mantegna
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Domanda: qualcuno di voi ha i multipli di Superstudio? Per intenderci stiamo parlando di costoro
SUPER SUPERSTUDIO
No, non conoscevo, sono interessanti.

Domanda: qualcuno di voi ha i multipli di Superstudio? Per intenderci stiamo parlando di costoro
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Ho trovato anche un Joseph Henri Ponchin che perlopiù come incisore ha prodotto poster pubblicitariHELP
Siete a conoscenza dell'incisore J P Henri ?
Possiedo una sua cosa ma, pur essendo chiara la firma, non lo trovo in rete.
Il Benezit magari lo cita.
Bella questa incisione del Miti Zanetti ; io ne ho trovata una con espressione simile ma senza firma che presto posteròCoppia di piccolissime e fini incisioni di Miti Zanetti , Modena 1859 - Milano 1929. Spesa 25 €
Cercarne i dati mi ha fatto ritrovare come sua una incisione dell'anno scorso,che avevo attribuito ad altro autore suo contemporaneo, cioè Felice Castegnaro, cui comunque appartiene il soggetto.![]()
Queste le operine di oggi (penso puntesecche, ora non posso controllare)
Vedi l'allegato 433907
Per la penultima incisione mi sembra di leggere un "S. Volo" ma non ho trovato nulla con questa sigla ; forse la iniziale del cognome può essere una "v" ma magari anche una "s" con conseguente moltiplicazione dei possibili risultatiMi faccio coraggio e posto i miei acquisti al risparmio totale.
Primo acquarello fuori tutto a 3 euro di Mario Sciancano???
In un'altra bancarella ho preso i 2 quadrettini con scorci di Roma e dell'est Europa - forse Ungheria? di O. de Zaremba o simili
Ho preso delle cose per la casa: un vaso anni 60 originale e un vassoio Laveno. C'era anche un Pagnossin in extra terraglia ma non mi piaceva il decoro.
C'era un sole incredibile, ho vagato un po' qua e là e mi sono imbattuta in un banchetto di una signora con un sacco di minuterie: piccole ceramiche, portapillole, medaglioni, ritratti di donnine. Ho preso 2 ceramiche e poi ho chiesto alla tipa se aveva spille ricordo dei morti di inizi del novecento come quella che ho già postato mesi fa.
Vedi l'allegato 433881
Vedi l'allegato 433882
Vedi l'allegato 433883
Vedi l'allegato 433884
Vedi l'allegato 433885
Vedi l'allegato 433886
Vedi l'allegato 433887
Non credo sia una S, perché diversa dalla precedente. Probabile V, poi Volo, Velo, Polo, Pelo, Tolo o Telo sono solo ipotesi. Resta che è una dignitosa incisione acquaforte a colori del primo dopoguerra. E' un periodo che presenta un suo fascino (un po' tetro), come si vedrà anche dalle tre grandi incisioni che posterò - anche se magari fossero appena precedenti alla Grande Guerra: in Italia il clima artistico presentò più continuità. Altrove, invece, la guerra segnò la fine irrimediabile della Belle Epoque. Il fatto è che da noi essa era già da prima un po' meno Belle e un po' più Epoque ... e il cambiamento fu più graduale.Per la penultima incisione mi sembra di leggere un "S. Volo" ma non ho trovato nulla con questa sigla ; forse la iniziale del cognome può essere una "v" ma magari anche una "s" con conseguente moltiplicazione dei possibili risultati
Ludovico Cavaleri Milano, 1867 - Cuvio (Varese), 1944
Interrotti gli studi di medicina, nel 1888 si dedicò alla pittura, senza maestri.
Vinse una medaglia d'oro a Milano nel 1893, e ottenne altri numerosi riconoscimenti in Italia ed all'estero, dove espose frequentemente.
E' presente nelle Gallerie di Arte Moderna di Roma, Milano, Torino, Genova e in importanti raccolte pubbliche straniere.
Nel 1946 gli fu allestita una importante mostra postuma alla Galleria Ranzini di Milano. Fu anche incisore all'acquaforte.
Su Cagli posto un paragrafo tratto dall'archivio http://www.archiviocagli.com/corrado-cagli/biografia-di-corrado-cagli/Come si sarà capito, quella di oggi a Piazzola è stata una giornata relativamente tranquilla. Forse l'acquisto migliore è questa incisione di Cagli, incorniciata a metallo (anni 70) pagata 25 euro. Non ne ho trovato traccia nel web, ma non ho dubbi sull'autenticità. Foglio grande (tipo 50x70, ora non posso controllare) è del 1966.
Vedi l'allegato 433906
Maggio. Si inaugura un’antologica del disegno di Cagli alla Galleria Don Chisciotte di Roma., con testo di C.L. Rag- ghianti. Espone trentadue disegni dal 1941 al 1966: “Si guardino con calma questi fogli: ciascuno suggerisce una relazione, è uno scatto di invenzione in una direzione che poi subito è abbandonata in un altro foglio. Quanto a nativa forza di invenzione e a curiosità per il mondo, io credo che Cagli sia pari a Max Ernst, soltanto che egli ha un modo di formare ‘mediterraneo’, senza mistero, un modo di raffigurare frontale come in una rinnovantesi apparizione di korai [...] Un altro elemento di interesse di questi fogli sta nel carattere del segno di Cagli che è di una qualità astratta, nel senso di una generalizzazione del significato, carattere che impone la scelta d’una tecnica invece di un’altra e che risponde tanto all’idea che del segno avevano gli antichi (come disegno, come progetto, tanto valido per la pittura quanto per la scultura e l’architettura) quanto all’idea che ne aveva un Klee, che il segno fosse il più possibile smaterializzato, sicché disegnare fosse come scrivere” (D. Micacchi, Classicità di Corrado Cagli, in “L’Unità”, 24 maggio 1966). Scrive invece Lorenza Trucchi: “Ho sempre preferito il Cagli grafico al Cagli pittore, proprio perché lo “sconcertante eclettismo” dell’artista trova nel disegno la ragione prima della sua consapevole ed ‘inesausta ricerca’. Una ricerca, che pur nella varietà delle sue espressioni non ha per scopo che se stessa e cioè l’infaticabile piacere o l’infaticabile travaglio del fare. Nel suo continuo oscillare tra esperienze figurative ed esperienze astratte, Cagli non agisce certo in superficie e cioè spinge a fondo ciascuna di queste esperienze e tuttavia lo scopo finale è sempre altamente estetico, quello cioè di una pura e indefessa ricerca formale e tecnica [...] In Cagli, sotto la sua pelle sensibilissima di artigiano sublime e di culto manierista, ribolle una demoniaca commistione di umori e di istinti, che quasi suo malgrado commuove e rinsangua continuamente questa professione estetica, sino a fare di lui un artista non solo fuori classe, ma non facile da classificare. Ed è questo il punto cruciale del mistero o, se si preferisce, del ‘caso’ Cagli, quello che dà sapore a tutta la sua opera: ma è un po’ un ritorcere il problema su se stesso chè il manierismo - al quale non voglio dare qui alcun senso negativo - ha rappresentato appunto un consapevole, culminante momento per nascondere o camuffare la crisi di un’epoca, e che oggi definiamo meglio come la nevrosi profonda di una società, sotto l’apparente chiarezza e la difettosa bellezza di un estremo culto estetico” (L. Trucchi, Cagli alla Don Chisciotte, in “Momento Sera”, 22 maggio 1966).