ABBIAMO DUE VITE: LA SECONDA INIZIA QUANDO CI RENDIAMO CONTO DI AVERNE SOLO UNA

attenzione degli investitori ancora rivolta alla vicenda Deutsche Bank.

La notizia uscita venerdi' secondo cui le autorita' giudiziarie americane sarebbero disposte a ridurre a 5,4 miliardi di dollari la multa da 14 miliardi ricevuta dall'istituto di Francoforte per le proprie condotte nell'ambito della vicenda dei mutui subprime, aveva favorito il rimbalzo del titolo.

Ma i problemi per la maggiore banca tedesca non sembrano ancora superati, a partire dall'elevata esposizione in derivati. E' cominciata a circolare, inoltre, un'ulteriore indiscrezione sul fatto che la Duetsche abbia fatto una grande scommessa sui tassi che comporterebbe un'elevata perdita se i tassi rimanessero ai livelli attuali.

Sul fronte macro, invece, l'attenzione e' rivolta all'attivita' del settore manifatturiero. Alle 16:00 verra' infatti diffuso l'indice ISM prezzi del settore manifatturiero di settembre, considerato un misuratore economico affidabile e atteso a 50,3 dopo essere calato al minimo di sette mesi di 49,4 ad agosto.

Se l’indice presenta un valore inferiore al 50, a seguito di un decremento dell’attivita', tende a indicare una recessione economica, soprattutto se la tendenza si protrae per diversi mesi. Un valore sostanzialmente superiore al 50 indica un periodo di crescita economica.
 
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Buongiorno .....questo è un deja vu dalle nostre parti .......
Infelice la battuta di Sanders. Chiunque ha avuto una perdita - e non solo i milionari - possono usufruire del recupero delle perdite....avviene anche in Italia.

La sinistra americana ora ha davvero paura: lo dimostra il fatto che la possente macchina del fango avviata dai poteri forti Usa
contro il candidato repubblicano alla Casa Bianca Donald Trump non si ferma, anzi, trova sempre più argomenti, molti francamente risibili contro il legittimo concorrente alla Casa Bianca.

Il sedicente scoop della tasse evase si è rivelato privo di fondamento, per stessa ammissione dei dem,
e si cercano altre strade per colpire Trump: secondo le ultime “rivelazioni”, ora l’uomo d’affari repubblicano avrebbe fatto affari non solo con Cuba ai tempi di Fidel Castro, violando l’embargo,
ma anche con l’Iran, affittando a una banca di Teheran un ufficio a New York dal 1998 al 2003. Una banca nella “lista nera” Usa delle istituzioni iraniane legate al terrorismo e al programma nucleare.
Lo svela tale “Consorzio internazionale dei giornalisti investigativi”, a cui aderiscono testate come il New York Times – che dell’anti-trumpismo ha fatto una crociata fanatica – e il Guardian.

La polemica è ridicola, perché ovviamente Trump non può sapere a chi sono affittate le mura dei suoi locali, soprattutto se vengono affittate da società di servizi terze.

Persino Sanders “assolve” Trump dalle false accuse
Sulle presunte tasse evase, come si è detto, finisce tutto in una bolla di sapone: Trump non ha commesso alcuna illegalità, e lo dice uno dei suoi più agguerriti rivali:
il sistema fiscale è sbagliato, secondo Bernie Sanders, se è vero che Donald Trump ha potuto legalmente evitare di pagare tasse federali per quasi due decenni.
Il senatore liberal ex rivale di Hillary Clinton nelle primarie sintetizza così il messaggio che a suo avviso si trae dalle “rivelazioni” dello schieratissimo New York Times
circa le dichiarazioni dei redditi del candidato repubblicano:
«Indica solo che abbiamo un sistema sbagliato, che da una parte dice alle persone comuni che sono tenute a pagare le tasse
e dall’altra se si è milionari ci sono una serie di scappatoie che si possono utilizzare e che consentono di non pagare nulla».

Di diverso avviso, ma la sostanza è la stessa, l’ex sindaco di New York Rudolph Giuliani che sostiene il miliardario candidato per la presidenza Usa:
«Donald Trump un genio nell’usufruire degli enormi benefici fiscali messi in evidenza dai documenti di cui il New York Times è venuto in possesso (sembra in modo illegale, nda) e ha resi pubblici per primo.
Sarebbe stato sciocco a non approfittarne», ha spiegato Giuliani, aggiungendo che quanto Trump ha fatto «è perfettamente legale».
 
Toccato il fondo. Si raschia il barile. Ma chi ha cervello si schiera.......
Per la cronaca, i documenti richiesti sono quelli relativi all’iscrizione nel registro degli indagati (per abuso di ufficio) di Pizzarotti.
– nel frattempo assolto – .

«Pizzarotti è uscito da M5s. Sono contento e specialmente per lui. Spero che si goda i suoi 15 minuti di celebrità.
E terminati quelli, spero renda pubblici il prima possibile i documenti che gli sono stati richiesti il sei giugno e che non ha ancora fornito».
 
Il codice di comportamento M5S firmato dal sindaco Virginia Raggi e dai consiglieri “non può avere alcun effetto pratico.
Non solo è all’evidenza incostituzionale, ma nessun tribunale civile si sognerebbe mai di obbligare chi ha firmato questo Codice a versare 150 mila euro al Movimento 5 Stelle o ai suoi garanti”.

Sul piano giuridico, sottolinea, se il sindaco o gruppi di consiglieri M5S dovessero differenziare il loro comportamento da quello del Movimento non ci sarebbero conseguenze.
“Non ci sono gli estremi giuridici per costringere un eletto a pagare qualcosa alla formazione con la quale si è presentato alle elezioni.
Il Movimento 5 Stelle non ha alcun potere giuridico per costringere i firmatari del Codice a pagare o a comportarsi diversamente dalla loro propria volontà.
Né tantomeno a restare per sempre nel gruppo. Diverso, ovvio, è il discorso politico”.

“Il Codice è un documento interno di una formazione politica. E fin qui è utile perché quando chiede a chi lo firma di dichiarare
di non aver riportato condanne penali e di non essere affiliato a società criminali aiuta l’ elettore a capire per chi vota”, afferma il giurista.

“Ma gli eletti, come stabilisce la Costituzione, rappresentano tutto il corpo elettorale e le istituzioni in quanto tali.
La Costituzione stabilisce che gli eletti non hanno vincolo di mandato.
Dunque nessun partito può stabilire regole vincolanti che finiscono per disciplinare non la vita interna della formazione politica ma quella delle istituzioni.
Da questo punto di vista le regole del Codice M5S non solo appaiono in alcuni punti bizzarre e criticabili ma sono semplicemente nulle”.
 
...............il nuovo che avanza.


Entrambi uomini i due nuovi ministri della Raggi. Ed entrambi uomini…per tutte le stagioni.

L’ultima malignità (?) del web riguarda Andrea Mazzillo, neo ministro capitolino al Bilancio.
Curriculum dice “commercialista” e docente universitario oltre che dipendente in aspettativa di Equitalia. La terza è qualifica incontestata.
Il web dice invece che a ricerca su Albo commercialista Mazzillo Andrea non risulta e che cattedra a Tor Vergara Università non c’è.
Ma in fondo sono minuzie, inezie, malignità…

Assodato invece è il percorso politico/ideale di Mazzillo:
prima in una lista civica pro Veltroni ai tempi di Veltroni,
poi a sostegno di Zingaretti oggi Presidente Pd Regione Lazio,
non negandosi un momento di vicinanza con Marchini Alfio tramite Alessio Onorato che di Marchini è il braccio destro.
Quindi, finalmente, Virginia Raggi. Virginia, prima ancora che M5S.
 

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