Perdonami la digressione, ma cosa ne pensi dell'abitudine che avevano alla Pinacoteca Ambrosiana (chissà se ce l'hanno ancora) di timbrare con un numero progressivo tutte le stampe di cui venivano in possesso come in questa di Rembrandt?
Possibile che a nessuno sia mai venuto in mente di timbrarle sul retro?
Chissà se era pratica diffusa o solo... ambrosiana.
Vedi l'allegato 394945
E allora i mercanti francesi che segnavano il prezzo a matita, con forte e spesso ineliminabile pressione, sul davanti, e spesso dentro la battuta?
Sono abitudini vecchie, di quando non si era ancora capito il senso di rispettare il pezzo (e indirettamente il suo autore). Il perfettinismo esagerato di oggi esagera quando pretende istericamente che non vi sia neppur la minima menda, o anche solo variante, sull'opera, tipo una lito di, che so, De Chirico con i bordi bianchi un poco rifilati: apriti cielo!
Poi, però, va detto che le cattive abitudini di cui sopra sono relative ad epoche in cui talora sussisteva lo schiavismo, in cui i diritti umani erano in gran parte latitanti, si sfruttava biecamente il lavoro minorile ecc. Perciò non vi è da stupirsi se neanche l'arte riceveva il dovuto rispetto. Le litografie di Lunois che andai a visionare alla Bibl. Nationale a Parigi sono tutte incollate su pagine di un enorme librone
Ciò non toglie che certamente in futuro i nostri posteri avranno da criticarci aspramente per motivi simili, tipo "Ma ... mangiavano gli animali?" o "Incorniciavano la grafica"
, o magari "Ma ... usavano davvero la poltrona di Le Corbusier, così consumandola" oppure "Buttavano via i fumetti di ... "