
Beh, una cosa è l'approssimazione del non-finito, quella che esprime un certo "ritrarsi" del pittore rispetto alla ricchezza e alla molteplicità di una realtà. Altro è l'uso di stilemi stereotipati per condurre a termine una rappresentazione, come le macchiette bianche (portano l'attenzione a riconoscere più rapidamente un soggetto) o lo sfumato alla base degli edifici (ottima scusa per non "lavorare" pittoricamente il soggetto). L'approssimazione è un risultato della meraviglia, del senso della scoperta, ma qui meraviglia non ce n'è, il pittore opera un po' come una macchinetta, tanti effetti qui, tante lineette là (sono le "persone"), secondo una specie di alfabeto già ben in suo possesso, e dunque espressivamente usurato ("tirato giù di corsa" dice Kiappo). Eppure, ripeto, visto il prezzo e il nome, io pure lo avrei comprato.
Volendo, si tratta della differenza tra un de' Pisis (volendolo considerare positivamente, lascami questo come esempio, dài) e uno dei molti epigoni, come il veneziano Leonida, qui sotto riportato (e che pure non è affatto sempre robaccia). Da me pagato 10 € al pezzo, appunto ...
Vedi l'allegato 488341