Hanno un'identità culturale fortissima e di cui sono incredibilmente fieri, con alcuni aspetti di globalizzazione che a me parvero persino "sani", per esempio per quel che riguarda il cibo. A Tokyo c'è una quantità di ristoranti tale che pare tu non possa visitarli tutti in una vita, mangiando fuori a colazione, pranzo e cena. Trovi davvero di tutto, dal congolano allo svedese, anche perché di solito sono micro-ristoranti da 4-5 coperti (!!!). Ma sai cosa? Le "trattorie" giapponesi sono davvero trattorie, non pretenziose, sempre piene di abituali, e ne trovi a bizzeffe.
Sul cibo non si smuovono, non mangiano carne di cane, ma trovi specialità bizzarre (per esempio carne di balena ne ho mangiato - a mia discolpa, non lo sapevo, altrimenti ne avrei fatto a meno per motivi etici - così come il pesce "fermentato"). Il cibo italiano va ancora per la maggiore (credo sia secondo o terzo in termini numerici, dopo, ça va sans dire, giapponese e, credo, indiano), ma lo si vede come la cena per una volta, non abituale
Cucinano poco, per motivi sociali pranzano e cenano spesso fuori.
Ci sono delle sfumature maschiliste, ma questo all'occhio di un occidentale: proprio perche' non si sono uniformizzati, e' una cosa che loro non avvertono come tale.
Adorano i vestiti tradizionali per davvero, chi si veste all'occidentale, specialmente quanti lavorano nelle imprese, lo fa con un'eleganza e un buon gusto che vorrei rivedere nelle nostre strade: vesti dai tagli semplici e colori pastello, senza menate o marchi ostentati
E'un paese di una sicurezza e pulizia disarmante: il cesso della piu' frequentata stazione del mondo (o una delle piu' frequentate) a Shibuya era piu' pulito di quello di casa mia!
Sono minimalisti in tutto, le case sono letteralmente spoglie se viste con i nostri canoni (hai presente il cartone Doraemon? sono cosi!)
I letti li trovi negli alberghi, loro solo futon (e ci credo, con quegli spazi)
Sono sempre cordiali e simpatici, anche se la barriera linguistica li inibisce moltissimo (a torto, molti di loro parlano un inglese piu' che decente, ma un giapponese le cose o le fa benissimissimo o si nasconde; una cassiera di un supermercato, solo dopo circa un 3-4 mesi che ci andavo, prese coraggio e inizio' a parlarmi in un italiano perfetto!!!)
Proprio perche' non si sono piegati all'americanizzazione, per un occidentale puo' talvolta essere complicato abituarsi: passaci 2-3 mesi e ti pare fantastico, io in 2 anni ho avuto dei momenti di "disagio psichico", forse - anzi, certamente - a causa di problemi affettivi. Ma sai cosa? Se non fosse per la scuola, io ora come ora, con piu' stabilita', ci tornerei con l'erede per 6-12 mesi (piu' probabilmente ne approfittero' per star fuori un 2-3 mesi, visto e considerato che ancora ne ho parecchi di collaboratori da quelle parti)