Affari e scoperte: mercatini, negozi, aste, eredità ...

Coppia di piccolissime e fini incisioni di Miti Zanetti , Modena 1859 - Milano 1929. Spesa 25 €


Cercarne i dati mi ha fatto ritrovare come sua una incisione dell'anno scorso,
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che avevo attribuito ad altro autore suo contemporaneo, cioè Felice Castegnaro, cui comunque appartiene il soggetto.

Queste le operine di oggi (penso puntesecche, ora non posso controllare)
Vedi l'allegato 433907
Bella questa incisione del Miti Zanetti ; io ne ho trovata una con espressione simile ma senza firma che presto posterò
 
Mi faccio coraggio e posto i miei acquisti al risparmio totale.
Primo acquarello fuori tutto a 3 euro di Mario Sciancano???
In un'altra bancarella ho preso i 2 quadrettini con scorci di Roma e dell'est Europa - forse Ungheria? di O. de Zaremba o simili
Ho preso delle cose per la casa: un vaso anni 60 originale e un vassoio Laveno. C'era anche un Pagnossin in extra terraglia ma non mi piaceva il decoro.
C'era un sole incredibile, ho vagato un po' qua e là e mi sono imbattuta in un banchetto di una signora con un sacco di minuterie: piccole ceramiche, portapillole, medaglioni, ritratti di donnine. Ho preso 2 ceramiche e poi ho chiesto alla tipa se aveva spille ricordo dei morti di inizi del novecento come quella che ho già postato mesi fa.

Vedi l'allegato 433881

Vedi l'allegato 433882

Vedi l'allegato 433883

Vedi l'allegato 433884

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Vedi l'allegato 433886

Vedi l'allegato 433887
Per la penultima incisione mi sembra di leggere un "S. Volo" ma non ho trovato nulla con questa sigla ; forse la iniziale del cognome può essere una "v" ma magari anche una "s" con conseguente moltiplicazione dei possibili risultati
 
Per la penultima incisione mi sembra di leggere un "S. Volo" ma non ho trovato nulla con questa sigla ; forse la iniziale del cognome può essere una "v" ma magari anche una "s" con conseguente moltiplicazione dei possibili risultati
Non credo sia una S, perché diversa dalla precedente. Probabile V, poi Volo, Velo, Polo, Pelo, Tolo o Telo sono solo ipotesi. Resta che è una dignitosa incisione acquaforte a colori del primo dopoguerra. E' un periodo che presenta un suo fascino (un po' tetro), come si vedrà anche dalle tre grandi incisioni che posterò - anche se magari fossero appena precedenti alla Grande Guerra: in Italia il clima artistico presentò più continuità. Altrove, invece, la guerra segnò la fine irrimediabile della Belle Epoque. Il fatto è che da noi essa era già da prima un po' meno Belle e un po' più Epoque ... e il cambiamento fu più graduale.
 
Dopo il Martelli, posto le altre tre grandi grafiche, presumibilmente dello stesso periodo o quasi, provenienti anch'esse dai fondi di una stamperia, dalla quale furono recuperate altre acqueforti, quali quelle di Vitale, da me postate in altro periodo, quella di Russolo ed altre di nomi anche mediamente importanti.
Le tre che seguono a 20 € ciascuna
La prima porta l'annotazione a matita Cavaleri. In realtà è un'ottima attribuzione, e a me pare alquanto probabile, sia per materia che per soggetto e, soprattutto, per quel modo di inquadrare il soggetto un po' dall'alto verso il basso, o magari con una prospettiva un po' curva, discendente dal primo piano allo sfondo, che riscontro in altri suoi lavori.

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Il soggetto sembra riguardare i casoni chioggiotti in laguna. Il clima, di una certa tristezza, pare anch'esso relativo a Lodovico o Ludovico Cavaleri

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Ludovico Cavaleri Milano, 1867 - Cuvio (Varese), 1944

Interrotti gli studi di medicina, nel 1888 si dedicò alla pittura, senza maestri.

Vinse una medaglia d'oro a Milano nel 1893, e ottenne altri numerosi riconoscimenti in Italia ed all'estero, dove espose frequentemente.

E' presente nelle Gallerie di Arte Moderna di Roma, Milano, Torino, Genova e in importanti raccolte pubbliche straniere.

Nel 1946 gli fu allestita una importante mostra postuma alla Galleria Ranzini di Milano. Fu anche incisore all'acquaforte.
 
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Le due che seguono, invece sono ancora orfane in attesa di attribuzione.
La blu mi pare molto interessante, l'avrei presa in ogni caso. Non è escluso sia opera dello stesso Martelli di cui sopra, visto il clima epico, böckliniano.
La marrone è meno interessante in sé, ma sarei felice se qualcuno mi indicasse quale città vi sia rappresentata (Roma?). Potrei attribuirla a Carlo Vitale, anche per il curioso interesse verso l'apparato elettrico di fili sospesi, ma non so ...

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È sempre bello leggervi ed apprezzare questi vostri ritrovamenti, sopratutto in un periodo di grande astinenza di acquisti grafici da parte mia.

Oggi giro rapido in un mercatino, prezzi altissimi, oggetti disposti come in un museo ed anche quelli accatastati con prezzi altissimi.

Ho trovato un manuale per studiare e riconoscere i tappeti, sicuramente utile in quanto vorrei acquistarne qualcuno. Pagato 4 euro, prezzo originario del manuale 24,90.

Mi sono limitato a fotografare qualcosa per curiosità. Ma niente di che.

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Come si sarà capito, quella di oggi a Piazzola è stata una giornata relativamente tranquilla. Forse l'acquisto migliore è questa incisione di Cagli, incorniciata a metallo (anni 70 :rolleyes: ) pagata 25 euro. Non ne ho trovato traccia nel web, ma non ho dubbi sull'autenticità. Foglio grande (tipo 50x70, ora non posso controllare) è del 1966.

Vedi l'allegato 433906
Su Cagli posto un paragrafo tratto dall'archivio http://www.archiviocagli.com/corrado-cagli/biografia-di-corrado-cagli/

Maggio. Si inaugura un’antologica del disegno di Cagli alla Galleria Don Chisciotte di Roma., con testo di C.L. Rag- ghianti. Espone trentadue disegni dal 1941 al 1966: “Si guardino con calma questi fogli: ciascuno suggerisce una relazione, è uno scatto di invenzione in una direzione che poi subito è abbandonata in un altro foglio. Quanto a nativa forza di invenzione e a curiosità per il mondo, io credo che Cagli sia pari a Max Ernst, soltanto che egli ha un modo di formare ‘mediterraneo’, senza mistero, un modo di raffigurare frontale come in una rinnovantesi apparizione di korai [...] Un altro elemento di interesse di questi fogli sta nel carattere del segno di Cagli che è di una qualità astratta, nel senso di una generalizzazione del significato, carattere che impone la scelta d’una tecnica invece di un’altra e che risponde tanto all’idea che del segno avevano gli antichi (come disegno, come progetto, tanto valido per la pittura quanto per la scultura e l’architettura) quanto all’idea che ne aveva un Klee, che il segno fosse il più possibile smaterializzato, sicché disegnare fosse come scrivere” (D. Micacchi, Classicità di Corrado Cagli, in “L’Unità”, 24 maggio 1966). Scrive invece Lorenza Trucchi: “Ho sempre preferito il Cagli grafico al Cagli pittore, proprio perché lo “sconcertante eclettismo” dell’artista trova nel disegno la ragione prima della sua consapevole ed ‘inesausta ricerca’. Una ricerca, che pur nella varietà delle sue espressioni non ha per scopo che se stessa e cioè l’infaticabile piacere o l’infaticabile travaglio del fare. Nel suo continuo oscillare tra esperienze figurative ed esperienze astratte, Cagli non agisce certo in superficie e cioè spinge a fondo ciascuna di queste esperienze e tuttavia lo scopo finale è sempre altamente estetico, quello cioè di una pura e indefessa ricerca formale e tecnica [...] In Cagli, sotto la sua pelle sensibilissima di artigiano sublime e di culto manierista, ribolle una demoniaca commistione di umori e di istinti, che quasi suo malgrado commuove e rinsangua continuamente questa professione estetica, sino a fare di lui un artista non solo fuori classe, ma non facile da classificare. Ed è questo il punto cruciale del mistero o, se si preferisce, del ‘caso’ Cagli, quello che dà sapore a tutta la sua opera: ma è un po’ un ritorcere il problema su se stesso chè il manierismo - al quale non voglio dare qui alcun senso negativo - ha rappresentato appunto un consapevole, culminante momento per nascondere o camuffare la crisi di un’epoca, e che oggi definiamo meglio come la nevrosi profonda di una società, sotto l’apparente chiarezza e la difettosa bellezza di un estremo culto estetico” (L. Trucchi, Cagli alla Don Chisciotte, in “Momento Sera”, 22 maggio 1966).

Ho trovato su 217 Cagli Corrado ST 1966 l'acquaforte così descritta

Corrado Cagli Le angosce di Novak, per Civiltà delle macchine, 1966, acquaforte su zinco, lastra 41x36,6, carta Rosaspina Fabriano, 30 es. + V P A.
E mi sembrava di averla già vista. Molti anni fa ebbi per le mani una raccolta di quella interessante ed importante rivista, fondata da Confindustria e diretta da L.Sinisgalli. Questa acquaforte stava in copertina. :up:

Copertina di Perilli del 1967
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E. Colla nel 1957
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Campigli 62
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Saetti 62
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Vedova 61
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