Quando concediamo dei finanziamenti cerchiamo di far passare l'idea che stimo aiutando le imprese o le famiglie. Ci presentiamo come dei filantropi, dei missionari che, attraverso l'esercizio del credito, consentono all'economia di prosperare.
Nella realtà siamo delle aziende che, come ogni azienda, cercano il massimo profitto.
Sapessi quanto sono stanco e desideri andare in pensione. Quotidianamente la direzione ci massacra i Koglioni per aumentare, in qualunque modo, i ricavi. Pretende che affibbiamo carte di credito ai vecchietti, che vendiamo polizze assicurative inutili e poco convenienti, che facciamo sottoscrivere fondi di investimento truffaldini o ad altissimo rischio a gente che non può permettersi di rischiare. E più passa il tempo e più la direzione pressa. Ogni tanto sui conti dei clienti vengono addebitate delle commissioni fasulle. Alcuni vengono a protestare, e li storniamo, mentre la gran parte non se ne accorge oppure tace per il timore di vedersi revocare il fido.
Queste cose, naturalmente, non mi meravigliano. Le conosco bene e so che una banca tende ad ottenere il maggior profitto possibile dalla sua attività, naturalmente. Può farlo anche grazie all'enorme potere che l'attività di lobby esercita presso i governi, al fine di legiferare sempre e comunque a loro favore.
Quello che invece trovo insopportabile è la presenza di uomini legati strettamente al mondo bancario in ogni posto di potere. Sembra che solo gli uomini di banca siano in grado di gestire una crisi quando invece il buon senso dovrebbe farci capire che nella realtà questi uomini sono i principali artefici di questa crisi. Dal momento che da decenni in Italia come in Europa e negli Stati Uniti sono le banche che gestiscono davvero il potere, dobbiamo convenire che siano proprio le banche le responsabili del disastro al quale assistiamo.
E questo sia nel caso che agiscano in mala fede, sia nel caso che agiscano in buona fede, dimostrando di essere incapaci di governare.