Alla cortese attenzione di Tashtego

'omosessualita' in Thailandia e' un fenomeno che interessa all'incirca il 35 per cento della popolazione.
E' una pratica ben tollerata, e la categoria dei gay, lesbiche, transgender etc. e' anche ben tutelata dal governo. Se ci fai caso nei centri commerciali maggiori, in Thailandia, ( Big C, Carrefour, Tesco Lotus etc.) piu'della meta'delle cassiere sono trans. Cio'fa parte di una ben specifica legge che impone l'assunzione di una determinata quota di transgenders da parte di grandi gruppi commerciali .
( te lo immagini se facessero cosi'anche in Italia?)

Nelle societa' orientali, prive del nostro retaggio cattolico con l'assillo del senso di colpa/il peccato/non bisogna andare contro natura e cazzate varie, i gusti sessuali sono una scelta personale e sono rispettati, qualsiasi essi siano.

In alcune societa' contadine, come quella Cambogiana, avere un figlio gay e' addirittura una cosa positiva ( e segno di buon karma nella famiglia) perche' un figlio gay non si sposa e quindi la famiglia non deve cacciare i soldi per matrimonio e dote ( che qui forniscono i parenti dello sposo).

Comunque la legge sulle assunzioni in Thailandia rappresenta un buon esempio di civilta' per la societa' italiana, ancora altamente omofobica.

che l'Asia sia più tollerante (perchè non cattolica :rolleyes:) è semplicemente falso
Diritti LGBT in Asia - Wikipedia
 
Diciamocelo: meglio la mano in tasca che le dita intrecciate della vecchia Dc. Meglio in tasca che dietro la schiena. Ma che valore aveva il gesto con cui Matteo Renzi, oltre a sbadigli vari e parlata a braccio, ha tramortito l'etichetta di Palazzo nel suo primo intervento al Senato? Per Quirino Conti, snobissimo esteta e architetto, non è affatto insicurezza, come hanno detto in tanti, ma la posa tipica del bulletto fiorentino immortalato da Ottone Rosai e Aldo Palazzeschi: non un violento di modi, ma aggressivo nella comunicazione.
Quirino Conti «Un gesto prevaricatore, provocatorio e intimidatorio, per darsi forza e comunicarla agli altri. Un gesto in cui l'interlocutore popolo si riconosce, e non a caso Renzi parlava direttamente alle telecamere. Per dire ai senatori: "Sono forte, vi liquido". Perché la rottamazione si fa con la mano in tasca».
Certo: dove mettere le mani, per i potenti, è sempre stato un grande problema.
Nell'aristocrazia le mani avevano un proprio cerimoniale: si sapeva sempre dove metterle. Anche nella ritrattistica tardo Ottocento erano sempre appoggiate a una sedia o aggrappate al revers della giacca. Per la borghesia è invece ancora oggi una questione complicata. Basti pensare a Giulio Andreotti, che non sapendo cosa fare delle mani girava compulsivamente la fede; al cardinal Gianfranco Ravasi, che come molti ecclesiastici tormenta anello e crocifisso; a Giorgio Armani, che risolve la questione appoggiando una mano al viso.
Ma le mani in tasca quando «nascono»?
Il primo sfoggio arriva con la Rivoluzione francese e il contrasto tra culottes e sans-culottes. Il primo era il costume dell'aristocrazia. Il pantalone sotto il ginocchio non aveva tasche perché i nobili, non svolgendo alcun mestiere, non avevano bisogno di portare nulla con sé. Un indumento elegante e non funzionale.
Quirino Conti Quindi sono un simbolo rivoluzionario?
Con la rivoluzione, le mani in tasca diventano il simbolo dei sanculotti. Che si fregiavano di indossare i pantaloni con le tasche perché «plebei», in uso al popolo. Ma ancora per tutto l'Ottocento la mano in tasca è considerata mano nascosta, pericolosa, prossima magari ad afferrare un coltellaccio.
Viene sdoganata solo alla vigilia del Novecento, quando la rivoluzione industriale dà nuova disinvoltura al comportamento maschile. Basta guardare le foto di Nadar (pseudonimo di Gaspard Felix Tournachon, fotografo francese dell'800, ndr) sul socialismo aristocratico dei circoli post-rivoluzionari francesi, dove si portano le mani in tasca come gesto democratico.
E in Italia, nello stesso periodo?
Nei collegi gesuiti l'uso delle mani in tasca era proibito. Ai ragazzi si diceva che fosse ineducato e da sfaccendati, ma la vera ragione era impedire l'autoerotismo. Allo stesso formalismo fu educato quel disastro di Gianni Agnelli, il primo italiano contemporaneo di rango a portare la mano in tasca.
Pippo Baudo Carla Fendi e Quirino Conti Uno degli uomini meno eleganti della Terra, che però, nella volgarità generale dove il massimo dello chic erano Mariano Rumor e Amintore Fanfani, svettava come arbiter. A
 
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bè... a parte l'Asia islamica non è tanto falso...

i paesi che prevedono sanzioni o applicano la Sharia o il vecchio codice legale britannico (entrambi mi paiono poco cattolici)

tra tutti gli altri, tolta l'eccezione della Cambogia, non ve ne è uno che abbia legiferato per le unioni civili o contro le discriminazioni

se questo significa "ben tutelata dal governo" allora è vero che non è tanto falso
 
"Donne, praticate il sesso orale a vostro marito ogni volta che ve lo chiede. Ricordatevi che non è peccato se quando lo si fa si pensa a Gesù". Parole dell'arcivescovo di Granada, Francisco Javier Martínez, un'autentica provocazione che ha scatenato un mare di polemiche. Il prelato spagnolo non è nuovo a uscite che suscitano clamore, come quando nel 2009 durante un'omelia paragonò l'aborto a un genocidio silenzioso.
 
i paesi che prevedono sanzioni o applicano la Sharia o il vecchio codice legale britannico (entrambi mi paiono poco cattolici)

tra tutti gli altri, tolta l'eccezione della Cambogia, non ve ne è uno che abbia legiferato per le unioni civili o contro le discriminazioni

se questo significa "ben tutelata dal governo" allora è vero che non è tanto falso

ovviamente il testo che ho postato era un copiaincolla di un sedicente gay d'esperienza internazionale... personalmente negli ultimi 40 anni sono stato una volta a Silvaplana...
 
ovviamente il testo che ho postato era un copiaincolla di un sedicente gay d'esperienza internazionale... personalmente negli ultimi 40 anni sono stato una volta a Silvaplana...

si, si
me ne ero accorto e ho ben chiaro che riporti fatti e opinioni che ti paion interessanti e che non necessariamente devi condividere

comunque Silvaplana è un bel posto, ma la prossima volta, già che ci sei mi spingerei sino a Pontresina ;)
 

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