Affari e scoperte: mercatini, negozi, aste, eredità ...

Un po’ di tempo fa, Red mi chiese qualche storia dal Sol Levante e ne ho approfittato…
Troppo prolisso, vero? 😔
Chiedo venia
Figurati muoio dalla voglia di sapere come vivono in quelle remote parti del mondo. Si sono occidentalizzati (=americanizzati) come noi o hanno saputo mantenere un barlume di identità e cultura propri? Da questa parte del mondo riceviamo solo informazioni distorte, come se trascorressero il tempo a mangiare insetti, carne di cane, a fare stranezze sessuali. Magari anche in Corea del Nord non è poi tutto così strano.
 
Hanno un'identità culturale fortissima e di cui sono incredibilmente fieri, con alcuni aspetti di globalizzazione che a me parvero persino "sani", per esempio per quel che riguarda il cibo. A Tokyo c'è una quantità di ristoranti tale che pare tu non possa visitarli tutti in una vita, mangiando fuori a colazione, pranzo e cena. Trovi davvero di tutto, dal congolano allo svedese, anche perché di solito sono micro-ristoranti da 4-5 coperti (!!!). Ma sai cosa? Le "trattorie" giapponesi sono davvero trattorie, non pretenziose, sempre piene di abituali, e ne trovi a bizzeffe.
Sul cibo non si smuovono, non mangiano carne di cane, ma trovi specialità bizzarre (per esempio carne di balena ne ho mangiato - a mia discolpa, non lo sapevo, altrimenti ne avrei fatto a meno per motivi etici - così come il pesce "fermentato"). Il cibo italiano va ancora per la maggiore (credo sia secondo o terzo in termini numerici, dopo, ça va sans dire, giapponese e, credo, indiano), ma lo si vede come la cena per una volta, non abituale
Cucinano poco, per motivi sociali pranzano e cenano spesso fuori.
Ci sono delle sfumature maschiliste, ma questo all'occhio di un occidentale: proprio perche' non si sono uniformizzati, e' una cosa che loro non avvertono come tale.
Adorano i vestiti tradizionali per davvero, chi si veste all'occidentale, specialmente quanti lavorano nelle imprese, lo fa con un'eleganza e un buon gusto che vorrei rivedere nelle nostre strade: vesti dai tagli semplici e colori pastello, senza menate o marchi ostentati
E'un paese di una sicurezza e pulizia disarmante: il cesso della piu' frequentata stazione del mondo (o una delle piu' frequentate) a Shibuya era piu' pulito di quello di casa mia!
Sono minimalisti in tutto, le case sono letteralmente spoglie se viste con i nostri canoni (hai presente il cartone Doraemon? sono cosi!)
I letti li trovi negli alberghi, loro solo futon (e ci credo, con quegli spazi)
Sono sempre cordiali e simpatici, anche se la barriera linguistica li inibisce moltissimo (a torto, molti di loro parlano un inglese piu' che decente, ma un giapponese le cose o le fa benissimissimo o si nasconde; una cassiera di un supermercato, solo dopo circa un 3-4 mesi che ci andavo, prese coraggio e inizio' a parlarmi in un italiano perfetto!!!)
Proprio perche' non si sono piegati all'americanizzazione, per un occidentale puo' talvolta essere complicato abituarsi: passaci 2-3 mesi e ti pare fantastico, io in 2 anni ho avuto dei momenti di "disagio psichico", forse - anzi, certamente - a causa di problemi affettivi. Ma sai cosa? Se non fosse per la scuola, io ora come ora, con piu' stabilita', ci tornerei con l'erede per 6-12 mesi (piu' probabilmente ne approfittero' per star fuori un 2-3 mesi, visto e considerato che ancora ne ho parecchi di collaboratori da quelle parti)
 
Hanno un'identità culturale fortissima e di cui sono incredibilmente fieri, con alcuni aspetti di globalizzazione che a me parvero persino "sani", per esempio per quel che riguarda il cibo. A Tokyo c'è una quantità di ristoranti tale che pare tu non possa visitarli tutti in una vita, mangiando fuori a colazione, pranzo e cena. Trovi davvero di tutto, dal congolano allo svedese, anche perché di solito sono micro-ristoranti da 4-5 coperti (!!!). Ma sai cosa? Le "trattorie" giapponesi sono davvero trattorie, non pretenziose, sempre piene di abituali, e ne trovi a bizzeffe.
Sul cibo non si smuovono, non mangiano carne di cane, ma trovi specialità bizzarre (per esempio carne di balena ne ho mangiato - a mia discolpa, non lo sapevo, altrimenti ne avrei fatto a meno per motivi etici - così come il pesce "fermentato"). Il cibo italiano va ancora per la maggiore (credo sia secondo o terzo in termini numerici, dopo, ça va sans dire, giapponese e, credo, indiano), ma lo si vede come la cena per una volta, non abituale
Cucinano poco, per motivi sociali pranzano e cenano spesso fuori.
Ci sono delle sfumature maschiliste, ma questo all'occhio di un occidentale: proprio perche' non si sono uniformizzati, e' una cosa che loro non avvertono come tale.
Adorano i vestiti tradizionali per davvero, chi si veste all'occidentale, specialmente quanti lavorano nelle imprese, lo fa con un'eleganza e un buon gusto che vorrei rivedere nelle nostre strade: vesti dai tagli semplici e colori pastello, senza menate o marchi ostentati
E'un paese di una sicurezza e pulizia disarmante: il cesso della piu' frequentata stazione del mondo (o una delle piu' frequentate) a Shibuya era piu' pulito di quello di casa mia!
Sono minimalisti in tutto, le case sono letteralmente spoglie se viste con i nostri canoni (hai presente il cartone Doraemon? sono cosi!)
I letti li trovi negli alberghi, loro solo futon (e ci credo, con quegli spazi)
Sono sempre cordiali e simpatici, anche se la barriera linguistica li inibisce moltissimo (a torto, molti di loro parlano un inglese piu' che decente, ma un giapponese le cose o le fa benissimissimo o si nasconde; una cassiera di un supermercato, solo dopo circa un 3-4 mesi che ci andavo, prese coraggio e inizio' a parlarmi in un italiano perfetto!!!)
Proprio perche' non si sono piegati all'americanizzazione, per un occidentale puo' talvolta essere complicato abituarsi: passaci 2-3 mesi e ti pare fantastico, io in 2 anni ho avuto dei momenti di "disagio psichico", forse - anzi, certamente - a causa di problemi affettivi. Ma sai cosa? Se non fosse per la scuola, io ora come ora, con piu' stabilita', ci tornerei con l'erede per 6-12 mesi (piu' probabilmente ne approfittero' per star fuori un 2-3 mesi, visto e considerato che ancora ne ho parecchi di collaboratori da quelle parti)
Mi hai fatto venire voglia di andarci. Se riesco a racimolare l'occorrente ti chiedo maggiori informazioni. Hai imparato anche un po' di lingua?
 
Guarda, purtroppo no.
Ero in una fase di lavoro matto e disperatissimo e non ne trovai il tempo (pentendomene; cosi' come mi son pentito di non aver viaggiato di piu' nel paese).
A proposito: sfatiamo il mito dei giapponesi che lavorano 23 ore al giorno.
Io, un napoletano, ero praticamente sempre il primo ad arrivare, anche se non prestissimo (mettevo piede in ufficio piu' o meno alle 9) e l'ultimo ad andarmene, anche se non tardissimo (per le sette di sera non c'era piu' nessuno). I giapponesi no. Loro fermi sulle canoniche ore di lavoro. Ovviamente, pochissima gente durante i fine settimana. Da questo punto di vista, una vita molto piu' sana...
Ah, parlando di vita sana: le abitudini del fumo.
Nei bar e nei ristoranti si fuma ancora, ma roba da smog londinese nella prima rivoluzione industriale. E invece per strada no, non si puo' fumare. Se ti beccano, multa pesante. Ci sono le aree dei fumatori, di solito presso le stazioni della metro. Sono delle aree circostritte minuscole, con una densita' impressionante di esseri umani. Se sei per strada e proprio ti stai "fumando sotto", entri nella prima caffetteria e ti nicotinizzi.
 
Aggiungo: proprio a causa del non aver imparato il giapponese, nei ristoranti ordinavo letteralmente a caso. E' per questo che mi tocco' la balena, e chissa' cos'altro che non so.
Poi scoprii una app per la traduzione simultanea da immagini.
Funziona(va) non benissimo, ma con un po' di intuito te la puoi cavare.
Fa' conto che dopo le olimpiadi hanno cambiato un po' di segnaletica, aggiungendo scritte in caratteri latini. La prima volta che andai in Giappone, credo fosse il 2014 o giu' di li', non c'erano ancora, e ti perdevi che era una meraviglia
 
Ultima modifica:
Ah, confermiamo un mito.
I mezzi di trasporto spaccano davvero il minuto. Non solo i treni, anche bus. Quando esci puoi programmare il tragitto e sapere esattamente quando arrivi dall'altra parte.
Un'osservazione: sono tendenzialmente un nostalgico dell'era pre-tecnologica. Fino al mio trasferimento, alla fine degli anni '10, avevo ancora un nokia di quelli vecchi vecchi. Arrivato la prima settimana a Tokyo, ho dovuto evolvermi. Istinto di sopravvivenza: senza smartphone, non ce la puoi fare, a meno di non restare in un'area moooolto circoscritta (o di conoscere il giapponese, ovviamente)
 

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