Più intensiva è stata l’attività di tiratura delle incisioni dopo la morte di
Giovanni Fattori, tanto da portarlo ad essere finalmente riconosciuto dalla critica e dal pubblico, come uno dei maggiori incisori italiani dell’Ottocento, anche se, risulta ancora oggi difficile ricostruire gli sviluppi di queste stampe in ordine cronologico.
Ancora una volta protagonista dell’attività promozionale del suo grande Maestro fu
Giovanni Malesci, il quale, dopo aver esposto 25 acqueforti, insieme ai dipinti portati presso la Galleria Excelsior di Parigi, decise di dare alle stampe 164 lastre (per un totale di 166 fogli, perchè due incise anche sul verso)
nel 1925 in occasione del centenario dalla nascita di
Giovanni Fattori. Le 164 lastre giudicate meglio conservate, furono scelte tra le 178 ritrovate nello studio di Fattori stesso.
Così furono eseguite 2 tirature da 50 esemplari presso l’editore Benaglia di Firenze, a seguito delle quali le matrici furono donate al Gabinetto dei Disegni e delle Stampe degli Uffizi.
Nel 1958, dietro al permesso di Malesci, fu eseguita una nuova tiratura, in 10 cartelle, delle 164 lastre ad opera della Calcografia Nazionale di Roma, in occasione del cinquantenario della morte di Giovanni Fattori.
A queste fu aggiunta anche la tiratura di 10 lastre inedite, rimaste escluse nel 1925 perchè giudicate troppo rovinate.
Di queste 10 matrici inedite fece seguito un’ulteriore tiratura nel 1970, in 30 cartelle numerate, ad opera dell’editore Vallerini di Pisa, sotto la promozione ed il controllo della vedova Malesci, Anna Allegranza Malesci. Le 10 lastre furono poi annullate e consegnate presso il Gabinetto dei Disegni e Stampe degli Uffizi di Firenze, anch’esse con il divieto di ristampa, come le precedenti.
L’opera incisoria di Fattori oggi nota arriva così ad un totale di 174 lastre conosciute (14 in rame e 160 in zinco) per un totale di 176 incisioni, alle quali vanno aggiunte altre 8 incisioni, le cui lastre sono oggi perdute, forse stampate dallo stesso Maestro.