Cell Therapeutics (CTIC) ADC Cell Therapeutics (12 lettori)

menek

Nuovo forumer
Salve a lei :up:

Cell Therapeutics ha fornito l’aggiornamento mensile sulla struttura patrimoniale. A fine dicembre la posizione finanziaria netta della società biotech era positiva per 43,1 milioni di dollari, in miglioramento rispetto ai 26,62 milioni di fine novembre.
Nel mese di dicembre Cell Therapeutics ha contabilizzato una perdita di 16,67 milioni di dollari, rispetto al passivo di 5,21 milioni del mese precedente. Sempre a dicembre i costi relativi alla ricerca e sviluppo sono stati pari a 3 milioni di dollari.

ciao tuccio come va .. gia ti seguivo in altri forum :)
 

tucciotrader

Trader Calabrese


Grazie :up:

Alcune banche hanno incrementato la loro quota, anche se, per me, una banca che ha solo 1 milione di azioni Cell in ptf sta facendo una scommessa e non un investimento a lungo termine. Come ad esempio stanno facendo altri fondi come Vanguard etc...

Se si va giù, si va giù tutti in sieme, retail e mani forti.

Notare anche che con un outstanding di 225 milioni di azioni, il titolo ne movimenta in media 2 milioni al giorno, dove il 90% sono macchinette.

Chi ha le Cell se le tiene ben strette ;)
 

tucciotrader

Trader Calabrese
Mi segnalano un messaggio shock sul fol (verità/leggende da sfatare, oppure no?) :D

Ancora una volta vi avverto: «ognuno con le proprie idee ognuno con le proprie tasche» :up:


 

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aragingo

Forumer attivo
Il mio pensiero su cell

Da tempo studio Cell Therapeutics più che per le azioni che detengo, come un “caso” finanziario speciale, forse unico.
Mi affascina capire dove vuole andare questa azienda ma, ancor di più, cosa vuole ottenere il CEO che si è costruito una carriera ed un patrimonio personale, sulla possibile approvazione di un farmaco.
Poco importa se il farmaco funziona o meno. È una storia che mi fa sempre pensare al leggendario cavallo di Troia.
Le banalità scritte su questo titolo sono da considerarsi frutto del “villaggio globale” di Internet.
Già! Venti anni fa’ avremmo atteso un commento su un giornale finanziario e, magari invano.
Voglio dire che l’apporto di ognuno, a cominciare dal mio, ha seguito linee di pensiero diverse che spesso hanno acceso la fantasia di chi ha poco chiare le vicende di CTI.
Allo stato attuale, sento il bisogno di divulgare il mio punto di vista.
Mi ero immaginato che tra il parere dell’Odac in America e quello del CHMP in Europa ci potesse stare l’operazione principe di buyout o di partnership. Il fatto che la FDA avesse anticipato il meeting dell’ODAC mi faceva supporre che il socio latente, quello che comprerà 100milioni d’azioni al prezzo fisso di US$ 1.00, stesse spingendo per la soluzione della NDA (New Drug Application).
D’altra parte, chi parla del motivo per cui CTI ha ritirato la domanda, attribuendolo al fatto che già la prima volta Cell si era presentata con un numero di pazienti studiato inferiore a quelli richiesti dall’agenzia americana, dimentica che la CTI ha fatto un ricorso e che questo ricorso è stato accettato con formula ampia. Cioè, tutta la documentazione già presentata è stata accordata come valida, ma necessaria di radiografie che confermassero visivamente quanto descritto a parole. Finiamola, quindi, di dire sciocchezze. La FDA non ha mai richiesto per la NDA di aumentare il numero degli “arruolati”.
I più attenti ricorderanno pure che la CTI ha sottoposto le radiografie a due gruppi di esperti indipendenti che hanno valutato, ante ODAC, le lastre, definendole dimostrazioni “definitive” sull’efficacia del Pixantrone.
Dunque, Cell era pronta ad affrontare l’ODAC. Ma, all’ultimo minuto ha fatto quello che già fece nel 2009 in Europa: ritirò la domanda. Va da se che l’annunciata ripresentazione della domanda comporterà ricominciare daccapo e cioè con quella documentazione che era già stata presentata ed accettata. Insomma, un iter tutto nuovo.
Si attende allora il parere del CHMP necessario all’EMEA.
La prima cosa che dovrebbe far riflettere tutti sta nel chiedersi perché le due agenzie hanno posto domande finali, una diversa dall’altra. Già, questo è molto strano, considerato che si tratta dello stesso farmaco.
Punti di vista diversi? Conclusioni diverse?
Anche l’ultima domanda del CHMP ha avuto una risposta che CTI ha anticipato al meeting dell’ASH e cioè che non c’è alcuna controindicazione per i pazienti (terminali) già trattati con rituximab, che è il farmaco leader per il Linfoma non Hodgkin. Se la risposta ha soddisfatto i congressisti dell’ASH, dovrebbe convincere pure i componenti del CHMP.
L’uso del condizionale non è assolutamente casuale. Già abbiamo assistito ad uno slittamento di data per il parere CHMP e adesso sia per logica, sia per stessa ammissione di CTI l’opinione dovrebbe essere espressa nel meeting che si terrà dal 14 al 16 di questo mese.
Per quanto possa essere una conquista da parte di Cell, non è l’approvazione europea quella che potrà determinare la vendibilità del brevetto o dell’azienda stessa. I possibili ricavi europei di un farmaco approvato per l’immissione sul mercato (cosa diversa di un farmaco approvato e definito come farmaco di prima linea), sono effettivamente limitati. Certo, l’eventuale decisione positiva potrà avvantaggiare o meglio influenzare le future decisioni della FDA; ma che cosa accadrà nell’immediato rispetto al prospettato buyout o rispetto alla possibile partnership?
C’è una linea sottile tra la convenienza ad una approvazione della MAA in Europa e il ritiro della stessa domanda, convenuto, adesso mi azzardo ad esprimere un’ipotesi fantastica, con Novartis.
Infatti, io penso che il ritiro della domanda alla FDA non sia stata una “pensata” di Bianco ma di coloro che dovranno vendere il Pixantrone o Pixvri che dir si voglia.
D’altra parte, Cell ha appena affittato oltre 2200 metri quadri di nuovi uffici a Seattle. Segno che prevedono di restare “nel giro”.
Allora, vi chiederete, cosa voglio dire? Voglio dire che nulla è dato per scontato. Se il farmaco avrà un parere positivo il titolo potrebbe rimbalzare, per forza dell’emotività, anche del 100%, ma saremmo ben lontani da quelle quotazioni sussurrate sotto voce a Seattle, prima che venisse ritirata la domanda alla FDA.
Per quanto sia trascorso oltre un decennio dall’inizio della storia, con 15 miliardi di dollari bruciati nel frattempo, per mia opinione la storia di Cell e dell’italianissimo Pixantrone è solo appena iniziata.
 

tucciotrader

Trader Calabrese
Da tempo studio Cell Therapeutics più che per le azioni che detengo, come un “caso” finanziario speciale, forse unico.
Mi affascina capire dove vuole andare questa azienda ma, ancor di più, cosa vuole ottenere il CEO che si è costruito una carriera ed un patrimonio personale, sulla possibile approvazione di un farmaco.
Poco importa se il farmaco funziona o meno. È una storia che mi fa sempre pensare al leggendario cavallo di Troia.
Le banalità scritte su questo titolo sono da considerarsi frutto del “villaggio globale” di Internet.
Già! Venti anni fa’ avremmo atteso un commento su un giornale finanziario e, magari invano.
Voglio dire che l’apporto di ognuno, a cominciare dal mio, ha seguito linee di pensiero diverse che spesso hanno acceso la fantasia di chi ha poco chiare le vicende di CTI.
Allo stato attuale, sento il bisogno di divulgare il mio punto di vista.
Mi ero immaginato che tra il parere dell’Odac in America e quello del CHMP in Europa ci potesse stare l’operazione principe di buyout o di partnership. Il fatto che la FDA avesse anticipato il meeting dell’ODAC mi faceva supporre che il socio latente, quello che comprerà 100milioni d’azioni al prezzo fisso di US$ 1.00, stesse spingendo per la soluzione della NDA (New Drug Application).
D’altra parte, chi parla del motivo per cui CTI ha ritirato la domanda, attribuendolo al fatto che già la prima volta Cell si era presentata con un numero di pazienti studiato inferiore a quelli richiesti dall’agenzia americana, dimentica che la CTI ha fatto un ricorso e che questo ricorso è stato accettato con formula ampia. Cioè, tutta la documentazione già presentata è stata accordata come valida, ma necessaria di radiografie che confermassero visivamente quanto descritto a parole. Finiamola, quindi, di dire sciocchezze. La FDA non ha mai richiesto per la NDA di aumentare il numero degli “arruolati”.
I più attenti ricorderanno pure che la CTI ha sottoposto le radiografie a due gruppi di esperti indipendenti che hanno valutato, ante ODAC, le lastre, definendole dimostrazioni “definitive” sull’efficacia del Pixantrone.
Dunque, Cell era pronta ad affrontare l’ODAC. Ma, all’ultimo minuto ha fatto quello che già fece nel 2009 in Europa: ritirò la domanda. Va da se che l’annunciata ripresentazione della domanda comporterà ricominciare daccapo e cioè con quella documentazione che era già stata presentata ed accettata. Insomma, un iter tutto nuovo.
Si attende allora il parere del CHMP necessario all’EMEA.
La prima cosa che dovrebbe far riflettere tutti sta nel chiedersi perché le due agenzie hanno posto domande finali, una diversa dall’altra. Già, questo è molto strano, considerato che si tratta dello stesso farmaco.
Punti di vista diversi? Conclusioni diverse?
Anche l’ultima domanda del CHMP ha avuto una risposta che CTI ha anticipato al meeting dell’ASH e cioè che non c’è alcuna controindicazione per i pazienti (terminali) già trattati con rituximab, che è il farmaco leader per il Linfoma non Hodgkin. Se la risposta ha soddisfatto i congressisti dell’ASH, dovrebbe convincere pure i componenti del CHMP.
L’uso del condizionale non è assolutamente casuale. Già abbiamo assistito ad uno slittamento di data per il parere CHMP e adesso sia per logica, sia per stessa ammissione di CTI l’opinione dovrebbe essere espressa nel meeting che si terrà dal 14 al 16 di questo mese.
Per quanto possa essere una conquista da parte di Cell, non è l’approvazione europea quella che potrà determinare la vendibilità del brevetto o dell’azienda stessa. I possibili ricavi europei di un farmaco approvato per l’immissione sul mercato (cosa diversa di un farmaco approvato e definito come farmaco di prima linea), sono effettivamente limitati. Certo, l’eventuale decisione positiva potrà avvantaggiare o meglio influenzare le future decisioni della FDA; ma che cosa accadrà nell’immediato rispetto al prospettato buyout o rispetto alla possibile partnership?
C’è una linea sottile tra la convenienza ad una approvazione della MAA in Europa e il ritiro della stessa domanda, convenuto, adesso mi azzardo ad esprimere un’ipotesi fantastica, con Novartis.
Infatti, io penso che il ritiro della domanda alla FDA non sia stata una “pensata” di Bianco ma di coloro che dovranno vendere il Pixantrone o Pixvri che dir si voglia.
D’altra parte, Cell ha appena affittato oltre 2200 metri quadri di nuovi uffici a Seattle. Segno che prevedono di restare “nel giro”.
Allora, vi chiederete, cosa voglio dire? Voglio dire che nulla è dato per scontato. Se il farmaco avrà un parere positivo il titolo potrebbe rimbalzare, per forza dell’emotività, anche del 100%, ma saremmo ben lontani da quelle quotazioni sussurrate sotto voce a Seattle, prima che venisse ritirata la domanda alla FDA.
Per quanto sia trascorso oltre un decennio dall’inizio della storia, con 15 miliardi di dollari bruciati nel frattempo, per mia opinione la storia di Cell e dell’italianissimo Pixantrone è solo appena iniziata.

:bow: :bow: :bow: :bow: :bow:
 

s66

Forumer attivo
vedendo cosa c'è in giro per trattare il linfoma ? la solita marciume di chemio :eek::eek::eek: dico che se viene approvata anche solo in europa ? non c'è prezzo che tenga in confronto a dove sta in questo momento ! è ripeto : vedendo cosa sia successo alla drendon con il farmaco sulla prostata cancrizzata ? rimango allibito alla quotazione borsistica ! :ciao:
 

aragingo

Forumer attivo
Per S66

[dico che se viene approvata anche solo in europa ?]

Gentile S66,

credo di non essermi spiegato bene.
Cercavo d'inquadrare Cell nel suo business attuale (indipendentemente dal valore curativo del suo farmaco).
Mettendo la faccenda sul piano spietato del business, un farmaco di prima linea ha una vendibilità massima. Uno di terza linea, occorre vedere chi lo paga. Mi riferisco ovviamente ad ospedali e varie strutture pubbliche. Se penso all'Italia poi...
E' ovvio che una volta approvata la commercializzazione ed una volta dimostrata la sua efficacia tutto verrà da se. Ma per questo ci vuole del tempo e il sostegno di una potente bigpharma.
Questo non è il mio pensiero ma quello che di solito accade ad un prodotto di terza linea. Non vorrei che si equivocasse.
Uno dei migliori titoli nel mio portafoglio, Jazz, ha iniziato a salire nell'istante in cui la FDA gli ha bocciato un farmaco e da allora non si è mai fermato. Quindi, ogni storia è un fatto a se stante.
Comunque, anche nel mio interesse, mi auguro di sbagliarmi.
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