Livelli miserabili da un lato, livelli stratosferici dall'altro. Mi sembra di scorgere anche nel mercato dell'arte una certa polarizzazione.
Voglio dire, se riesco a prendere Lilloni (litografia) a 3€, Nello Giovannelli (olio) a 5, Cascella (litografia) a 8, non è (soltanto) per circostanze fortuite e passaggi di mano tra persone distratte o inconsapevoli, c'è una carenza di fondo e sta nella "domanda". Se questi erano i quadri che fino a 20 anni fa adornavano le pareti delle case della middle class, oggi bisogna valutare in che stato comatoso essa si trovi e il fatto che non riesca a soddisfare (traccio linee generali, chiaramente ogni storia è a sè) neppure esigenze primarie, figuriamoci dove possa finire il vezzo del collezionismo o il semplice acquisto fatto per piacere, per uscire dalla lugubre dimensione della necessità. A fronte della liquefazione di questo corpo intermedio, i grandi patrimoni crescono a dismisura e crescono come mai prima d'ora. Se Lilloni finisce in asta a 50€, in un'altra parte del mondo, alla stessa ora, qualcuno - un individuo, una società, o una cordata di soggetti - può permettersi di mettere sul tavolo in una sola sera centinaia di migliaia di euro o dollari o yuan ma anche milioni delle stesse valute per portarsi un quadro a casa. Nonostante le sberle della crisi le grandi case d'aste internazionali dichiarano fatturati in crescita di anno in anno, è evidente che il loro giro non sia lo stesso di chi compra Lilloni a 3 per venderlo a 50. Il problema è da che prospettiva guardiamo le cose, anzi, visto che prospettiva in questo caso significa davvero niente, dipende da classe sociale le guardiamo.
Secondo la tua analisi il calo dei prezzi della grafica sta nel crollo della domanda da parte della classe media.
Però tale calo potrebbe essere dovuto anche, ed è ciò che penso invece io, all'esplosione dell'offerta. Particolarmente nella grafica, che prima sonnecchiava appesa alle pareti dei salotti di casa (quelle stanze destinata agli eventi speciali che non avvenivano mai), mentre oggi all'occorrenza viene messa in vendita standosene comodamente a casa (es. Ebay su Catawiki).
Se poi pensiamo che
1) un qualsiasi autore italiano può aver prodotto, faccio per dire 50/100 serie di opere (es. 50 tirature di litografie o serigrafie), ciascuna tirata in 100 esemplari (e siamo già a 5.000 o 10.000 fogli per autore)
2) che solo in Italia negli ultimi anni abbiamo avuto migliaia di autori ma c'è il resto del mondo
3) a cui si devono aggiungere le tirature amplissime (anche in migliaia di copie, es. delle riviste)
4) a cui si deve aggiungere che spesso le opere già vendute vengono reimmesse sul mercato, anche più volte
5) a cui si devono aggiungere le prove d'autore, gli esemplari senza numerazione
6) a cui si devono aggiungere i falsi, le riproduzioni fotografiche, fotolitografiche, il fototipia e così via
è evidente che siamo sommersi dalla grafica e il benessere della classe media non c'entra niente.
Classe media che in Italia si è sempre difesa bene perchè composta da dipendenti pubblici o piccoli lavoratori autonomi (es. negozianti) e che oggi non investe in arte non per mancanza di soldi ma perchè guarda ai prodotti finanziari, alle seconde case, a quelle da dare in affitto, ai terreni.