0,35 1,63 0,38 PRX
Capitalia (CAP.MI) 0,40 0,23 0,53 0,28 PRX
Enel (ENEL.MI) 0,50 0,47 0,51 0,47 PRX
Eni (ENI.MI) 2,77 1,28 2,69 1,33 PRX
Fastweb (FWB.MI) (0,97)
3,42 0,58 3,36 PRX
Fiat (F.MI) 0,71 0,18 1,10 0,26 REP
Finmeccanica (FNC.MI) 1,00 0,39 1,24 0,41 PRX
Fondiaria-Sai (FSA.MI) 2,71 1,04 2,88 1,20 REP
Generali (G.MI) 1,85 0,71 2,11 0,89 REP
Gr.Ed.L'Espresso (ES.MI) 0,25 0,16 0,25 0,17 REP
Intesa Sanpaolo 0,38 0,24 0,43 0,28 PRX
Italcementi (IT.MI) 1,51
0,36 1,65 0,38 PRX
Lottomatica (LTO.MI) 0,83 0,84 0,88 0,94 REP
Luxottica (LUX.MI) 0,99 0,37 1,15 0,45 PRX
Mediaset (MS.MI) 0,51 0,44 0,56 0,47 REP

Mediobanca (MB.MI)* 1,01 0,67 1,13 0,74 PRX
Mediolanum (MED.MI) 0,30 0,21 0,34 0,23 REP
Mondadori (MN.MI) 0,46 0,39 0,53 0,42 PRX
Parmalat (PLT.MI) 0,07
0,02 0,11 0,01 REP
Pirelli & C. (PC.MI) 0,06 0,01 0,06 0,02 PRX
Saipem (SPM.MI) 0,81 0,25 1,07 0,32 PRX
Seat Pagine Gialle 0,03 0,01 0,03 0,01 PRX

Snam Rete Gas (SRG.MI) 0,23 0,18 0,24 0,18 PRX
Stm (STM.MI) 0,74 0,14 0,99 0,16 REP
Telecom Italia (TIT.MI) 0,15 0,14 0,17 0,14 PRX
Terna 0,16
0,14 0,15 0,14 PRX
UniCredit (UC.MI) 0,46 0,25 0,56 0,29 PRX
Unipol (UNI.MI) 0,16 0,12 0,18 0,13 REP

NOTA - Utili per azione e dividendo per azione sono espressi in euro. Il consensus sugli EPS è calcolato sulla base del dato che raccoglie il numero più alto di previsioni fra EBG (utile prima di ammortamenti e voci straordinarie) PRX (utile prima di voci straordinarie) REP (as reported)
* Per Mediobanca i valori si riferiscono agli esercizi che chiudono al 30 giugno.

Il consensus è basato su previsioni raccolte entro l'8 gennaio 2007.

Fonte: REUTERS 3000 Xtra (stime: Reuters Research)
 
Mercati > News > Tutte le News > Dettaglio News

Seleziona categoria Tutte le News Top News Borsa italiana Titoli caldi Journal Fatti&Effetti Borse europee Borse USA Borse asiatiche Rating e risultati societari Economia e dati economici Agenda Rassegna stampa Valute e commodities Fondi di investimento ETF Obbligazioni e ratings Scienza e tecnologia Sport Video news Ricerca precisa news


I gestori danno qualche chance al Giappone

Morningstar - 18/01/2007 10:39:00



La Borsa di Tokyo è la preferita nei prossimi sei mesi. Previsto un aumento della volatilità in Europa e negli Stati Uniti. Si allontana un taglio dei tassi da parte della Fed, mentre la Bce alzerà ancora. Clicca qui per leggere nel dettaglio i risultati del sondaggio

E' Tokyo la Borsa preferita dai gestori nel primo sondaggio del 2007, condotto da Morningstar tra il 9 e il 15 gennaio, che ha coinvolto 23 delle principali società italiane ed estere che operano sul territorio. Quasi l'83% degli intervistati è convinto che il listino giapponese salirà nei prossimi sei mesi, contro circa il 70% che è positivo sull'Europa e il 65% che prevede un rialzo di Wall Street.

In attesa della svolta giapponese

Rispetto a dicembre, gli ottimisti sul listino nipponico sono tornati a crescere (erano il 66,6%), mentre i pessimisti si sono dimezzati. La maggior parte dei gestori è convinta che il 2007 possa essere l'anno del riscatto, dopo il deludente 2006. Le ragioni sono diverse: i segnali della tanto attesa ripresa dei consumi, le valutazioni relativamente più attraenti rispetto a quelle di altri mercati, i bassi tassi di interesse che sostengono la crescita degli utili. Non mancano, tuttavia, i fattori critici, primo fra tutti la forte dipendenza delle esportazioni dagli Stati Uniti, che potrebbe impattare negativamente sulla ripresa se l'economia americana rallenterà significativamente.

Sorprese oltreoceano

In realtà, pochi gestori credono a una recessione negli Stati Uniti, al contrario molti pensano che la crescita sorprenderà in positivo e che la fase di rallentamento sia in esaurimento. In tale contesto, le attese di un taglio dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve, almeno nella prima parte dell'anno, sono diminuite. Rispetto a dicembre gli ottimisti sul Wall Street sono aumentati (erano il 53%), mentre i pessimisti sono leggermente scesi. I fund manager, tuttavia, non escludono un'accentuazione della volatilità, cui potrebbe contribuire il rallentamento della dinamica degli utili.

Riflettori puntati sulla Bce

L'economia europea prosegue la fase espansiva, che per il momento non è stata penalizzata dall'apprezzamento dell'euro rispetto al dollaro. I gestori temono, però, che l'aumento dell'Iva in Germania e i provvedimenti fiscali restrittivi in altri Paesi possano determinare un temporaneo rallentamento della congiuntura. La Banca centrale proseguirà nel rialzo dei tassi, secondo la maggior parte dei fund manager, fino a un massimo del 4%. Il 70% degli intervistati è convinto che le Borse del Vecchio continente continueranno a crescere, ma, analogamente a Wall Street, dovrebbe aumentare la volatilità, anche perché le valutazioni sono meno attraenti del passato.

Divisi sull'euro/dollaro

Rispetto a dicembre, è scesa la percentuale dei gestori che prevedono una stabilizzazione del rapporto tra euro e dollaro attorno agli attuali livelli, passando dal 56 al 41%, mentre è salito di circa 15 punti il numero di coloro che stimano un apprezzamento della moneta unica. La previsione è in contrasto con l'andamento del cambio nelle prime settimane del 2007, caratterizzato dal rafforzamento del biglietto verde. Secondo alcuni fund manager, difficilmente tale trend continuerà, perché non sono stati risolti i problemi strutturali che affliggono la divisa americana; secondo altri, quest'ultima è eccessivamente sottovalutata e potrebbe recuperare, grazie a uno scenario economico migliore rispetto alle attese.

Prezzi stabili nel reddito fisso

Circa il 56% dei gestori prevede una stabilizzazione dei prezzi delle obbligazioni americane nei prossimi sei mesi e quasi un fund manager su due stima un trend analogo in Europa. Un altro 34% ritiene che le quotazioni scenderanno in entrambe le aree. E' convinzione comune che gli investitori siano stati troppo ottimisti sulle aspettative di taglio dei tassi da parte della Federal Reserve ed eccessivamente pessimisti sul rallentamento congiunturale, per cui i rendimenti dei Treasury dovrebbero salire. Nel Vecchio continente, la Banca centrale alzerà ancora i saggi di riferimento, ma, secondo alcuni, tali movimenti sono già scontati.

Hanno partecipato al sondaggio, condotto tra il 9 e il 15 gennaio, 23 delle principali società di diritto italiano ed estero operanti sul territorio, che contano per circa l'80% degli asset gestiti in Italia. Si tratta di Aletti Gestielle, Alpi Fondi Sgr, American Express, Anima Sgr, Azimut, Banca Fideuram, Banca Profilo, BSI, Caam Sgr, Dws Investments Italy, Eurizon Capital Sgr, Henderson, Invesco, Investitori Sgr, Julius Baer Sgr, Morley, Mps Am, Nextam Partners, Pioneer Im, Ras Am, Sgam Italia Sim, WestLB Mellon Am, Zenit Sgr.
 
So che ho un modo di procedere oltremodo personale (che comprende il conservare ordinatamente tante vecchie cose) ma.........
Rileggendo le previsioni degli stessi soggetti ad inizio del 2006, lo stesso 2006 era l'anno della borsa giapponese.
Peccato che non l'abbiano informata.......
 
Mercati > News > Tutte le News > Dettaglio News

Seleziona categoria Tutte le News Top News Borsa italiana Titoli caldi Journal Fatti&Effetti Borse europee Borse USA Borse asiatiche Rating e risultati societari Economia e dati economici Agenda Rassegna stampa Valute e commodities Fondi di investimento ETF Obbligazioni e ratings Scienza e tecnologia Sport Video news Ricerca precisa news


SETTORE LUSSO Nuova generazione di acquirenti

Websim - 24/01/2007 12:57:18



Il lusso tornerà a fare scintille nelle Piazze finanziarie. E' quello che sostiene Ubs in uno studio pubblicato ieri sull'intero settore che vale, a seconda di ciò che si considera "lusso", tra i 100 e i 150 miliardi di euro. Per il broker lo spazio per una rivalutazione non manca.

"Le griffe europee stanno trattando in media a 19,5 volte gli utili attesi sul 2007, in linea con i consumer (ovvero cosmetici, accessori, alimentari, bevande, ?) e le aziende di servizio (compagnie aeree ?)", nota Yasuhiro Yamaguchi, analista di Ubs. Ma, evidentemente, i margini e le attese di crescita, sono ben diverse tra titoli del lusso e i consumer. Le maison internazionali presentano un margine Ebit medio al 18%, rispetto al 15% di Ebit degli accessori (che però trattano a 23,2 volte gli utili 2007) e al 14% dei cosmetici (che trattano a 21,6 i profitti attesi per fine anno).

Quanto agli utili, per Ubs i prezzi attuali significano che la Borsa scommette su una crescita del 7-8% all'anno. Troppo poco per Ubs, che invece si attende per le griffe profitti in aumento del 15-16%. Per questo, conclude il broker, il settore dovrebbe trattare quanto meno a 22-23 volte gli utili 2007. La banca d'affari è complessivamente positiva sul settore e raccomanda l'acquisto di Bulgari (BUL.MI) con un target a 13,5 euro, Tod's (TOD.MI) con un obiettivo di prezzo a 75 euro, oltre che Swatch, Richemont, Christian Dior. Giudizio neutrale invece per Lvmh, Burberry ed Hermes.

Per Yasuhiro Yamaguchi saranno determinanti gli ex baby boomers, i ventenni degli Anni '80, gli stessi che affollano i concerti delle "vecchie glorie", dai Duran Duran agli Europe, e che con una capacità di acquisto non indifferente torneranno a fare razzie negli scaffali delle boutique, come venti anni fa. A differenza degli Anni '80, tuttavia, la nuova esplosione dello shopping di lusso riguarderà prevalentemente champagne, gioielli e orologi (piuttosto che accessori), articoli preferiti da una generazione ormai alle soglie dei cinquanta anni: persone che, dopo aver pensato per anni a casa e figli, tornano a potersi occupare pienamente di se stessi "liberando", a giudizio di Ubs, almeno 20 mila sterline l'anno. Ad essere avvantaggiati, in un simile scenario, saranno, Bulgari, Richemont e Swatch.

Rispetto al recente passato poi la nuova voglia di griffe oltrepasserà il mondo occidentale coinvolgendo Cina, Russia, India e gli altri Paesi emergenti dell'Est asiatico (che rappresentano per ora il 10% del giro d'affari complessivo del settore, quota che dovrebbe salire al 20% nel 2010 e al 37% nel 2015). Per Ubs questi Paesi si stanno avvicinandosi a quella soglia ritenuta indispensabile per potersi permettere di sognare articoli di lusso (un reddito di 7mila dollari pro capite annui). "Una volta raggiunta quella soglia, la domanda generalmente esplode con tassi di crescita del 20-40% l'anno, garantiti per 10 anni", commenta l'esperto che porta come testimonianza il "caso" del Giappone che 25 anni fa si affacciava sull'universo delle griffe, e adesso è il primo mercato mondiale del lusso.

Proprio a proposito del Giappone Ubs prende le distanze dal pessimismo diffuso tra gli esperti del settore che temono un deciso rallentamento. "Nonostante il cambio sfavorevole ? si legge nello studio - le importazioni di articoli di lusso sono aumentate tra gennaio e novembre 2006 dell'8% se considerate in yen, del 10% in euro. E la domanda adesso è destinata ad aumentare grazie al favorevole scenario macroeconomico". Stanno però cambiando i consumi: anche in Giappone i benestanti hanno ormai raggiunto la maturità e spendono più volentieri in champagne, gioielli ed orologi. Anche in questo caso ne potranno trarre vantaggio Bulgari, Swatch e Richemont che garantiscono una caratteristica ricercata a Tokyo e dintorni: l'esclusività del prodotto.

Come sempre, i rischi non mancano. Il lusso, più di altri settori, risente del clima politico e dello scenario macroeconomico, della percezione del valore del brand da parte dei potenziali clienti oltre che della moda e dalle possibile pressione sui prezzi.

Ma per Ubs non sono certo problemi attuali. Anzi. A ben vedere, i primi segnali di questo trend si possono già registrare. Le vendite natalizie hanno sostenuto i conti diTiffany, numero due al mondo nella gioielleria (+15% le vendite tra novembre e dicembre);Swatch che conta marchi preziosi come Breguet, Blancpain, Glashütte Original e Omega, ha archiviato il 2006 con vendite in crescita del 12,3% a 5,05 miliardi di franchi svizzeri, e Richemont, che vanta brand come Cartier e Iwc, ha chiuso l'ultimo trimestre 2006 con un fatturato in rialzo del 10%, ma con le vendite di orologi in aumento del 13%.

www.websim.it
 

Users who are viewing this thread

Back
Alto