il governo berlusconi è panciafichista
http://www.borsari.it/Giaccheferru6.php
Supponiamo di avere due paesi Euro e Dollaro, che producono solo pane; ogni giorno, ognuno di loro produce 1000 pagnotte che vengono vendute in giro per il mondo. Siccome un euro è uguale a un dollaro, il prezzo della pagnotta è uguale a un dollaro oppure un euro.
Entrambi i paesi impiegano cinque operai per produrre il pane ed hanno, dunque, gli stessi costi per pagnotta:
Costo manodopera: 5 (operai) x 100 (euro al giorno per operaio) / 1000 (pagnotte al giorno)= 0.50 (euro o dollari a pagnotta)
Materie prime (farina, lievito, etc...)= 0.30 (euro o dollari a pagnotta)
Altri costi (commerciali, trasporti, etc....)= 0.15 (euro o dollari a pagnotta)
Profitto= 0.05 (euro o dollari a pagnotta)
Entrambi i paesi, dunque, guadagnano 5 centesimi a pagnotta (il 5% del prezzo di vendita).
La situazione, così come descritta sopra, è in perfetto equilibrio: ognuno dei due paesi vende ogni giorno tutta la sua produzione ed è contento di quello stato di cose.
Poi un giorno, succede una cosa terribile: gli operai di Euro (il paese che ha l'euro come valuta) "imparano" a produrre più velocemente le loro pagnotte, sicché, nelle stesse otto ore giornaliere di lavoro, invece di 1000 pagnotte, riescono a farne 1100.
Cosa fanno secondo voi, continuano ancora a vendere la pagnotta ad un euro?
Ovviamente no perché, se lo facessero, continuerebbero ancora a vendere 1000 pagnotte al giorno e sarebbe inutile produrne 1100.
..... Quindi, riducono il prezzo di vendita in modo da collocare sul mercato l'extra-produzione.
Di quanto riducono?
Siccome il costo della manodopera non è cambiato (500 euro al giorno) e, siccome, la produzione adesso è 1100 (e non più 1000), il costo unitario della manodopera sarà 500/1100= 0.45 euro a pagnotta (e, non più 0.50).
Supponendo, per semplificare, che tutti gli altri costi restino uguali, Euro può abbassare il suo prezzo di 5 centesimi (da un euro a 95 centesimi); in tal modo venderà tutta la sua produzione (1100 pagnotte) su cui guadagnerà ancora 5 centesimi a pagnotta (0.95 nuovo prezzo - 0.90 nuovo costo).
Sembrerebbe che si sia raggiunto un nuovo punto d'equilibrio (Euro vende 1100 pagnotte a 0.95 euro e Dollaro 900 a un dollaro) ma non è così.
Se il cambio si mantenesse ancora fissato ad un euro per un dollaro, i clienti di Dollaro pagherebbero il loro pane più caro (5 centesimi di più) dei clienti di Euro e, quindi, prima o poi se ne accorgerebbero e sposterebbero i loro acquisti verso Euro che, a fronte della nuova domanda, dovrebbe aumentare la produzione di pane e, quindi, prenderebbe tutti i clienti di Dollaro che, dopo un po, dovrebbe chiudere battenti.
In pratica, Euro è diventato un produttore più efficiente ed ha costretto Dollaro a dover affrontare il rischio di essere espulso dal mercato.
Che soluzioni ha Dollaro?
Diventare efficiente come Euro (producendo anche lui 1100 pagnotte in 8 ore di lavoro);
Chiudere l'attività di produzione del pane e dedicarsi ad un'altra attività (dove non debba subire la stessa concorrenza);
Ridurre il salario dei suoi operai in modo da avere costi unitari uguali a quelli di Euro e poter abbassare il prezzo del pane a 0.95 dollari.
Le soluzioni 1 e 2 richiedono tempi lunghi (da 3 a 10 anni) e, quindi, possono essere una risposta a lungo termine; nel breve termine (i prossimi tre anni) non resta che ridurre i salari degli operai.
Di quanto?
Di tanto quanto è necessario, per avere costi di manodopera pari a 0.45 dollari per pagnotta (lo stesso costo del paese concorrente). Significa che: ogni operaio deve accettare una riduzione di salario da 100 a 90 dollari al giorno; con questa riduzione, la situazione ritorna com'era prima ed ogni paese continua a vendere 1000 pagnotte al giorno.
In poche parole: l'aumento di produttività degli operai di Euro, deve essere compensata da una riduzione dei salari degli operai di Dollaro.
Se ci pensate un attimo su, scoprirete come questa, oltre ad essere una soluzione "obbligata", sia anche "equa": gli operai di Euro producono il 10% in più di quelli di Dollaro (1100 contro 1000 pagnotte) e, quindi, guadagnano anche il 10% in più (100 contro 90).
Tutto bene, dunque?
Si, se non ci fossero i ........sindacati!
Riuscite ad immaginare cosa succederebbe in un'azienda italiana in quella situazione (diciamo Alitalia per intenderci) nel momento in cui si chiedesse a tutti i dipendenti di accettare una riduzione del 10% di stipendio?
Scioperi selvaggi a raffica, blocchi stradali etc.. etc.... etc.....
Anche a Dollaro sono così e, quindi, la riduzione di salario degli operai non viene neanche presa in considerazione.
Ed allora?
Un giovinotto sveglio e simpatico dell'ufficio economico ha un idea: "se noi" dice "invece di tenere il cambio a un dollaro per un euro, stabiliamo una nuova parità: 1.0 dollaro uguale a 0.95 euro, risolveremmo immediatamente il problema, senza dover affrontare i sindacati ed i conseguenti scioperi".
Difatti, con il nuovo cambio, i clienti di Dollaro, continuando a pagare la pagnotta a un dollaro, la pagherebbero tanto quanto i clienti di Euro che adesso pagano 0.95 euro per pagnotta.
L'idea è strabiliante, ed il presidente di Dollaro è entusiasta di quel giovinotto sveglio che ha risolto così brillantemente il problema.
"Ma" chiede il solito rompipalle dell'opposizione "chi è che paga il conto qui? Qualcuno dovrà pur subire il danno di questa soluzione: pasti gratis nighese!"
E, in effetti, a pagare è l'intera collettività di Dollaro, perché col nuovo cambio, succede che tutto ciò che si compra dall'estero diventa più caro: il vino, ad esempio che prima costava un dollaro al litro, adesso costa 1.053 dollari a litro; e così anche tutti gli altri prodotti d'importazione.
In pratica: il non voler richiedere a quegli operai (ed ai loro sindacati) di adeguare i loro salari alle condizioni stabilite dalle leggi del mercato, conduce inevitabilmente a scaricare la loro inefficienza sull'intera collettività.
Se voi, adesso, ripercorrete mentalmente la storia d'Italia degli ultimi trent'anni, troverete migliaia di casi simili a quello qui esemplificato; ed ogni volta, per mantenere la pace sociale (e non perdere voti), si è preferito scaricare il costo delle inefficienze di qualcuno, sul portafoglio di tutti.
Finché l'intero sistema italiano è diventato inefficiente; a furia di non risolvere i problemi, nascondendoli dentro continue svalutazioni e negli aiuti di stato, quella che, all'inizio era un'inefficenza localizzata e ben delimitata, si è allargata a quasi tutto il sistema che poi, di colpo, è collassato di fronte alla concorrenza dei nuovi paesi emergenti (Cina soprattutto).
Ecco perché sono così incazzato con i nostri governanti per il caso Alitalia: nonostante i buoni propositi e gli appelli al libero mercato, stanno facendo esattamente come Andreotti, Craxi e tutti gli altri governanti della cosiddetta prima Repubblica che, alla fine, crearono i presupposti per lo sfascio di questo paese.
E questi nuovi, stanno seguendo le loro orme, continuando a scaricare sulla collettività le inefficienze di un'azienda che è già fallita da vent'anni.
In questo paese, fratelli e sorelle d'Italia, si chiacchiera tanto, ma non si risolve mai un cazzo.
E lo sapete perché?
Perché gli italiani sono fatti così ....... panciafichisti, diceva zio Benito; e, in questo caso, aveva ragione da vendere.