Il lutto nazionale è uno schiaffo.
Che schifo
Per me non è lutto nazionale. Mi rifiuto di piangere chi ha cambiato politica e televisioni, un’intera società, in peggio. Concusso con chiunque portasse il peggio, mafia, loggia p2. Uno che ha creato un impero del male, del cattivo gusto, della misoginia all’ennesima potenza. Un circo Barnum di gentaglia spoglia di anima e cervello, assuefatta a ogni vergogna e bieca azione, pronti a tutto, venditori di tutto a qualunque prezzo.
Il regno del porta a porta di anime, l’osannazione dell’ignoranza becera, della paccottiglia, del sovvertimento dei valori. Il paese dei corrotti, dei compromessi. La morte civile della dignità. Mi rifiuto di dire che questo uomo, sorretto da altri uomini, piccoli come lui, possa essere onorato come un gigante. Uno schiaffo morale a chi ha combattuto per giustizia e libertà ( due parole ormai involgarite, soprattutto da lui)
Giustizia e libertà, due valori altissimi, due condizioni eccelse calpestate da decenni, che hanno acquisito un’accezione negativa, stantia, retorica. O da sognatori.
Non posso più, banalmente, gioire del mio paese, in un anelito campanilistico, senza frenarmi dal pensare a quel partito osceno di donnine - bamboline e panzoni ingessati, trasudanti servilismo e ignoranza.
Non piango, e ruggisco di indignazione.
Ha avuto tutto e tutti. Ha tolto tutto a TUTTI, anche la lucidità di dire: non merita, non ha meritato, non meriterà.