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Arriva la Nugtella, crema al gusto di marijuana


Mercoledì, 21 agosto 2013 - 12:45:00
Si chiama Nugtella, ma non è l'ennesimo plagio del made in Italy. Certo, la crema da spalmare è stata di ispirazione, ma il nuovo prodotto ha altre peculiarità: contiene marijuana. Sarà in vendita in California e non sarà accessibile a tutti. Perché verrà commercializzato a scopo terapeutico.
Non si troverà quindi negli scaffali dei supermercati a fare concorrenza all'originale Ferrero. Sarà disponibile in punti vendita specilizzati e acquistabile solo con ricetta medica.
Anche se la curiosità è tanta, quindi, saranno in pochi a poterla gustare. Secondo il produttore, la Organicares di San Jose, il gusto della crema alle nocciole ha un leggero retrogusto alla marijuana grazie all'aggiunta di un olio fatto con la cannabis


Video/ VIVIANI: Social Cannabis Club - Affaritaliani.it
 
che stupidaggine ... ci mancava solo di incrementare i dipendenti da droghe
già abbiamo la piaga dell'alcolismo vabbè
 
da Guarisce dal Cancro auto-guarendosi con la Cannabis | Il Salto Quantico - Blog Ufficiale

Guarisce dal Cancro auto-guarendosi con la Cannabis

La sua storia inizia nel 2002, quando in seguito ad un incidente sul lavoro inizia a soffrire di dolori alla testa.
Rick Simposon inizia a curarsi con medicinali che gli alleviano il dolore ma allo stesso tempo gli danno fastidiosi effetti collaterali.
Ricordatosi di ciò che aveva sentito in una trasmissione radiofonica riguardo l’utilizzo della cannabis in campo medico effettua qualche ricerca,
è così che si trova ad abbandonare l’utilizzo dei medicinali in quanto riscontra maggiori benefici con la cannabis, estraendo l’olio dai fiori ed assumendolo oralmente.

Qualche mese dopo, guarito dai dolori alla testa, gli vengono diagnosticati tre melanomi.
Un primo melanoma vicino all’occhio viene rimosso chirurgicamente, ma a distanza di una settimana questo compare più grande di prima.
E’ così che Rick decide di provare ad applicare l’olio di cannabis direttamente sulla pelle tramite dei cerotti.
I melanomi sono scomparsi e gli esami di controllo hanno constatato la sua guarigione dichiarandolo fuori pericolo.

Rick Simpson decide di coinvolgere case farmaceutiche ed autorità, ma il risultato non è dei più incoraggiandosi,
il Royal Canadian Legion chiude il centro di ricerca e produzione in quanto Simpson promuove l’utilizzo dell’olio di canapa, Simpson promuove l’utilizzo di “droga”.
O sarà forse che, essendo una pianta la canapa non può essere patentata, e questo non porta soldi nelle casse delle case farmaceutiche?

Sul sito Phoenix Tears maggiori informazioni riguardo l’olio di canapa.
Guarda le video testimonianze di Rick e di chi come lui si è curato con l’olio di canapa
Cancro Le Cure Rick Simpson e L' Olio di Marijuana 1 4.mp4 - YouTube
 
Discutiamo: La cannabis e il superamento della Fini-Giovanardi #LEX

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"La legge Fini-Giovanardi è un provvedimento intollerabile che ha creato solo un'assurda repressione nei confronti di chi fa uso di droghe leggere, ha contribuito all'emergenza carceraria e ha distolto le Forze dell'Ordine da impegni più importanti. Oggi il MoVimento 5 Stelle presenta una proposta che rappresenta il primo passo verso la modifica di questa legge
I punti principali della proposta:
1) Spostamento in Tabella II della "Cannabis Indica" tra le sostanze a blando effetto stupefacente, differenziandola quindi dalle droghe pesanti presenti in Tabella I. Si dimezzano in modo deciso le sanzioni penali per le sostanze previste in Tabella II
2) Rendiamo non punibile la coltivazione di max 4 piante di Cannabis Indica in un luogo indicato nel provvedimento autorizzativo vincolato al pagamento di una tassa di concessione governativa. Viene consentita la detenzione fuori da questo luogo, e la cessione a titolo gratuito di una quantità di max 5 g di sostanza per uso personale. Resta fermo il vincolo della maggiore età.
3) Eliminiamo l'arresto obbligatorio per le sostanze in Tabella II (inclusa la cannabis indica), per evitare che per modiche quantità si venga condotti in carcere. Inoltre si eliminano gli illeciti amministrativi per le sostanze della stessa tabella in modo da evitare intasamenti burocratici e gravi impedimenti, come la sospensione della patente di guida o sospensione del passaporto.
Sul portale LEX del M5S il testo può essere modificato seguendo i vostri consigli, proposte e critiche.
Partecipa!" Vittorio Ferraresi, M5S Camera
 
Torino, sì alla cannabis libera
E' la prima tra le grandi città

Il consiglio comunale approva l'appello al parlamento: "Bisogna passare da un impianto proibizionistico a uno di tipo legale della produzione e della distribuzione delle droghe leggere". Fino all'ultimo la legalizzazione era in forse, sotto l'incognita del voto moderato e cattolico del Pd
di GABRIELE GUCCIONE
Lo leggo dopo
Una manifestazione per la legalizzazione delle droghe leggere
Torino apre le porte alla cannabis, prima tra le grandi città d'Italia. Non che da oggi si possa consumare, produrre per il proprio uso e condividere tra amici la marijuana sul terrazzo di casa, come se si fosse a Montevideo o ad Amsterdam. Ma questo è il senso "politico" della richiesta, partita dalla Sala Rossa dopo il voto di ieri della Sala Rossa e indirizzata al Parlamento: "Passare da un impianto proibizionistico a uno di tipo legale della produzione e della distribuzione delle droghe leggere". Il testo è quello partorito con un ordine del giorno proposto da Marco Grimaldi di Sel e dai consiglieri Silvio Viale, Luca Cassiani e Lucia Centillo del Pd.
Fino all'ultimo la legalizzazione in salsa torinese era in forse, sotto l'incognita del voto moderato e cattolico del Pd, mentre sembrava più possibile l'approvazione di una seconda mozione pro-cannabis che si limitava ad allargarne l'uso terapeutico. Alla fine il via libera è arrivato. Un po' a sorpresa. Il Pd si è spaccato tra proibizionisti, astensionisti (tra questi anche il sindaco Fassino) e antiproibizionisti. Questi ultimi, per la verità, la maggior parte. Determinanti sono stati i voti favorevoli dei due Cinque stelle Chiara Appendino e Vittorio Bertola, aggiuntisi agli altri tredici consiglieri favorevoli del centrosinistra: oltre ai firmatari, Guido Alunno, Andrea Araldi, Mimmo Carretta, Gioacchino Cuntrò, Giusi La Ganga, Marta Levi, Laura Onofri, il capogruppo Michele Paolino e Beppe Sbriglio, ex Idv.
Grimaldi canta vittoria: "Torino è la prima grande città in Italia a pronunciarsi sull'abrogazione della legge Fini-Giovanardi e sulla legalizzazione delle cosiddette droghe leggere - dice - Vogliamo mettere fine alle politiche proibizionistiche che hanno solo regalato ai narcotrafficanti centinaia di miliardi di euro, e togliere dall'illegalità centinaia di migliaia di cittadini". Il radicale Silvio Viale ricorda: "Già nel 1996 la Sala Rossa aveva votato un ordine del giorno: sono passati 17 anni ma la politica ha fatto l'opposto, ipocritamente".
Assieme all'opposizione di centrodestra, perché "un conto è depenalizzare, un altro è legalizzare", contraria anche la cattolica del Pd, Domenica Genisio. Con lei hanno votato "no" anche i moderati Michele Dell'Utri, Rocco Lospinuso, Giovanni Porcino e il presidente Giovanni Maria Ferraris. Fassino, insieme con i democratici Alessandro Altamura, Marco Muzzarelli e e Gianni Ventura si sono astenuti e così ha fatto anche la "moderata" Piera Levi-Montalcini.
Fortemente avversi il vicepresidente del Consiglio, il ciellino Silvio Magliano del Ncd, e i colleghi di Lega e Fratelli d'Italia. "È incredibile che la stessa sinistra, puritana su alcol, gioco d'azzardo e tabagismo, rispolveri una doppia morale a uso e consumo di un antiproibizionismo diretto a proclamare lo spaccio di Stato" ha

attaccato il capogruppo di Fdi, Maurizio Marrone, ricordando "i tanti giovani in comunità per il difficile e lungo percorso di disintossicazione dalle droghe". E Fabrizio Ricca, della Lega, ha aggiunto: "La liberalizzazione delle droghe leggere non è sicuramente una priorità per la nostra città. Ma visto che la maggioranza in questo momento lo considera un problema di importanza fondamentale, dichiariamo la nostra contrarietà".
 
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[FONT=&quot] Ciao lina,

In Italia una legge del 2006 voluta da Gianfranco Fini e Carlo Giovanardi ha equiparato l'hashish e la marijuana a cocaina ed eroina. Sono un medico e ho coltivato marijuana a fini terapeutici e di ricerca: per questo la Fini-Giovanardi, sulla cui legittimità verrà presto pronunciato un verdetto dalla Corte Costituzionale, mi ha fatto finire in carcere.


Al 30 settembre 2013 su circa 64 mila detenuti ben 25 mila erano dentro per la violazione della legge sulla droga. Nel 2012 secondo il Dipartimento delle politiche antidroga il 77 per cento delle segnalazioni fatte dai prefetti ai Sert competenti ha riguardato la cannabis.


La criminalità organizzata inoltre, gestisce da sempre parte importante dei traffici e della vendita delle droghe leggere.


Il prossimo 11 febbraio la Corte Costituzionale a seguito di un’ordinanza della Corte di Appello di Roma e della Cassazione, affronterà la questione della legittimità costituzionale della legge Fini-Giovanardi e deciderà se abolire o meno la norma che ha parificato le pene per la detenzione e lo spaccio delle droghe leggere a quelle previste per la detenzione e lo spaccio delle droghe pesanti. La Corte di Appello ha posto dubbi di legittimità costituzionale della legge Fini Giovanardi sotto l’aspetto procedurale, di merito e di violazione della normativa europea (dove per le sanzioni penali relative alle droghe pesanti e leggere viene delineato un regime sanzionatorio diverso, in quanto il loro grado di dannosità è differente).


Mi chiamo Fabrizio e sono un medico specializzato in chirurgia vascolare. Ho iniziato a coltivare per ricerche terapeutiche e per curarmi dall’epatite C, contratta sul lavoro nel 1997, quando operai in emergenza a bordo dell’ambulanza un paziente col virus. Dopo essermi autodenunciato per coltivazione di cannabis, sono stato arrestato per mesi in attesa di giudizio e dunque condannato a 6 anni e al pagamento di 30mila euro di multa più le spese processuali, con interdizione perpetua dai pubblici uffici.


In Italia con la legge Fini-Giovanardi abbiamo riempito le carceri e alimentato il traffico illegale. Depenalizzando la coltivazione domestica di cannabis e il possesso di quantità medie di droghe svuoteremmo le carceri. Chiedo che venga abolita la norma che ha parificato il trattamento sanzionatorio di droghe leggere e droghe pesanti.

L’abuso di droghe leggere produce indubbiamente effetti nocivi, ma non in maggior misura di quelli determinati dall’abuso di alcol e tabacco. Nel 2013 gli Stati di Washington e Colorado negli USA hanno legalizzato attraverso un referendum popolare il consumo personale di marijuana e in Uruguay a breve la marijuana verrà venduta direttamente sui banconi della farmacia. Si calcola che, lo Stato del Colorado, guadagnerà circa 60milioni di dollari grazie al commercio legale di cannabis, il quale comporterà una notevole diminuzione dell’importazione di marijuana dal Messico, e quindi la distruzione di un importante mercato illegale.



Perché non intraprendere anche in Italia una politica di riduzione delle pene per la detenzione delle droghe leggere, fino alla completa cancellazione delle sanzioni amministrative per i consumatori dei derivati della cannabis? Normare la distinzione del trattamento sanzionatorio tra droghe leggere e droghe pesanti svuoterebbe le carceri e danneggerebbe seriamente la criminalità organizzata, in favore di un guadagno delle casse dello Stato.

Chiedi insieme a me alla Corte Costituzionale di dichiarare la Fini-Giovanardi illeggittima.


Fabrizio Cinquini via Change.org
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Torino, sì alla cannabis libera
E' la prima tra le grandi città

Il consiglio comunale approva l'appello al parlamento: "Bisogna passare da un impianto proibizionistico a uno di tipo legale della produzione e della distribuzione delle droghe leggere"

stanno discutendo anche la modifica architettonica :lol: :lol: :lol:

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Svolta sulla cannabis terapeutica
“Ricette anche dai medici di base”



Il governo non impugna la legge promulgata dalla Regione Abruzzo
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AFP









Il Governo non ha impugnato la legge sui cannabinoidi promulgata nello scorso gennaio dalla Regione Abruzzo nella quale è prevista l’erogazione su ricetta medica dei farmaci galenici a base di cannabinoidi. È quanto si apprende da fonti del Governo. La decisione conferma di fatto l’orientamento positivo all’uso di cannabis per uso terapeutico.

«Questa è una vittoria del buon senso perché già il ministero aveva autorizzato l’uso terapeutico e l’Abruzzo diventa capofila perché lo ha disciplinato», commenta il regionale Maurizio Acerbo (Prc), che ha presentato la legge. «Perfino Giovanardi - spiega Acerbo - è favorevole all’uso medico dei cannabinoidi, ma queste buone intenzioni fino ad oggi non erano operative».

Secondo la legge promulgata in Abruzzo lo scorso gennaio, in base al piano terapeutico redatto da un medico specialista, i cannabinoidi potranno essere prescritti anche dai medici di base. «Una scelta strategica», dice il consigliere abruzzese di Prc, Maurizio Acerbo, autore della legge.

«Affidare anche ai medici di base la prescrizione dei cannabinoidi per le cure terapeutiche, è una scelta strategica della nostra legge», dice Acerbo spiegando che un altro degli aspetti qualificanti «è la possibilità di trattamento anche domiciliare». La `legge Acerbo´ prevede inoltre che la Giunta regionale possa stabilire convenzioni con centri attrezzati per la produzione e la preparazione dei farmaci. L’iter di approvazione regionale è partito l’11 settembre 2013 mentre la promulgazione è del 4 gennaio scorso.


La Stampa - Svolta sulla cannabis terapeutica ?Ricette anche dai medici di base?
 

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